domenica 18 novembre 2007

SAPERE: (parte terza)

Tale movimento risente di una mentalità di centralismo di potere. Quando sorsero i primi movimenti indipendentisti si capì che attraverso il discorso sulle tasse si sarebbe determinato il consenso e affinché il movimento conservassero l’indole rivoluzionaria si crearono degli statuti per cui il potere del segretario e della sua segreteria diventava un tipo di centralismo assoluto. Nulla da vedere con i governi stalinisti russi, il partito dei soviet erano nel suo interno più democratico, tanto è vero che Stalin per eliminare i suoi avversari non potendoli cacciare dal partito era obbligati a farli uccidere. Invece nella Lega il potere è totale e i non allineati vengono allontanati sistematicamente.
Il governo centrale tranquillo di aver ingabbiato, attraverso la Lega, coloro che hanno uno spirito indipendentiste od autonomista continuò a spremere la Padania senza pietà ed è tale la pressione fiscale che nella propaganda elettorale delle votazioni politiche del 2001 e quelle del2006 gli argomenti di punta erano le tasse. L’argomento base suggerito nel 1982 ai movimento autonomisti affinché raggiungere il successo alle votazioni, venne trattato da Berlusconi e con questi argomento rieuscì ad avere alle spalle il maggior partito a livello nazionale.
Però dall’11 settembre è nata una pilotata crisi internazionale e l’Italia si trova in condizioni finanziarie disastrose. Inoltre essendo entrato nel mercato dell’Euro i bilanci italiani non possono più essere compilati in modo creativo e conseguentemente si devono aumentare le tasse.
Ma al Nord questo è impossibile, la gente è pronta ad uscire dal limbo creato dalla Lega. L’unica soluzione è di far pagare le tasse a tutti anche al Sud, ossia lo Stato Italiano deve sostituirsi alla Mafia per drenare risorse.
Alle rimostranze della Mafia il potere centrale faceva rivelare come la Lega è in crisi e non più in grado di gestire i Padani, gli indipendentisti, dopo 15 anni di ipnosi, avevano dell’errore. La Mafia ha capito come lo Stato è obbligato a tassare il Sud ed allora ha effettuato un tentativo disperato. La Sicilia si è offerta di aiutare con i voti la Lega affinché questa apparisse vincente agli occhi dei Padani e potesse calmierare gli indipendentisti asserendo che al Sud vedono di buon occhio il progetto leghista della devolution.
Ma il colpo non è riuscito.
La Lega non esiste più, sta morendo ed allora ancora una volta si strumentalizza il popolo padano e lo Stato sconsolato ha dovuto fingere di essere obbligato dalle circostanze a sostituirsi alla Mafia nella tassazione al Sud.
Quei 30.000 voti di differenza tra i due blocchi, alle votazioni politiche del 2006, puzzano di interpretazione matematica dei voti.
E dieci ore dopo la proclamazione dei risultati veniva arrestato il capo della Mafia.
E’ stata una semplice operazione perché il medesimo viveva a pochi passi da casa sua. Non era mai stato arrestato in quanto il capo della Mafia è un capo di Stato, anzi il capo di Stato, riconosciuto dalle potenze alleate, come il più potente in Italia. Infatti questa ogni dieci mesi cambiava il governo, e nessuno gridava all’instabilità. I capi di governi non contavano alcunché. Non bisogna dimenticare di aver perso la guerra e gli Alleati hanno sin dall’inizio trattato con la Mafia, l’unica garante del potere in Italia.
Il capo della Mafia non è un arrivista qualunque, pronto ad arraffare quattro soldi, ma è il depositario della giustizia. Da sempre il potere ha la sua consacrazione nella giustizia. Gli uomini per convivere in grandi numeri in territori limitati hanno bisogno, per dirimere le loro controverse, della giustizia. E un popolo può progredire solo se la giustizia non è condotta a livello personale ma assume la responsabilità di interpretare la cultura di un popolo.
Pertanto il Capo della Mafia è una persona rispettata da tutti e con un carisma acquisito negli anni come amministratore leale del codice di leggi popolari promulgate nei secoli in Sicilia.
Pertanto era un uomo indispensabile, ecco perché non poteva essere arrestato.
L’ultima campagna elettorale del 2006 è stata infuocata ed in tal modo tutti appassionati sono andati a votare felici di partecipare allo grande spettacolo mediatico. In tal modo più cittadini vanno a votare, maggiore è il potere di investitura conferito agli eletti nel contrarre altri debiti a nome degli italiani.
Comunque la dichiarazione che si vuole far pagare le tasse al Sud è evidente, non si può permettere di creare ulteriori tensioni nel Nord. Per fare meglio risaltare che la Lega non è in grado di gestire i Padani e addormentarli, nella sera dello spoglio elettorale, dei giovani padani sono entrati nella sede della Lega nel momento in cui per combinazione vi erano le telecamere, e hanno dato una dimostrazione come la Lega non è più monolitica ed è allo sfascio.
Questa è l’immagine necessaria al futuro governo per procedere nel rivolgersi al Sud ma è anche di grossa utilità per gli eletti leghisti che di fronte alla opinione pubblica possono asserire di non essere in accordo alla segreteria ed andare a sostenere il governo della sinistra al Senato. Ricordarsi che per votare al Senato occorre il numero legale di 161 senatori corrispondente a 322 senatori (315 eletti e 7 a vita). Pertanto quando votano devono essere sempre tutti presenti. Il problema sarebbe risolto se per la “cifra di mercato” si acquisisse qualche senatore della destra, e questi con la sua presenza pur votando secondo “coscienza”, garantisca il numero legale.
Di fronte allo sfacelo della Lega ripreso in diretta televisiva alcuni senatori leghisti si sentirebbero autorizzati a fare da apripista in questa operazione di supporto alla sinistra.
Voi non sapete cosa state facendo!. E’ il grido del boss quando lo hanno arrestato, egli ha ragione però neanche lui immagina cosa possa succedere. Il poveretto si riferiva al disastro della lotta derivante all’interno della Mafia, la rivolta dei cittadini del sud obbligati a cambiare le abitudini inerenti al lavoro nero, alla non conoscenza delle fatture e della contabilità.
Certamente questo porterà un vantaggio al governo che di fronte a situazioni delinquenziali potrà accelerare a formare uno Stato di polizia necessario per frenare l’indipendentismo al Nord.
Il Nord alza la testa, il cloroformio politico sparso dalla Lega non esiste più, perché la Lega con le evasioni politiche romane perderà definitivamente la credibilità. Ed allora è vero che con le tasse al Sud l’Italia cerca di salvarsi ma però contemporaneamente si apre una voragine non cercata al Nord. Infatti se si cerca di calmierare le tasse al Nord questo crea una certa inversione di tendenza e la popolazione vedendo come diminuisce lo sfruttamento e, verificandosi un caso ritenuto finora impossibile potrebbe per emulazione determinare delle ulteriori richieste di alleggerimento fiscale. Se questa tendenza si allarga l’indipendenza del Nord è fatta.

Nessun commento:

Posta un commento

commenti