giovedì 29 novembre 2007

PROPOSTA LEGGE ELETTORALE DEL PD


La legge elettorale proposta dal Partito Democratico è articolata nei seguenti punti.
Lo Stato viene diviso in un numero di collegi pari alla metà dei seggi parlamentari da assegnare.
Essendo i parlamentari 630 , detratti il deputato della Val d’Aosta e i 12 deputati eletti all’estero, i rimanenti sono in numero dispari. Pertanto per equilibrare il sistema occorre diminuire od aumentare di un seggio quelli attribuiti all’estero. In tal modo nello Stato i parlamentari da eleggere diventano in numero pari e si può matematicamente ottenere un numero intero di collegi.
I collegi vengono raggruppati in numero di sei, sette o otto e formano le circoscrizioni.
In ogni circoscrizione vengono eletti un numero di seggi pari al doppio dei collegi raggruppati ossia la circoscrizione con 6 collegi elegge 12 deputati, quella con 7 collegi elegge 14 deputati, quella con 8 collegi elegge 16 deputati. .
In ogni collegio la scheda elettorale porta i simboli dei partiti che si presentano nei collegi. Ogni simbolo riporta a fianco il nome del candidato detto “ candidato del maggioritario”.
Sotto ad ogni simbolo inoltre sono riportati i nomi dei candidati detti “del proporzionale” che sono in numero non superiore al numero dei collegi della circoscrizione o non in numero inferiore al 40% del numero dei collegi della circoscrizione.
La lista dei candidati del proporzionale per ogni simbolo è identica nella scheda di tutti i collegi della circoscrizione.
L’elettore vota su una scheda unica e segna una croce sul simbolo che desidera votare.
Il candidato che nell’ambito del collegio riceve più voti, viene eletto come deputato del maggioritario. Pertanto il numero degli eletti del maggioritario per ogni circoscrizione è pari al numero dei collegi.
In ogni circoscrizione si sommano i voti che ogni simbolo ha ricevuto nei collegi appartenenti alla circoscrizione medesima.
I risultati delle varie somme corrispondenti ai simboli vengono sottoposte al sistema D’Hondt e si assegnano tutti i seggi spettanti a tutta la circoscrizione. Tali seggi, è inteso, sono in numero doppio del numero dei collegi.
Da questi numeri di seggi assegnati per ogni simbolo vengono sottratti i seggi che tale simbolo ha già conquistato attraverso il maggioritario.
Il numero di seggi ottenuti per differenza possono essere uguale a zero, ad allora al simbolo non si fanno altre assegnazione di seggi. Può essere un numero positivo e questo rappresenta il numero di seggi che si devono assegnare nel proporzionale.
I seggi ottenuti in tal modo vengono assegnati ai candidati del maggioritario che non sono stati eletti partendo da chi ha il numero elettorale ( percentuale) maggiore.
Nel caso rarissimo che una lista consegue come maggioritario un numero di seggi superiore a quello che le spetterebbe come proporzionale, allora nella distribuzione dei seggi di tutta la circoscrizione, effettuata con il sistema D’Hondt, si conteggiano i seggi aspettanti alla circoscrizione meno i seggi in più che ha la lista succitata.
Nel caso che una lista abbia assegnati proporzionalmente un numero superiore dei candidati del maggioritario allora quelli in più vengono assegnati alla lista del proporzionale partendo dal primo in lista, essendo lista bloccata.

Considerazioni sulle incongruenze della proposta di legge elettorale.
Primo.
Con il sistema D’Hondt, si verifica che l’ultimo seggio assegnato in genere avviene su un numero di voti che calcolato in percentuale sul numero totale dei voti validi della circoscrizione, rappresenta teoricamente il valore dello sbarramento.
Esempio la circoscrizione con 16 seggi da assegnare determina uno sbarramento del 5,1% sotto il quale è praticamente impossibile ottenere un seggio.
La circoscrizione con 14 seggi da assegnare determina uno sbarramento del 5,8 sotto il quale è praticamente impossibile ottenere un seggio.
La circoscrizione con 12 seggi da eleggere determina uno sbarramento del 6,4 sotto il quale è praticamente impossibile ottenere un seggio.
Da questi sbarramenti naturali ottenuti con il sistema D’Hondt si evince che non vi è una uniformità di sbarramenti sul territorio.
Secondo.
L’assegnazione dei seggi avviene non considerando le preferenze. Vengono assegnati i seggi del maggioritario solamente in funzione del voti che si ottengono rispetto alla percentuali degli altri collegi..
I seggi assegnati ai candidati del maggioritario attraverso il conteggio del proporzionale vengono attribuiti attraverso le percentuali che riceve ciascuno nel proprio collegio.
Pertanto tutti nominativi sono indicati e bloccati dalle segreterie dei partiti.
Nella rara ipotesi che si debba arrivare a designare un seggio ad un nominativo della lista del proporzionale, anche questa è bloccate e si segue nell’assegnazione l’ordine in cui i nominativi appaiono in lista.
Terzo.
Attualmente le circoscrizioni elettorali non superano il confini delle regioni .
Ora se per equilibrio si vuole che tutte le circoscrizioni si mantengono nelle proporzioni suggerite dalla proposta legislativa, si determina che molte circoscrizioni dovranno forzatamente essere a cavallo di due regioni. Inoltre non tutte le regioni hanno assegnati un numero pari di deputati.
Sarebbe oltremodo disdicevole, non corretto ed ingiusto uscire da questi parametri di grandezza dei collegi come indicato .
Considerazioni.
Se i due partiti maggiori superano entrambi il 25% dei voti a livello nazionale si determina che è molto difficile per uno dei due partiti ottenere la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari a livello nazionale se non supera il 43% dei voti in totale.
Infatti per ottenere la maggioranza dei seggi parlamentari occorre che come minimo nel 50% delle circoscrizioni abbia assegnato un seggio in più della meta dei seggi.

sabato 24 novembre 2007

DISCUSSIONE SU LEGGI ELETTORALI


Si sta studiando un nuovo sistema elettorale.
I due partiti maggiori PD e PDL guadagnerebbero di più come numero di seggi applicando la legge elettorale risultante dall’esito positivo del referendum.
Il premio di maggioranza aspetterebbe al simbolo del partito maggiore e conseguentemente, di riflesso per ottenere un risultato,gli elettori devono abbandonare i partiti minori, in quanto sarebbe un voto sprecato.


Vi è anche una proposta delle sinistre nell' adottare il sistema spagnolo, che appoggia la sua caratteristica nel dividere lo Stato in piccoli collegi elettorali, con l’assegnazione dei seggi attraverso il sistema d’Hondt, e perdita dei resti non conteggiabili con quelli di altri collegi.
Come avviene attualmente nelle votazioni per il Senato.
Con il calcolo dei seggi attraverso il sistema d’Hondt, con basse percentuali di voti, diventa difficile ottenere un seggio in una circoscrizione.
Non devono essere ammessi gli apparentamenti.
Ossia ogni lista ha un simbolo solo. Inoltre ha tanti candidati quanti sono i seggi da assegnare nel collegio.
Si possono dare le preferenze.
Con la possibilità di concedere le preferenze diventa molto difficile, nel caso si dovessero presentare due o più partiti sotto il medesimo simbolo ottenere l’assegnazione del seggio alla persona desiderata.


Si allega uno schema che riporta le circoscrizioni in cui si dovrebbe dividere lo Stato.

Molise…………seggi 4……coll. 1 da 4 seggi
Basilicata.…..seggi 7……coll. 1 da 3 seggi + 1 da 4 seggi
Umbria……….seggi 9..….coll. 1 da 4 seggi + 1 da 5 seggi
Trentino……..seggi 10… coll 2 da 5 seggi
Friuli……………seggi 13….coll 2 da 4 seggi + 1 da 5 seggi
Abruzzo……..seggi 14…..coll 1 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Lombardia 3..seggi 15….coll 3 da 5 seggi
Lazio 2…….….seggi 15…..coll 3 da 5 seggi
Marche……….seggi 16… coll 4 da 4 seggi
Liguria..........seggi 18…..coll 2 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Sardegna…….seggi 18…..coll 2 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Veneto 2……..seggi 19….coll 1 da 4 seggi + 3 da 5 seggi
Piemonte 2…seggi 22…..coll 3 da 4 seggi +2 da 5 seggi
Calabria……...seggi 22… coll 3 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Piemonte 1….seggi 24…..coll 6 da 4 seggi
Sicilia 1.........seggi 26…..coll 4 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Sicilia 2........seggi 28…..coll 7 da 4 seggi
Veneto 1 …….seggi 28…..coll 7 da 4 seggi
Campania 2..seggi 28…..coll 7 da 4 seggi
Campania 1..seggi 33…. coll 2 da 4 seggi + 5 da 5 seggi
Toscana.......seggi 38…..coll 7 da 4 seggi + 2 da 5 seggi
Lombardia 1 seggi 41…..coll 4 da 4 seggi + 5 da 5 seggi
Lazio 1……….seggi 41…..coll 4 da 4 seggi + 5 da 5 seggi
Lombardia 2.seggi 41….coll 4da 4 seggi +5 da 5 seggi
Emilia…………seggi 43...coll 2 da 4 seggi + 7 da 5 seggi
Puglia…………seggi 44….coll 1 da 4 seggi + 8 da 5 seggi

La distinta porta nella prima colonna il nome della circoscrizione, a fianco il numero dei deputati da assegnare e poi ulteriormente i collegi in cui è divisa la circoscrizione.
““coll”” abbreviazione di collegi.
Il numero dei collegi hanno riportato a fianco il numero dei seggi che aspettano a detti collegi.
La assegnazione dei seggi nei nuovi collegi di ogni circoscrizione deve essere calcolata con il sistema D’Hondt.
Ne deriva che occorrono delle alte percentuali per ottenere almeno un seggio in un collegio.
Infatti i voti non vengono conteggiati fuori del collegio in cui sono stati espressi.
Conseguentemente in linea teorica si ha la seguente previsione per ottenere almeno un seggio

Collegi con 4 seggi da eleggere…. Percentuale minima 16%
Collegi con 5 seggi da eleggere….. Percentuale minima 14%
Collegi con 6 seggi da eleggere….. Percentuale minima 12%
Conseguentemente nasce in modo autonomo un alto sbarramento ed inoltre vi è per i partiti piccoli la certezza di una forte perdita di voti diventati inutilizzabili in moltissime circoscrizioni.

PREVISIONI
A parità di numero di voti conseguiti nelle politiche del 2006 risulterebbe la sparizione dei partiti:
Rosa del pugno
Democrazia cristiana,
Verdi
Comunisti italiani
Di Pietro
Udeur
Gli altri partiti otterrebbero
Lega 9 parlamentari (perché ha i voti concentrati in alcuni collegi).
Rifondazione 6 parlamentari
SVP 3 parlamentari
An + Udc ( separati) 33 parlamentari
PDL 288 parlamentari
PD 275 parlamentari
Il tutto con un errore totale al massimo di 8 parlamentari.

Il problema è quello di individuare quali spostamenti di voti si avrebbero se molti elettori abbandonano i partiti piccoli perché considerati ininfluenti.
Lo spostamento dei seggi per i partiti piccoli avvengono principalmente tra di loro, essendo difficilmente possibile sottrarli ai due grandi partiti.
Comunque è matematicamente impossibile, per i piccoli partiti tutti insieme avere assegnati un numero maggiore di 57 seggi.
Ma questa è solo una astrazione matematica.

SISTEMA ELETTORALE TEDESCO



La legge elettorale alla tedesca viene contrabbandata come una legge in cui l’elettore può esprimere una preferenza. Questo non è vero. Il Parlamento tedesco è formato da 598 parlamentari. Il territorio è diviso in 299 collegi.
In ogni collegio viene candidato dai partiti un solo nominativo.
Chi ottiene più voti nel collegio viene eletto.
Con questo modo si eleggono 299 parlamentari.

L’elettore può esprimere un secondo voto. Questa seconda votazione è di maggior importanza in quanto stabilisce la percentuale e conseguentemente il numero dei seggi da attribuire a ciascun simbolo secondo i voti ricevuti.
I calcoli vengono effettuati sul numero complessivo dei parlamentari ossia del numero di 598.

Stabilito il numero dei seggi aspettanti a ciascun partito, a questo numero si sottrae il numero di eletti di quel partito attraverso il maggioritario dei 299 collegi. I seggi che rimangono da questa sottrazione dei seggi del maggioritario dei collegi, vengono assegnati a delle liste bloccate seguendo l’ordine in cui sono elencati nelle lista.

Eccezioni.
Non possono partecipare alla suddivisione dei seggi i partiti che non hanno superato lo sbarramento del 5% dei voti validi.
Il partito che ha ottenuto nei collegi maggioritari almeno 3 seggi , può partecipare alla suddivisione dei seggi su scala nazionale nel sistema proporzionale anche se non ha raggiunto il 5% dei voti su scala nazionale. .
I seggi ottenuti con il maggioritario ma non appartenenti a partiti che hanno usufruito della suddivisione proporzionale dei seggi, non potendo essere assegnati nel numero dei 598 parlamentari, per non danneggiare la suddivisione matematica proporzionale dei partiti, vengono assegnati in più fuori dal numero dei 598.
In tal modo il parlamento aumenta il numero dei suoi deputati. Potrebbe verificarsi che dei partiti, col calcolo dei seggi elettorali attraverso il proporzionale, abbiano assegnato un numero inferiore a quelli ottenuti nei collegi maggioritari.
Allora i seggi in più risultanti dalla differenza seggi ottenuti col maggioritario meno i seggi ottenuti con il proporzionale vengono considerati fuori dal numero di base di 598.

Considerazioni.
Primo:Tale legge elettorale non può essere applicata in italia in quanto il numero dei deputati non può variare.
Secondo: l’aggiunta di seggi al di fuori di quelli conteggiati per il proporzionale ( 598), variano la percentuale degli altri partiti nel numero dell’assegnazione dei seggi.
Terzo : in italia sarebbe impossibile attuare tale legge elettorale in quanto si potrebbe verificare la vicenda delle liste civette nelle votazioni politiche del 2001.
In quanto si potrebbe mettere un candidato di un partito sotto un altro simbolo nel maggioritario, e se risulta eletto, non viene conteggiato nel numero dei seggi maggioritario da sottrarre, guadagnando in tal modo un seggio.
Quarto: il sistema elettorale tedesco viene spacciato come permettente di espletare la preferenza.
Non è vero!
In quanto nel maggioritario se non si vuol votare il candidato del proprio partito, per proporre un altro candidato si deve dare il voto ad un altro partito.
Questo è ridicolo.
Le liste del proporzionale sono bloccate e pertanto non esiste possibilità di scelta.
Praticamente la scelta degli eletti rimane nella sua totalità sempre ai poteri decisionali dei partiti.

mercoledì 21 novembre 2007

BANDIERA BIANCA


Oggi 20 novembre 2007 dopo 50099 giorni dal 1870 a Roma sventola nuovamente bandiera bianca.
Il marchingegno creato dall’impero romano ed in seguito dalla Chiesa aveva creato una buona macchina per succhiare denaro.
Attualmente si è verificato un periodo di vacche grasse, non più sotto le antiche egide, essendo di moda la partitocrazia.
Non vi sono più i latini di una volta. Adesso vi sono degli sprovveduti provenienti da tutte le parti della penisola, autodidatti e con la pretesa di essere capaci di rubare.
Il rubare latino non è una improvvisazione è sempre stata una arte. I contemporanei sono ignoranti, credono sia sufficiente mettere una sonda nella ricchezza dello Stato e pompare.
Non ci sono più i ladri di una volta discendenti da Pompeo.
Roma attualmente ha accettato di far parte dell’Europa economica creata dalle banche. Ha continuato a rubare pensando che eventuali guerre, pestilenze e svalutazioni avrebbero appianato tutto. Il concetto della provvidenza applicato alla politica.
Invece non si fanno più guerre, non si può certo denominare guerra la operazione in Afghanistan, usata solamente a proteggere i coltivatori di mariuana, incapaci a soddisfare le esigenze del mercato. Ne tanto meno si verifica una svalutazione, la nuova moneta è mantenuta salda.
Le banche incassano inesorabilmente gli interessi. Però per rendere potente questa moneta le banche devono mettere sotto controllo la contabilità di oltre 25 Stati. Nessuno deve andare fuori dei limiti stabiliti.
E’ stata compiuta una eccezione per l’Italia in quanto non si poteva costruire l’Europa senza inglobare la più antica capitale di un impero europeo.
Il debito pubblico italiano è pari circa al 25% del debito pubblico europeo. La situazione non è preoccupante in quanto sarebbe sufficiente per ogni europeo pagare un surplus di tasse pari a mezzo euro al giorno ed il problema poco alla volta si risolverebbe.
Il vero problema è determinato da tutti gli Stati europei desiderosi di raggiungere la percentuale del proprio debito pubblico rispetto al Pil, come lo Stato italiano.
Ma se questo succedesse sarebbe il crollo della credibilità dell’euro. Adesso, dopo diversi anni di paziente aspettativa, la Banca Europea ha dato l’ordine perentorio a Roma di rientrare. Ma il governo romano non solo non ha diminuito i debiti ma ha adoperato il federalismo nel contrarne altri attraverso gli enti locali.
Per diminuire i debiti occorre risanare la situazione, occorre cambiare politica.
Il dominio della partitocrazia si regge sul furto, e negli anni si è selezionata in modo capillare una classe dirigente guazzante nel latrocinio, i partiti hanno costruito strutture interne ed esterne in modo da non intralciare il rastrellamento delle ricchezze.
Inoltre per avere la consacrazione di contrarre debiti, per poter aumentare le spese dello Stato in modo da poter lucrare con le tangenti, hanno inventato un numero considerevole di partiti onde cercare capillarmente il consenso.
Questa parcellizzazione ha creato come supporter un clientelismo feroce. Inoltre per un contratto fatto con la Mafia nel 1946, in seguito all’aiuto da questa fornito all’esercito alleato nel 1943, lo stato italiano ha abdicato quasi totalmente a raccogliere le tasse al Sud.
Dietro consiglio dei potentati economici mondiali la partitocrazia ha accettato nel 1993 di trasformare il sistema politico in bipolare. Però furbescamente si sono mantenuti i partiti fingendo solamente di stare uniti. Questo sistema era stato imposto perché si credeva che vincendo un polo questo avrebbe determinato una serie di drastici provvedimenti per risanare l’economia dello Stato.
Invece il sistema ha continuato imperterrito a macinare debiti, a creare clientele, a godere degli sprechi e delle tangenti di stato.
Si è cercato di far vincere la destra nel 94, poi la sinistra nel 96, poi nuovamente la destra nel 2001, infine con grande fatica far vincere la sinistra nel 2006.
La partitocrazia aveva trovato un sistema per giustificare la propria impossibilità di effettuare un risanamento. Il sistema permetteva a molti partiti di andare contemporaneamente al governo. Il loro elevato numero crea sempre la possibilità di esservi sempre un partito contrario alle riforme contro lo spreco. Ossia i poli avevano creato al loro interno un sistema sempre contrario a quelle riforme negative per il tenore di vita dei cittadini, determinanti un calo del consenso.
Perché la partitocrazia quando pensa di diminuire le spese non si riferisce mai a se stessa ma si rivolge sempre contro la società.
Non solo, abilmente nel 2006 si è votato con una legge elettorale determinante un minimo scarto tra vincitori e vinti, in modo tale che la possibilità di cambiare il sistema non si potesse effettuare vista la minima e precaria differenza di parlamentari.
I poteri forti mondiali hanno compreso come il bipolarismo non permette il sorgere di una forza riformatrice, ma questo si ottiene solamente attraverso il bipartitismo. Ossia i due partiti di base, con un sistema elettorale creato per la bisogna, non devono più avere la possibilità di emergere essendo i propri naturali alleati ridotti ad infinitesimali rappresentanze. Tuttavia necessarie affinché nessuno dei due partiti abbiano la maggioranza assoluta.
I due partiti impossibilitati si devono accordare per il governo.
Un esempio similare esiste in Germania, ecco perché attualmente si propugna il sistema elettorale tedesco che ha creato quel sistema di governo a cui sono obbligate a partecipare le due forze agenti su versanti ideologici avversi.
La Sinistra italiana ha creato uno dei due partiti, risultato ottenuto attraverso un lungo lavorio molte volte con grandi risvolti recitativi,.
La Destra, grazie al suo leader, recitante l’immagine del decisionista, in poche ore ha messo in campo un nuovo partito.
Il fatto che si siano creati i due partiti dimostra oltre ogni ragionevole dubbio l’intenzione di procedere in modo serio, il potere bancario europeo non ammette più tergiversazioni.
La partitocrazia deve fare il suo atto di contrizione ed incominciare a ridurre i megalattici sprechi.
Ed allora per far digerire la stretta economica, il manager della destra ha incominciato ha fingere di interessarsi dei cittadini, indicando come il partito da lui creato sia punto di riferimento al popolo italiano.
In quanto adesso il problema è impedire il sorgere di qualcuno che prenda le difese del popolo di fronte alle nuove situazioni economiche prodotte durante il risanamento. Infatti la situazione sarà dolorosa per i cittadini, perché la partitocrazia, pur trasformandosi non intende per nulla cedere o correggere il sistema di rapina attuale.
Per convincere la partitocrazia ad intraprendere la via del risanamento, il potere economico europeo ha iniziato una martellamento sugli sprechi dei partiti. Oggi è di sentore comune come la crisi economica delle famiglie è imputabile principalmente ai partiti.
Conseguentemente quando i due nuovi partiti incominceranno a stringere ne nascerà una reazione dei cittadini. Questi convinti dalla visione di come verranno diminuiti gli sprechi crederanno giunto il momento che il denaro risparmiato debba essere distribuito. Cosa impossibile perché le baronie di rapine continueranno imperterrite a proliferare.
Chi deve stringere la cinghia sono i cittadini.
Ed allora quella bandiera bianca deve avere una nuova interpretazione.
Non una resa dei partiti che non si arrenderanno mai.
Ma il segnale del via di iniziare a chiedere di avere nel portafoglio dei cittadini quanto si dovrà risparmiare.

lunedì 19 novembre 2007

PREDOMINIO


In natura la vita ha in se programmato il sistema della sopravvivenza. Affinché questa si realizzi più facilmente si devono affacciare alla vita esseri in continuo cambiamento: La staticità e l’uguaglianza tipo clonica rende più facile il rafforzamento di situazioni aggressive.
Allo scopo il programma della vita ha risolto il problema della diversificazione determinando la procreazione con l’abbinamento di due esseri in modo tale da formare un numero di combinazioni tendenti all’infinito.
In questo modo le formazioni viventi, hanno sempre uguali basi genetiche, ma sono differenti come combinazioni. La differenza continua determina la creazione di esseri con possibilità di sopravvivenza naturali superiori od inferiori, mai uguali.
La natura si addossa il compito di selezionare gli esseri in modo che i rimasti,al momento, dovrebbero portare con se un bagaglio genetico rivolto al meglio.
La selezione avviene attraverso la perdita della vita degli esseri meno forti, però questo determina un problema non indifferente.
Se la procreazione dell’essere vivente è semplice allora è sufficiente la nascita contemporanea da un solo essere di un numero elevato di discendenti e la natura si preoccupa di effettuarne la selezione.
Il disegno della vita è nato da un programma divino con uno schema unico. Pertanto più l’essere vivente è complesso maggiore è lo sforzo, il tempo e la dedizione per attuare la sua formazione.
Ed allora se il tempo per la possibilità di creare un essere autosufficiente è alto e la dedizione della procreatrice è necessariamente elevato, da non poter dedicarsi contemporaneamente ad un numero elevato di esseri, allora la natura ha predisposto in questi casi la selezione non dopo la nascita ma prima del concepimento.
La evoluzione della creazione è giunta a forme di vita sempre più complesse e questo comporta conseguentemente l’aumento del tempo in cui l’essere giunto alla vita deve dipendere dalla procreatrice.
La complessità del disegno della vita è sfociato ai mammiferi, esseri complessi da non riuscire a svilupparsi completamente all’interno della procreatrice e da essa devono dipendere interamente anche per l’alimentazione iniziale.
L’uomo è un mammifero e la sua progenie segue la selezione degli animali superiori.
Conseguentemente per la selezione la natura ha imposto l’istinto naturale all’essere femminile, predisposto alla vita, a cercare per la procreazione l’unione con l’essere dotato di messaggi indicanti maggior capacità per la sopravivenza.
Nel maschio fornitore della possibilità della variazione genetica la natura ha posto l’istinto di combattere per poter giungere alla procreazione: Allo scopo l’uomo, come tutti gli animali più complessi, è portato a confrontarsi con gli altri per avere il predominio genetico verso la donna. L’uomo per la sua spinta genetica, base stessa dell’istinto delle vita, deve lottare per il sopravvento.
Il desiderio di essere partecipe alla procreazione ha determinato l’aspirazione dell’uomo verso il potere, che nell’immaginario dell’uomo, è la rappresentazione della supremazia sugli altri.
Maggiore è la paura di perdere la supremazia, maggiore è il desiderio inconscio di mantenere il potere, qualsiasi forma del medesimo per continuare l’esercizio, ha necessità di un riconoscimento.
Il potere genetico nell’immaginario umano si era fuso con l’identificazione del comando del gruppo. L’uomo capo e depositario della forza genetico è seguito, in modo naturale, dalle donne propense di averlo scelto come padre della propria prole. Questo è necessario in quanto la donna considera il padre dei suoi figli essere il maggiormente interessato a difenderli nutrirli.
Grazie alla pratica dell’agricoltura, si ottiene un aumento esponenziale delle risorse per la nutrizione, e si formano gruppi sempre maggiormente numerosi. Comunque rimase forte a livello istintivo il concetto del dominio di un uomo sugli altri.
Questo dominio, con l’aumento del gruppo, non si identificava sempre con il diritto di procreazione genetica, in quanto oltre un certo numero di donne un uomo solo non è in grado di fornire la credibilità alle medesime di poter attendere a procurare il nutrimento e la difesa di un numero elevato di figli.
Si perdette l’unicità del dominio genetico ma nei gruppi umani si consolidò il concetto di comando che risultò indispensabile per la gestione del gruppo specialmente quando il numero incominciava già a delineare la formazione embrionale di popolo.
La conduzione di un popolo è anche necessaria ed indispensabile per il miglioramento della qualità della vita, occorre un capo adatto a creare e far rispettare regole comportamentali: La necessità delle regole era indispensabile in quanto l’uomo essendo un essere pensante può mutare il suo comportamento discostandolo dal semplice istinto. Queste diversità comportamentali sorgenti dovevano essere controllate affinché non nocessero alla comunità.
Il potere ha la necessità di un riconoscimento per facilitarne l’esercizio. Tale riconoscimento deve avere una impostazione per aumentare la sua durata temporale creando il minor numero di verifiche della sua validità.
Il potere nell’ambito dell’umanità ha avuto il seguente cammino.
All’inizio esso si identificava nella forza, la quale era il metro per verificare la supremazia. Questo perché la forza era anche l’aspetto esteriore della supremazia del portatore del migliore patrimonio genetico. Però con il crescere dei gruppi umani il potere doveva non essere identificato in funzione della forza ma della capacità di conduzione.
Conseguentemente la scelta del detentore del potere doveva considerare i seguenti requisiti: potere gestibile in modo temporaneo riconoscendo le possibilità di alterazione del metodo comportamentale del capo causa le alterazioni determinate dal tempo, impedire che l’indicazione del potere fosse solamente in funzione della supremazia genetica ma fosse dovuto alle sue capacità intuitive.
Da quel momento ogni uomo, seguendo la spinte ad emergere per una inconscia volontà di affermazione, cercò di avere la supremazia. Essendo l’uomo un essere intelligente egli ha sempre ricorso a questa sua dote per il dominio sugli altri. Tuttavia la ricerca del potere con il suggello dell’indicazione, il consenso e l’accettazione degli uomini del gruppo aveva l’incombenza di impedire ad altri di affermarsi.
Necessariamente per ottenere il potere, specialmente in gruppi numerosi, se non si avevano i requisiti per ottenerlo attraverso il consenso, si ricorreva a creare gruppi ristretti con la credibilità di conferirlo.
La ricerca del potere a tutti i costi portò ad eliminare il concetto della superiorità genetica come elemento qualificante, ma contemporaneamente portò a dare scarsa considerazione alla capacità di conduzione non essendo controllabile sul momento. La possibilità di conferire il potere fu affidata a dei gruppi aventi determinate caratteristiche specialmente quella di essere esperti nel circondarsi di credibilità.
Nei depositari delle forme religiose, la capacità consolidata di creare situazioni di cedibilità era la garanzia di determinare il convincimento della loro autorevolezza nel conferire il potere. Ai tempi dei sumeri il monarca governava, non per merito proprio, ma per incarico del Dio venerato, il potere era di origine teocratico.
In definitiva il potere adiveniva o per eliminazione o menomazione degli avversari (sistema primordiale), o per consenso del gruppo ( i primi sistemi di creazione dei capi della cultura sumera), o per delega di un gruppo ristretto( quello che gestiva la religione).
Contemporaneamente a queste affermazioni del nuovo modo di gestire il potere, nasceva il concetto di ricchezza. Questa è l’insieme di quelle particolarità permettenti di ottenere un migliore tenore di vita e un garantire una più sicura serenità per il futuro per se e per la propria discendenza.
Inoltre la ricchezza determina la possibilità di ottenere più facilmente il potere e questo a sua volta determina ricchezza. Il potere alimenta se stesso.
Da questi pochi concetti chiaramente l’uomo tende al potere per una formidabile spinta ancestrale genetica, ma lo ricerca a tutti i livelli come mezzo per raggiungere la ricchezza.
Questi sono gli assiomi caratterizzanti la storia conosciuta e interpretata.
La ricchezza si ottiene col lavoro, la produttività, la dedizione al sacrificio degli esseri umani. Essi hanno la capacità di trasformare la natura e da essa ricavare mezzi in continua evoluzione modificando in meglio il rapporto umano con l’esterno.
Un capo, maggior numero di uomini ha sottomesso, generalmente ha maggior possibilità di produrre ricchezza, conseguentemente quasi una formula matematica; il numero dei sudditi è proporzionale alla ricchezza prodotta e pertanto sfruttabile.
Questo postulato non è sempre vero. Se il dominio sugli uomini si allargava ed aumentava il numero dei sottomessi, la loro gestione poteva diventare difficile, in quanto non tutti gli uomini si riconoscono nella struttura indicante chi deve gestire il potere.
Il capo oltre un certo limite può sfruttare gli uomini, fuori dalla cultura che lo ha creato, solo attraverso la forza.
Essa è necessaria per assorbire nuove ricchezze quando si procede alla eliminazione dei depredati. Se si vuole continuare nello sfruttamento dei popoli conquistati, questi non devono essere eliminati ma solo ridotti a procacciatori di ricchezza.
Maggiore è il numero della gente sottoposta a sfruttamento, maggiore è il numero degli uomini adibiti a praticare la violenza per convincere i popoli ad essere sfruttati.
Se questo sistema continua allora si arriva al punto in cui i popoli schiavi vengono mantenuti tali da uomini provenienti da altri popoli schiavi e conseguentemente il sistema diventa così precario da non poter resistere.
Tutti gli imperi hanno proseguito su questa via e sono crollati.
Ecco perché la cultura latina non ha eguali.
La cultura delinquenziale di Roma ha avuto uno sviluppo culturale ineguagliabile. Il patrimonio genetico dei predatori fondatori di Roma dediti ai furti di beni e di donne si è perso totalmente, ma la loro cultura resta nei secoli come ispiratrice.
Questa cultura riuscì a far comprendere all’illirico Costantino, come l’impero romano sarebbe crollato perché non si poteva mantenere schiavi i popoli attraverso altri popoli schiavi.
La holding dell’impero romano aveva 900.mila legionari per 20 milioni di schiavi, il costo di gestione era troppo elevato, le spese superavano gli utili e la società dovette fallire.
Occorreva un solo popolo. I sumeri avevano insegnato come ad ogni popolo doveva corrispondere il suo Dio, ed allora se si voleva un solo popolo occorreva un solo Dio.
Un Dio che cancellasse gli altri in modo da essere il rifugio per tutti.
La soluzione era il monoteismo, inventato dagli ebrei incapaci di intuire la grandezza delle possibilità del progetto. Comunque attraverso il monoteismo si poté radunare grandi ammassi di uomini sotto un solo segno di sfruttamento, tuttavia occorreva sempre una serie di intermediari sfruttanti ciascuno la propria zona con diversità nazionalistica, e propensi a fare la cresta sulla ricchezza succhiata.
La Chiesa subentrata all’impero aveva instaurato il nuovo sistema di sfruttamento e snobbava coloro che, pour ambendo di vivere nella sfera degli sfruttatori, non desideravano entrare nei ranghi della Chiesa, perché aveva stretto, dopo il Concilio di Trento, le regole comportamentali del suo clero.
Aumentava il numero dei desiderosi della ricchezza, conquistata per se, senza doverla dividere in una struttura religiosa, che per esistere doveva essere restrittiva.
La Chiesa asseriva: i popoli li ho uniti in una sola religione e me li gestisco
Contro questa affermazione risposero in molti, riuniti talvolta in gruppi segreti per non essere perseguitati, in quanto la Chiesa non scherzava.
La Chiesa continuava a succhiare le ricchezze per se e le proprie strutture, e tali gruppi segreti lanciarono la sfida di creare la ricchezza senza l’aiuto dei popoli, ossia con la ricchezza virtuale.
Si può immaginare quale mazzata è questo nuovo progetto e quali lotte si sono compiute fuori dalla capacità conoscitiva dei popoli per arrivare a questo.
Se il progetto va a buon fine, ed a vedere dai progressi sembra quasi raggiunto l’obbiettivo, non servono più i popoli.

Popoli: prima parte


Molti non credono all’equilibrio della creazione. Tuttavia occorre riconoscere come il creato ha delle impostazioni di programmazione certamente attuabili solo da un Dio.
Ogni avvenimento, ogni azione, ogni passaggio sulla terra ad un esame attento appare seguito da un controllo o da un contenimento. Ogni azione ha in se un equilibrante e non è permesso il procedere di agire in modo diretto tale da andare contro al creato. Vi è sempre qualcosa ad impedire l’esagerazione contro il disegno della creazione.
La Chiesa di Roma aveva risolto il dominio dei popoli e dopo secoli di sfruttamento si erano allentati i costumi. Ogni gruppo desideroso di emergere, per sopravvivere, deve avere un comportamento giustificabile attenendosi in qualche modo al sistema rappresentato.
Il Cristianesimo predicava una serie di comportamenti di un certo rigore, invece il clero aveva assunto metodi simili a quelli dei potenti ossia libertini. La colpa non risiedeva nella religione, era il monoteismo a determinare situazioni di sfruttamento inattaccabili. La sicurezza della classe sacerdotale era dovuta al predicare un Dio senza concorrenza e conseguentemente era una attrazione per i desiderosi di trovare un facile sistema per sbarcare il lunario, con un tenore di vita, in molti casi, decisamente invidiabile. Il cercare uno spazio determinava un clero non sempre corrispondente ai dettami evangelici ed era motivo di scandalo.
Purtroppo questi scandali intaccavano anche le classi dirigenziali ecclesiastiche portando fino al raggiungimento del massimo dell’abbindolamento rappresentato dalla simonia, la classica goccia per fare traboccare il vaso. Come reazione si determinò la Riforma di Martin Lutero.
Secoli di dominio avevano reso la Chiesa di Roma presuntuosa del suo potere, pertanto essa prese in scarsa considerazione Lutero e quando capì la estensione del problema ormai era troppo tardi. In seguito Roma cercò di riparare al problema e si arrivò al concilio di Trento, il libertinaggio ed i cattivi esempi vennero imbrigliati e si iniziò ad imporre un ordine morale.
Questa presa di posizione fu di grande aiuto alla immagine della Chiesa di Roma, ma allontanò molti dall’intraprendere la via ecclesiastica. Questa presa di posizione portò molte persone intelligenti, capaci, con spirito di inventiva a cercare di inserirsi nella società imprenditoriale, produttiva, commerciale e di servizi.
Per molti la strada ecclesiastica non era più la fonte della sicurezza economica e molte volte la tomba delle loro capacità intellettive.
Contemporaneamente a questo nuovo indirizzo stavano giungendo dall’Americhe tonnellate di oro e di argento permettendo uno sviluppo mercantile, produttivo ed economico enorme.
Nascevano nuovi possibilità di lavoro e di ricchezza, e si creava una classe di persone arrivate a situazioni economiche invidiabili, rispetto al tenore di vita esistente. Queste nuove attività procuravano ricchezza senza dover ricorrere nella sua totalità al semplice sfruttamento.
Da quel momento fuori della Chiesa fu un fiorire di capacità, di intelligenza, di cultura, di sete di innovazione tali da divenire una foresta rigogliosa.
Questo movimento determinò una reazione della Chiesa paurosa del sorgere di un sistema alternativo nella gestione del potere. Aumentavano in modo esponenziale coloro i quali non dovevano dipendere dal potere ecclesiastico o dal potere nobiliare con la patente di riconoscimento da parte della religione. Questi nuovi alfieri dovettero, per non incorrere nell’ire pericolose della Chiesa, ricorrere alla segretezza e cominciarono a riunirsi in gruppi dando inizio alle società segrete.
Dopo migliaia di anni di dominio religioso nell’uomo è innato il senso sacrale, il quale è l’unico creatore nell’immaginario comune di un suggello credibile. Anche le società segrete per essere più accettabili, per aver un maggior peso nei nuovi affiliati dovettero darsi un aspetto sacrale.
In una società in cui la vita è l’unico bene posseduto e la durezza dell’esistenza è enorme, in modo tale da creare una società con moltissimi sbandati, subentra la mentalità come non è solo importante esistere ma è anche importante da chi si è guidati. La sacralità del comportamento crea nell’immaginario umano il senso della serietà, dell’importanza e della sicurezza e pertanto anche le società segrete composte da uomini hanno dovuto ricorrere a questi comportamenti rituali.
L’uomo nella sua spinta genetica vuole che il suo bagaglio vada oltre alla sua morte ed è naturale che si difendano i figli, emblema della discendenza. Il concetto della discendenza è uno dei pilastri fondamentali della cultura umana se non il più importante, nasce così il concetto della discendenza come segno di ricchezza per l’umanità, pertanto l’importanza di una persona, di una cultura, di una società di un gruppo è determinato dalla sua origine.
Le società segrete, per aumentare la propria credibilità dovettero, loro malgrado, costruirsi una ascendenza culturale vecchia anche di molti secoli. Comunque non fu difficile trovare nella storia dei gruppi, considerati e trasformati in antesignani, a loro volta nei tempi passati ricorrenti alla segretezza per compiere opere di qualsiasi portata, indole, tendenza, utilità, progetto, ambizione, meta e coltura.
Lo scopo civile e culturale dei gruppi segreti sorti dopo il concilio di Trento portò un grande rinnovamento nella società. Questi fermenti furono però osteggiati dalla Chiesa, essa vedeva nelle innovazioni il pericolo di un cambiamento passibile di intaccare il meccanismo del dominio impostato sul monoteismo.
Organizzazione vincente non si cambia.
Questo determinò uno scontro frontale e la Chiesa risultava, specialmente all’inizio, vincente in quanto era appoggiata dal potere, qualcuno pagò anche con la vita (Giordano Bruno) .
Lo scontro era inevitabile in quanto logicamente le forze di rinnovamento erano alla ricerca di uno spazio di potere intaccanti la struttura di dominio creato attraverso alla religione e alla classe della nobiltà abilitata al comando con il consenso carismatico religioso.
La lotta venne radicalizzata, e come reazione iniziò il tentativo di eliminarsi vicendevolmente fino al punto di cercare di sostituirsi al potere della Chiesa. La scontro portò all’odio ed un desiderio di supremazia di una fazione sull’altra, fino ad apparire come fine a se stesso.
Il concetto della Chiesa di Roma, innestata sulla cultura latina, era sempre stato quello di impossessarsi del potere per avere ricchezza a sua volta determinante altro potere. Le società segrete in alternativa perseguivano la ricchezza per avere potere che avrebbe fornito altra ricchezza.
Questa contrapposizione aveva assunto l’aspetto di una guerra in piena regola combattuta sopra alle teste ignare dei popoli.
Le due fazioni si misero in posizione speculare di contrapposizione anche nella parte teorica culturale.
Si arrivò persino a dividersi nella conduzione esoterica-culturale; se la Chiesa si appoggiava a Dio le società segrete furono indicate come seguaci di Lucifero, l’angelo portatore di luce.
Se la Chiesa di Roma era considerata generatrice di tenebre le nuove società segrete erano invece apportatrici di luci da qui sorge la parola illuminismo
La Chiesa ormai si era appropriato del subcosciente dei popoli per ottenere la ricchezza, la nuova filosofia pensò di ottenere la ricchezza senza sfruttare i popoli al massimo usufruire dello sfruttamento dei singoli. Questo sfruttamento a persona era solo un momento storico in attesa della vittoria finale.
La Chiesa di Roma condizionava i popoli, ma per sua natura non avrebbe mai potuto occuparsi di tutti i popoli in quanto la forza religiosa è grande quando riesce ad inserire nel suo programma l’opera missionaria. Se esiste una sola religione per tutti i popoli non vi può essere la spinta di avere un nemico rappresentato dagli altri Dei che sono solo molteplici visioni del dio del male.
Se i popoli erano la terra fertile su cui prosperava la Chiesa di Roma, il primo mezzo per uccidere la Chiesa era eliminare i popoli. Questa eliminazione era rivolta a quelle miriadi di colture nate nell’umanità, queste con la loro diversità danno la sicurezza al programma della creazione in quanto con innumerevoli modi di affrontare le diversità del creato permettono la sopravvivenza del gioiello della vita : l’uomo.
Contemporaneamente le nuove società segrete cercarono di creare la ricchezza attraverso un nuovo metodo, realizzato attraverso la ricchezza virtuale.
La ricchezza virtuale è una derivazione della invenzione della moneta.
La Chiesa di Roma continuava a sfruttare la prima grande invenzione rappresentata dalla religione, le società segrete sfruttarono la seconda invenzione identificata nel denaro.
Il primo compito era di diminuire le basi della Chiesa di Roma. Si poteva cercare di togliere a Roma il monopolio della prima invenzione ossia la religione. Non era possibile perché se si creava un altro Dio si sarebbe caduti nel politeismo, e questo avrebbe favorito Roma; essa trae la sua forza anche dalla negazione del politeismo, e maggiore è questa espressione culturale, maggiore è la forza unificante della predicazione monoteista.
Il cercare di sfilare il monoteismo a Roma era una via sbagliata, aveva provato Martin Lutero ma non era riuscito, infatti per aver il consenso in questo tentativo egli aveva dovuto accettare una democratizzazione religiosa portatrice della nascita di un serie illimitata di confessioni. Queste confessioni, nella loro diversità ed amore di indipendenza, per distinguersi avevano impedito una unicità centralista diminuendo la forza di opposizione a Roma. L’operazione era stata pericolosa e il Protestantesimo corse il rischio di sfiorare la mentalità politeista, infatti tale era la paura dei Riformisti di questa brutta piega da dover proibire le immagini nelle loro chiese.
Il protestantesimo dovette rifugiarsi nella unica forma unificante disponibile non di piena proprietà di Roma: la Bibbia. Si dovette trasformare praticamente ogni padre di famiglia in interprete e ministro della nuova religione. Se la frammentazione delle confessioni era pericolosa tanto valeva andare fino in fondo, in tal modo la base avrebbe controllato i vertici, in quanto questi vertici non erano facilmente condizionabili.
Pertanto le società segrete abbandonarono la strada di portare via il Dio a Roma e al massimo accettarono , vero o non vero, di appoggiarsi al nemico di Dio :Lucifero.
Questo fu un segnale della debolezza di innovazione delle società segrete, queste in fondo avevano come motore la ricerca della ricchezza e non avevano ne il coraggio, ne la forza, ne la capacità ne la volontà, ne l’interesse di fare un salto. La loro parte esoterica rimase sempre nel filone religioso sumero o eresiaco-sumero. Lucifero è parte integrante del pensiero sumerico.
Mentre si lottava con Roma con azioni di difesa e di attacco di piccolo cabotaggio, si mise la base della distruzione dei popoli ossia della formazione di una sola società di tutti gli umani.
Moltissimi di coloro immedesimati in questo nuova forma di credo trascorsero la loro vita senza capire la grandezza del disegno, era giusto il loro rimanere nell’ignoranza perché il progetto avrebbe potuto far tremare il sangue delle vene anche dei più interessati.
Si è incominciato per l’annullamento dei popoli a cercare di abbattere il primo collante unificante: la religo ossia l’insieme delle regole comportamentali, culturali il tutto confezionato con il suggello della divinità.
Inizia così la predicazione dell’ateismo, l’illuminismo è anche alla lunga imparentato con la predicazione dell’inesistenza di Dio. Questo aveva tre scopi principali, uno il mettere in dubbio il veicolo principale della Chiesa, il secondo di facilitare culturalmente il passaggio di nuovi addetti alle società segrete, il terzo mettere le basi del ridimensionamento dello spirito religioso come elemento unificante.
Ma questo espediente non avrebbe portato lontano bisognava distruggere i popoli dall’interno, bisognava creare un movimento culturale, palesemente autonomo atto a compiere questo lavoro sporco e portasse avanti i disegni preordinati del nuovo potere. Ci voleva una nuova idea.

Popoli: seconda parte

Nei popoli vi sono elementi formidabili, formanti le cellule della società: sono le famiglie.
La famiglia è la cellula garante per la creazione e la educazione dell’uomo, la sua esistenza e la sua codificazione sono il segno basilare della società e dello sviluppo dell’umanità specialmente dal punto di vista sumerico e di reciproco sussistenza.
Tutti i popoli sopravissuti hanno dovuto codificare, sostenere e sacralizzare la famiglia. In essa tra gli innumerevoli compiti vi sono alcuni aspetti da evidenziare: nella famiglia si sviluppa l’elemento di fiducia per cui i beni e le agevolazioni sono suddivise tra i componenti conservando il rispetto della natura di tutti. La famiglia è un nucleo dove, in genere, vi è un senso unico della proprietà e viene di norma difeso globalmente dagli attacchi esterni, pur nelle problematiche delle divisioni interne.
Quando questo spirito di comunanza può avvolgere anche più famiglie unite o per vincoli di sangue o di vicinanza prolungata, e se si indebolisce per l’aumento di numero, allora si passa dal concetto di clan a quello di popolo.
L’uomo è un combattente nato, però ha bisogno di avere dei punti di riferimento per poter contare su uno (esempio più usuale il coniuge famigliare) o su molti su cui potersi fidare e poter dividere il bene ed il male della propria esistenza. Quando si vuole manipolare il comportamento umano occorre tenere sempre presente questa necessità molte volte trascurata culturalmente.
Se si vogliono distruggere i popoli si deve distruggere le famiglia, ecco il compito principale e sporco da compiere.
Ma se si compie questo si deve pensare a come salvaguardare la necessità dell’uomo di porre in comune le sue sostanze ed aspirazioni come mezzo di testimonianza di fiducia reciproca.
Nel distruggere la famiglia non si può arrivare in modo diretto ma lungo il cammino bisogna salvare qualcosa per non fare irrigidire l’uomo nel diniego alla operazione.
Ed allora la cultura creata per il progetto finale doveva tenere conto di questo principio.
Le società segrete, come già accennato, non abbandonarono affatto la cultura sumera, e conseguentemente erano consapevoli come i popoli, le culture e le religioni si potevano sostenere se si appoggiavano su vantaggi materiali.
Mosè insegnava; con la manna aveva formato un popolo e stabilizzato per sempre il monoteismo.
Quaranta anni di manna hanno cambiato le religioni del mondo.
Il pensiero filosofico creato per essere la struttura per uccidere i popoli doveva assumere anche un aspetto religioso nell’aiutare a migliorare le possibilità di avere beni e servizi di sostentamento.
Chi era che doveva portare avanti questa filosofia di distruzione dei popoli diventati ostacolo alla ricchezza virtuale?.
Le persone più umili per sopravvivere devono compiere i lavori più sordidi e conseguentemente sono già adatti a compiere questo lavoro di distruzione della famiglia, sporco nel piano culturale ma sempre sporco. Esse inoltre hanno un tenore di vita molto basso e per addomesticarle necessitano di una quantità di “manna promessa” minore, inoltre sono incapaci di emergere, sono più facilmente condizionabili e possono accettare una linea guida nuova.
La linea guida fu trovata , anche perché era gia sempre esistita nell’immaginario umano.
Il sistema di rapporto nella famiglia od in gruppi di famiglie consanguinee, in qualche sparuto caso, era stato già stato condizionato con forme religiose-mitiche in cui non era conosciuta la proprietà privata ed era accettata la unione pacifica dei beni.
Questo progetto di una società in cui i beni sono in comunione è apparso sempre in molte comunità in tutto il mondo è creò il principio di comunismo che a volte poteva essere totale come invece assumere forma per particolari beni omogenei e solo quelli
Queste forme vennero chiamati comunismo è fu la base culturale del nuovo progetto.
Nelle civiltà mediterranee il concetto di comunismo appare in alcune società come Sparta, Creta, Cartagine, tuttavia è nella cultura ellenica od in culture influenzate dall’ellenismo che si notano i segni anche con sfumature utopistiche. Si può riscontrare tracce di comunismo in Platone o nelle dottrine dei pitagorici.
La comunione dei beni si trovano anche in comunità nella Palestina, la più importante di tutte quella degli Esseni a cui partecipò e forse collaborò anche Gesù il figlio di Dio.
Infatti nel sistema protocristiani vi è questo tipo di comunismo dei beni, ne parla persino Sant’Ambrogio.
A molti però non interessa la comunione della proprietà ma interessa principalmente il comunismo dei consumi, come era predicato all’inizio del Cristianesimo.
A questa filosofia si ispirarono in seguito gruppi fautori del comunismo dei consumi mettendo in pericolo il comportamento consolidato dello sfruttamento romano. Questi gruppi urtando il concetto della ricchezza, furono scomunicati, come i catari ed i patarini.
San Francesco predicava di dare tutto ai poveri, egli aveva subito l’influenza della madre nata in una famiglia catara.
In Tommaso Moro, con il suo scritto Utopia (1516), vi sono i segni del comunismo. Dopo Tommaso Campanella nella sua “Città del Sole“ vi è delineata un tipo di società ideale in cui per semplificazione esistono di nuovo momenti di comunismo di beni.
Il comunismo aveva già un vantaggio sulla religione come momento unificante perché non si basava su un Dio unico, ma sul consumismo unito.
In questa filosofia si prospettava il desiderio dell’uomo di avere qualcosa in comune con altri come mezzo tangibile di fiducia. Questo desiderio, era necessario, si esternasse verso la società e non verso la famiglia destinata ad essere distrutta.
Attraverso l’affermarsi della civiltà manifatturiera nasceva il contratto dello sfruttamento rivolto sempre ad un gran numero ma con rapporti diversi verso ogni uomo preso come singolo.
Questo sistema di sfruttamento era migliore perché prima si rivolgeva alle masse in modo non razionale, mentre il rapporto con il singolo significava la possibilità di ottimizzare ogni sfruttamento ad personam considerando tutte le possibilità, capacità, debolezze culturali del dominato.
Conseguentemente questo sistema permetteva di studiare ed applicare in modo capillare e pianificato il metodo di concedere al condizionato il giusto necessario alla sua sopravvivenza in modo da tenere tutti, senza eccezione, con la tensione economica.
L’agricoltura, prima dell’avvento dell’illuminismo, quando forniva un raccolto buono, permetteva, anche se temporaneamente, un momento di distensione.
Con l’avvento dell’era industriale il lavoratore non doveva mai avere un attimo di sosta e la sua tensione continua era il migliore terreno per la penetrazione nel suo ego della nuova filosofia. Questa riuscì ad attuare cambiamenti fondamentali e venne chiamata ideologia.
L’idea comunista seguì il metodo del monoteismo cristiano ed islamico, dalla religione sumera ebraica un solo dio per un solo popolo si è passato alle eresie numeriche un solo Dio buono per tutti i popoli. Si era mantenuto il concetto “ buono per tutti i popoli “ ma al Dio fu sostituita una idea creando una nuova eresia sumera.
Come le precedenti religioni od eresie numeriche il comunismo ha dovuto essere avvolto da un volume enorme di cultura, in quanto qualsiasi pensiero, se ha celato in un qualche angolo qualcosa contro l’uomo, deve avere una cultura di difesa.
Ne è esempio la Chiesa, ha avuto in San Paolo un grande imprenditore, ma ha dovuto essere aiutata, per rispondere ai dubbi, da formidabili padri della Chiesa che con i loro scritti hanno creato una invidiabile protezione culturale al monoteismo. La religione Cristiana si era inoltre preparata un'altra difesa culturale; dove il ragionamento religioso andava contro l’immaginario popolare si ergeva l’emissione dei dogmi adoperati con giudizio e con parsimonia, perché tutti i troppi storpiano.
Il comunismo, quale eresia sumera, ebbe necessità di un numero incalcolabile di scritti, pensieri, libri, conferenze, studi perché non aveva la seconda difesa del dogma. Non poteva adoperare questo artificio perché altrimenti sarebbe sceso nel sacro ed in tal modo non più credibile.
Ma non erano necessarie una infinità di sovrastrutture in quanto era appoggiato da un ansia di rivendicazione di milioni di esseri aventi il compito di essere sfruttati non come massa ma singolarmente.
Nell’uomo, essendo socievole, è insito il desiderio di unirsi nella difesa da certi comportamenti di sfruttamento, la nuova ideologia si prese il compito di dare un senso di unione e di difesa del nuovo singolo sfruttato.
Il comunismo era stato lanciato per aiutare il disegno della ricchezza virtuale necessaria per il raggiungimento di un potere totale.
Bisogna analizzare se i vari compiti sono stati eseguiti tutti e bene e quali risultati sono stati raggiunti.
Il primo compito era la distruzione della famiglia. Il filosofo Engel (1821-1895), fu uno dei padri del comunismo, importante la sua teoria sulla famiglia singola fondata sulla schiavitù domestica, aperta o mascherata della donna, quindi per combattere la schiavitù era indispensabile l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica.
Engels propugnava la introduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria. Tale inserimento della donna nel mondo produttivo permetteva l’allontanamento dal suo compito di procreatrice e della sua insostituibile figura nell’allevamento dei figli. Inoltre l’inserimento della donna nel mondo dello sfruttamento singolo, ha la prerogativa di fornire anche alla donna quel stato di ansietà continua da trasmettere ai figli per creare una società ansiosa più facilmente condizionabile.
Se si ostacola il compito femminile sottraendogli tempo per la produzione lavorativa si allevano meno figli e si raggiunge facilmente ad uno dei tanti mezzi messi in campo per la distruzione della famiglia.
Engel con la sua teoria sulla schiavitù della donna generò il concetto della sua emancipazione, espressa con il lavoro, un semplice trucco per aver più gente da sfruttare ma nello stesso tempo veniva messo in campo la figura dell’uomo schiavista.
L’emancipazione della donna non passava attraverso l’affiancamento della donna all’uomo sul piano del rapporto, ma si metteva le basi della lotta tra la donna e l’uomo.
Questo tipo di lotta era la base per toglier quella fiducia necessaria all’uomo desideroso di esprimersi con la fiducia e la comunione dei beni.
In tale modo si sostituiva ai coniugi, come oggetto di fiducia, esprimendosi con il concedere ad essa tutto il possesso.
Questo era un altro scopo del comunismo, quando un giorno la ricchezza virtuale avesse raggiunto il potere ed il possesso totale, diventava facile se la totalità dei beni fosse in mano ad un ente solo, ossia lo Stato, mentre se i beni erano nelle mani di molti verrebbe ostacolata l’assunzione attraverso innumerevoli rivoli.
Se il totale dei beni erano in mano ad un ente solo era più facile prenderlo in un colpo solo.
La distruzione della famiglia era un mezzo di minare i popoli dall’interno, però occorreva anche un sistema per colpire i popoli nel suo insieme.

Popoli: terza parte

A questo punto viene usato Carlo Marx (1817- 1883). Questi, il cui vero nome era Carlo Mardekhai, era un uomo di grande cultura essendo nato ed educato dalla sua famiglia di origine ebrea convertitasi al cristianesimo per non pregiudicare le possibilità di lavoro del padre .
Marx aveva una profonda cultura filosofica, fu un formidabile scrittore ed un uomo di grandi idee con la capacità posseduta dai padri della Chiesa di Roma atta a produrre una cultura di difesa dei pensieri e delle religioni da imporre ai popoli.
Engels, grazie alle sue intuizioni, capì la grande capacità di analisi di Carlo Marx. L’appoggio di Engels al filosofo fu facilitato dalle condizioni economiche di appartenere ad una ricca famiglia proprietaria di un grande gruppo industriale. Engels per devozione riconobbe un figlio illegittimo di Marx avuto da una cameriera. Marx non poteva riconoscerlo perché la cultura ricevuta dalla sua famiglia gli era di impedimento di riconoscere un figlio avuto da una donna di origine inferiore.
La abilità di Marx stava nel aver posto le basi della distruzione dei popoli dal punto di vista culturale dimostrando in modo semplice e persino credibile della loro non esistenza .
La sua teoria di sostegno alla nuova eresia sumera del comunismo consisteva nel dividere gli uomini in classi secondo il loro reddito. Non esistono i popoli esistono nel loro interno delle classi sociali identificatesi tra di loro trasversalmente. La classe sociale dei lavoratori di un popolo doveva trovare collegamento ed affinità con le classi dei lavoratori di altri popoli. Questa intuizione non era completamente sbagliata , in quanto d’altra parte era già adottata dalle società segrete collegandosi tra di loro in tutti gli stati dove vigeva il Cristianesimo.
Il vantaggio nella distruzione dei popoli nel progetto marxista consisteva nel mettere un ponte di interessi economici tra i popoli creando il mezzo per la fusione dei popoli.
Si doveva distruggere il concetto dei popoli, ma l’uomo doveva continuare ad esistere ed allora si dovevano mischiare le culture producendo la loro morte e trasformandole in un reperto archeologico. La morte delle culture dei popoli determinava la fine di questi creando una solo grande massa.
La formalizzazione culturale delle classi determinava all’interno di ogni popolo la famosa lotta di classe rendendo instabile qualsiasi forma di governo sorta per operare nell’interesse della conservazione del popolo.
La lotta di classe permetteva inoltre di cementare tutti coloro che il nuovo sistema economico aveva ridotti in condizione di tensione continua produttiva, causa il nuovo sistema economico.
Queste masse con la loro forza di urto riuscirono a portare a termine le lotte propugnate dal comunismo, ma la tensione fu sempre mantenuta, il comunismo mai cercò di togliere lo stress di sfruttamento, anzi cercò di coadiuvare il sistema perché producesse sempre un maggior numero di persone in stato ansioso.
Il comunismo si addentrò nei campi più disparati per la distruzione della famiglia. Il cercare di rendere frustata la donna e porla in antagonismo all’uomo in modo da facilitare la divisione delle famiglie, utile per diminuire la natalità ed aumentare l’alienazione dei figli impossibilitati ad appoggiarsi alla cultura famigliare.
Dare alla famiglia una patente di irrimediabile soluzione nella sua autodistruzione, perché i giovani non abbiano più fiducia nella sua utilità e nella sua durata.
Impedire alla famiglia venga riconosciuto, se non superficialmente, un aiuto per allevare i figli.
Non ostacolare lo Stato, nella sua tassazione forsennato sulle famiglie.
Dare un impulso alla pornografia come momento di alternativa alla famiglia.
La liberizazzione della pornografia ebbe anche un aiuto mettendosi in antitesi alla frustrazione sessuale perseguita dalla chiesa di Roma come uno dei pilastri importanti per il condizionamento delle menti.
In campo economico il comunismo, aiutò la creazione di miseria impedendo alla ricchezza virtuale di essere usata, anche inavvertitamente, per i popoli.
Il comunismo fu il difensore di chi persegue il dominio finanziario del mondo. Il sostegno della vita delle famiglie doveva derivare solo da chi si trova in strutture di cui non si può controllare il suo processo, ma aventi il compito di fornire un sostentamento (busta paga) elargito come manna senza alcun riferimento a quello che si compie onde avere diritto a questa assegnazione di denaro.
Certamente per sostenere un processo di tale portata occorreva una grande strategia ed un grande numero di mezzi.
Le religioni, eresie numeriche, avevano un clero non ridotto solo per sostenere i principi ma erano anche collettori di ricchezze necessari a sostenere la struttura.
Il comunismo non aveva un clero, scimmiottando il Protestantesimo, aveva trasformato ogni credente nella nuova ideologia come un ministro di essa, e conseguentemente non vi era una struttura in grado di accumulare ricchezze per la gestione della predicazione.
Era impossibile sostenere una struttura in cui i suoi ministri avevano il compito di distruggere se stessi, e fingendo di combattere, aiutavano con tutti i mezzi, aiutavano la ricchezza virtuale affinché si ammucchiasse in mano a pochi centri di potere.
Infatti il comunismo cercò di evitare la partecipazione del popolo alla suddivisione della ricchezza virtuale, ma il popolo si doveva realizzare identificandosi in una forma protettiva costante, astratta dalla situazione dell’ambiente in cui si trovava.
In questo visione si rivela palesemente come i fautori della ricchezza virtuale erano i padrini dell’eresia sumera comunista. Questa avrebbe dovuto all’interrogativo sul problema della mancanza di partecipazione, anche parziale, alla creazione della ricchezza virtuale, apporre il concetto di dogma, ma purtroppo le ideologie non hanno dogmi e muoiono.
Tuttavia se i ministri dell’ideologia non erano i grado di accumulare ricchezza per il sostegno della idea, si dovette creare un sostenitore finanziario del comunismo.
Tale sostegno poteva solo essere uno Stato. Infatti gli Stati erano indispensabili per garantire la credibilità della carta moneta, erano controllabili perché la carta moneta era gestita dalla banca centrale padrona dei cordoni della borsa. Se lo Stato voleva imporre uno stampaggio di carta moneta questo creava una svalutazione e conseguentemente la classe politica ritornava susseguentemente a miti consigli.
Quanto uno Stato desidera stampare carta moneta al di fuori del giro delle società segrete, sorge un fattore politico teleguidato determinante una svalutazione galoppante in modo da screditare velocemente lo Stato che ha voluto compiere un atto al di fuori del potere monetario.
Il Comunismo è stato creato affinché venissero distrutti i popoli, questo era ottenibile attraverso molti rivoli culturali e comportamentali, però vi era un concetto base che non si poteva fondamentale. Se la ricchezza virtuale è proprietà e mezzo di conquista del potere di pochi, il comunismo doveva solo creare miseria, e pertanto per simbiosi uno Stato applicante le teorie marxista avrebbe avuto un tracollo economico.
Di fronte a questo problema, se si voleva avere uno Stato trasformato in faro guida ed in sostegno, economico, politico e anche, se necessario militare, del comunismo occorreva fosse in possesso di ricchezze immense. In caso contrario questo Stato prescelto sarebbe caduto portando con se la distruzione del comunismo, il quale aveva bisogno di molti decenni di anni, per mettere le basi del progetto per cui era stato creato.

Popoli : quarta parte

Il Comunismo doveva restare in vita fino a quando, senza ombra di dubbio, il suo progetto avesse raggiunto la meta prefissa ponendo delle situazioni irreversibili.
Lo Stato prescelto per fare da sostegno al comunismo fu la Russia. Questo Stato è il più ricco del mondo, l’estensione del suo territorio è immensa. Parte dall’Europa, attraversa tutta l’Asia , e nella sua estremità tocca il continente Americano. La sua lunghezza è di undici fusi orari. Le ricchezze del sottosuolo sono talmente enormi da dare la sensazione di essere inesauribili. Il terreno coltivabile permetteva di denominare la campagna russa “ granaio di Europa”.
Pertanto dal punto di vista delle ricchezze la Russia avrebbe potuto resistere ad una conduzione sumera-ideologica-comunista per decenni prima del tracollo economico.
Inoltre vi era il vantaggio del patrimonio del popolo. I popoli di questo impero erano in condizione di grande miseria e pertanto i cittadini russi si trovavano già nella condizione economica perseguita dal comunismo per i popoli.
Vi era un altro vantaggio, i popoli dell’impero russo erano in condizione leggermente superiore alla schiavitù, questo permetteva, di continuare a mantenerli in tale situazione col grande vantaggio di non ribellarsi quando i risultati economici del comunismo sarebbero stati evidenziati.
Ultimo ed importante vantaggio era che i padroni della ricchezza virtuale avevano creato le loro basi in America e negli stati europei e vedevano con timore il gigante russo con le sue ricchezze come un mezzo destabilizzante nel progetto di dominio.
Mettendo il comunismo in Russia si ibernava questo Stato in attesa di tempi, situazioni e possibilità di conquista anche di quella parte del mondo.
Chiarito questi particolari strategici, si possono verificare i tempi storici.
Si incominciò con permettere una rivoluzione di carattere marxista in Russia nel 1905. Intanto si formava la classe dirigente che avrebbe nel momento opportuno trasformato l’impero russo in impero comunista.
L’uomo con il compito di guida era Vladimir Il’jè Ul’ianov detto Lenin (1870-1924). Egli entrò nel movimento rivoluzionario dopo la morte (1887) di un suo fratello, giustiziato per aver partecipato ad un complotto contro lo zar. Da questo fatto capì come l’elemento insurrezionale del popolo non era di facile applicazione se originato autonomamente.
Lenin era un avvocato ed aveva un base culturale solida ricevuta dalla madre di religione ebrea.
La sua attività culturale rivoluzionaria divenne frenetica. Intanto si era arrivati alla prima guerra mondiale. Questa guerra aveva avuto diversi compiti, obbligare gli Stati ad emettere tanta carta moneta in modo da rendere impossibile il ritorno alla coniazione di monete metalliche con metallo nobile, problema risolto ufficialmente al Congresso di Genova del 1922. Un altro compito era l’eliminazione dell’impero austriaco e conseguente abolizione del Sacro Romano Impero, per terminare l’opera di Napoleone. Ma la prima guerra mondiale venne usata per far entrare il comunismo in Russia.
Nel 1917, quando ormai era evidente la perdita della guerra da parte della Germania e dell’Austria, l’esercito russo in guerra contro gli imperi centrali (tedeschi) si ribellò, e precisamente la guarnizione di Piretroburgo (i soliti pretoriani facilmente manovrabili) determinando il 15 marzo l’abdicazione dello Zar Nicola I°.
La Germania era preparata al momento, essa era in guerra con la Russia, ora essendo scoppiata la rivoluzione e venendo mancare lo Zar, il governo tedesco logicamente aveva tutto l’interesse affinché la rivoluzione continuasse per rendere inoffensivo l’esercito imperiale russo. I tedeschi accettarono di mandare Lenin in Russia per fomentare la rivoluzione e mettere quello Stato in una situazione di disordine politico-militare.
Il giorno successivo all’abdicazione dello Zar, Lenin con altri compagni, viaggiando su un vagone ferroviario praticamente piombato venne portato dalla Svizzera, dove era in esilio, in Russia.
Il tempismo indica come dietro all’operazione vi era una organizzazione trasversale agli Stati seguendo un progetto da realizzare. Il 16 aprile Lenin arrivò a Pietrogrado ed inizio la rivoluzione, nel marzo 1918 l’esercito era completamente disgregato, ed iniziò una guerra civile protratta fino al 1921.
Da questo momento il comunismo ha uno sponsor economico militare per sostenere questa eresia sumera. Certamente, senza tanti pubblicità, la Russia ebbe sempre un sostegno da parte dei creatori della ricchezza virtuale, ma il compito fu immane. E’ vero che il comunismo ha realizzato il suo compito di distruzione della famiglia, creando nell’immaginario dell’uomo il concetto della non ingerenza del popolo nella produzione della ricchezza virtuale, però i russi hanno dovuto sopportare situazioni impossibili i cui segni si vedranno per molto tempo.
In corso di opera la Russia dovette anche esercitare il compito di nemico della libertà dei popoli già entrati nel compito di supporto della ricchezza virtuale.
Grazie all’impero sovietico gli Stati Uniti si assunsero il compito di difensore della libertà, e tale era il disastro in Russia da rendere accettabile la libertà difesa, anche se un po’ effimera. Si chiudeva un occhio su questa supremazia Statunitense basata sul dollaro come unica moneta egemone mondiale. Come il comunismo aveva bisogno di un impero per potersi imporre, così la ricchezza virtuale ebbe il suo impero di sostegno.
Nell’Unione Sovietica la ricchezza virtuale non aveva molto spazio, tuttavia la dittatura non permetteva da parte dei popoli soggetti l’accumulo della ricchezza, questa era tutta accentrata in attesa dell’interessamento delle società segrete anche per quella parte del pianeta.
La nuova filosofia della ricchezza aveva approfittato della situazione per assorbire il mondo a zone per non incorrere in ingorghi monetari pericolosi.
Il Cristianesimo fu la prima eresia sumera ed aprì la strada all’Islamismo. Anche l’ideologia comunista ebbe una derivazione culturale.
In Germania il Comunismo aveva trovato assertori e detrattori, ma questa nuova ideologia aveva determinato una strascico.
Finora le eresie numeriche erano tali perché prima il Dio e poi il Comunismo venivano predicati a tutti popoli. Ora in Germania ebbe origine una nuova ideologia. Il Socialismo non più predicato per tutti ma come punto di riferimento per un solo popolo.
Fu la nascita del Nazionalsocialismo. Il suo ideatore fu Hitler (1889-1945) fondò nel 1920 il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi. Hitler si ispiro al pensiero del filosofo ebreo Hermann Cohen (1842-1918) fondatore della scuola di Marburgo propugnante un socialismo non materialista e sostenendo la superiorità spirituale del popolo tedesco.
Il tutto derivava dalla associazione Democratic Federation fondata dall’ebreo Hyndman insieme alla sua convivente Eleonara, figlia di Carlo Marx.
Quale era l’utilità del Nazionalsocialismo? Primo punto era sfruttare il concetto della ideologia come mezzo per compiere azioni politiche. Il Comunismo aveva il compito culturale di distruggere i popoli ma non aveva il compito di occupare il mondo e specialmente le zone sotto trasformazione nella ascesa della ricchezza virtuale.
Vi era una incongruenza nel Nazionalsocialismo in quanto si identificava nel Socialismo, creato per distruggere i popoli, un mezzo per proporre il Nazionalismo.
Questo sta a dimostrare come tutti i pensieri sumeri hanno la virtù di adattarsi con accorgimenti a qualsiasi interpretazioni
Ed allora ai confini della Russia fu creato questo partito e precisamente in Germania.
La ricchezza virtuale aveva bisogno di affermarsi ed era necessaria un’altra guerra. Non si poteva fare una guerra religiosa od ideologica, ed allora era necessario affidarsi alla tradizione ed al sentimento dei popoli, approfittando dell’esistenza del sentimento nazionalista in Europa, grazie ancora agli scarsi risultati di penetrazione della coltura comunista.
Hitler ebbe grandi aiuti, secondo le accuse del cancelliere Bruening, dal capo del sionismo in Germania, ed essendo il suo partito destinato ad una guerra esterna venne messo al potere, non attraverso una rivoluzione che diventa immancabilmente una guerra civile, ma attraverso il voto democratico. In tale modo non veniva intaccato il collante nazionalista.
La futura guerra mondiale sarebbe stata dura e si aveva bisogno di tutto il nazionalismo tedesco possibile.
Hitler tento una insurrezione armata nel 1923, ma tutto fallì. Hitler venne imprigionato nella fortezza di Landsber dove grazie alle capacità interpretative dell’ebreo Emile Maurice espletò il suo credo politico nel libro “ Mein Kampf “. In seguito fu sponsorizzato dalla AEG americana, diretta in Germania dal banchiere ebreo Kurt von Schroder, con 60 mila marchi d’oro. Riuscì il 5 marzo 1933 ad ottenere il 43,9 % dei voti e fu nominato Cancelliere.
L’operazione venne facilitata dall’arresto di tutti i dirigenti del partito comunista tedesco 13 giorni prima delle votazioni per l’accusa di incendio doloso del palazzo del Reichstag.
Non bisogna mai dimenticare che il Comunismo ed il Nazismo sono tutte e due ideologie socialiste pertanto erano affini.
Hitler e Stalin insieme si accordarono nel 1939 per l’occupazione da parte della Russia delle repubbliche baltiche, la Bessarabbia romena e la Bucovina settentrionale. La Germania occupò il resto della Polonia ed Hitler poté dimostrare al suo popolo la propulsione del Nazionalsocialismo.
Questo fu un contatto tra le due eresie su mere che avevano sostituito al dio monoteista l’ideologia.
Questi due uomini si assomigliavano, la loro comune origine ideologica permise l’uccisione di milioni di uomini in nome della loro eresia attraverso i campi di sterminio.
Essendo dalla parte dei vincitori della guerra 1939-1945, ed essendo il Comunismo ancora necessario al progetto culturale di distruzione dei popoli, si conosce poco dei campi di sterminio comunisti della Russia.
Invece per i nazisti avendo perso la guerra furono rilevati nella sua totalità i campi di eliminazioni, ben organizzati grazie anche a Reynhard Heydrich, un ebreo, estensore della “soluzione finale della questione ebraica “.
Questa marchio segue come una maledizione le eresie numeriche.
Il Cristianesimo con le sue persecuzione dal 377 d.C. sugli adoratori del dio Mitra, alle crociate, alle persecuzioni degli albigiesi, ai roghi degli eretici.
L’Islam con i suoi massacri per la conquista dei popoli da convertire.
Il Comunismo ed il Nazismo con il loro concetto di eliminazione pianificata.
Forse c’è qualcosa nel pensiero sumero che quando entra in forma eretica non funziona.

RICCHEZZA VIRTUALE: (1 parte)


L’uomo è la massima espressione della programmazione creativa della vita. Questa si è articolata in infinite situazioni di espressione e giunge a creare “l’entità uomo” unico essere vivente consapevole della propria esistenza.
Tale consapevolezza lo rende diverso nel ciclo del creato, per primo ha la percezione dell’esistenza del futuro e si permette di rendersi autonomo dal suo istinto ad affrontare la sua esistenza.
Il vantaggio di pensare ed immaginare il futuro determina la possibilità di intuire il procedere del tempo. Grazie alla manualità e al prevedere quanto costruisce o compie l’uomo nel suo operare immagina il futuro della sua opera nella visione del progetto in atto.
Il costruire e il metodo comportamentale dell’uomo non segue pedissequamente l’istinto programmato nella vita negli altri viventi certamente anche costruttivo, ma mai assoggettato ad una variazione culturale singola.
Ecco lo sviluppo qualitativo della vita umana: la conoscenza dell’esistenza
Certamente la coscienza del futuro può creare apprensione determinando, a volte, una situazione di paura fittizia. La paura del futuribile è stata un pilastro fondamentale nella creazione del pensiero e della cultura religiosa dell’ uomo.
La spinta conoscitiva ed operativa permise all’uomo di attuare un miglioramento qualitativo della sua esistenza. Egli iniziò a modificare l’esistente nella natura con una dinamicità non derivante dall’istinto ma da una attività culturale ed operativa.
Il produrre e la creazione di situazioni oggettive determinò un incentivo alla depredazione, in quanto l’uomo essendo anche carnivoro ha in sé tale impulso giustificato dalla necessità di aumentare la possibilità istintiva della sopravvivenza.
Ecco il perché nell’uomo già alla sua origine si articola l’impulso di ottenere il proprio necessario, non solo dalla natura circostante, ma depredandolo ad altri uomini. Certi accumuli di cibo, di oggetti di uso manuale o di protezione fisica potevano solo essere presi ad altri uomini.
La depredazione verso gli altri uomini diventava una componente comportamentale dell’uomo: questo metodo comportava vantaggi accompagnati però da grossi inconvenienti; il principale era la reazione di chi si vedeva privato di quanto era in suo possesso, creando delle situazioni cruente. Il cercare di levare ad altri dei beni diventava perciò altamente pericoloso.
Il togliere la vita ad altri animali era facile in quanto essi hanno un sistema comportamentale determinato dall’istinto e pertanto uguale e prevedibile. La lotta contro altri uomini era difficoltosa in quanto la capacità dell’uomo è di variare il suo modo comportamentale in funzione della sua esperienza, le lotte tra umani determinavano maggior variabilità con la possibilità di diventare difficili e cruente.
La facilità genetica di comunicare è una delle doti contraddistinguenti la razza umana, la comunicazione risultava passibile di avere un costante metodo di ampliamento e di perfezionamento.
La comunicazione fu uno degli strumenti cardine per la convivenza tra i gruppi di umani ed agevolare i contatti rendendo proficuo l’avvicinamento umano.
Il maggiore esito di questa possibilità comunicativa permetteva di sostituire la depredazione con il baratto, questo veniva agevolato nell’ambito di un medesimo gruppo o più precisamente tra gruppi consanguinei o venuti a contatto per la vicinanza residenziale. E’stato prospettato come tale formula sia nata come scambio di doni e solo successivamente sia diventato il primo esempio di attività commerciale.
Comunque il baratto è dare una cosa od un servizio, non servibile attualmente, ad un altro a cui risulta di utilità attuale ed in cambio ricevere una cosa od un servizio al momento non ritenuto utile dal secondo..
Gli scambi, pur nella loro utilità nel risolvere molti problemi di convivenza e di necessità, erano un sistema difficile in quanto derivavano sempre da situazioni contingentali subordinate a continue variazioni soggettive.
La complessità dello scambio diventava maggiore quando il sistema assumeva un aspetto di operazioni multiple, ossia scambio di merci contro altre non desiderate per se, ma in vista di scambi successivi.
In seguito i baratti ebbero uno sviluppo quando furono individuati degli oggetti assumenti un valore riconosciuto e sostituivano i beni di scambio.
Nasceva così l’embrione di moneta, ossia di un bene usato solamente per attuare gli scambi e sostituire la controparte del baratto.
Il baratto non più come scambio di oggetti ma come scambio di un oggetto o servizio con un mezzo unico non adatto per il consumo ma come mezzo di scambio.
La moneta diventava un simbolo di valore con diverse entità a secondo dell’ambiente e del gruppo socialein cui è usato.
La moneta non poteva essere solo un mezzo simbolico ma fu determinata dalla sua essenza di cui era composta. Se il denaro sostituiva il baratto di oggetti logicamente l’oggetto aveva solo lo scopo di essere scambiato e mai di essere usato.
La natura fornì gli elementi per la formazione dei prodotti identificati come il prototipi dello scambio: i metalli nobili. Oro e argento divennero la base per la costruzione degli oggetti con il compito di essere moneta.
Questi due metalli assunsero presto il compito di essere elementi tangibili riconosciuio per rappresentare la base di oggetto di scambio.
L’oro è il più malleabile dei metalli e può essere laminato in sottili fogli, fu il primo metallo conosciuto dall’uomo, venne scoperto prima del rame anche se questo è meno raro e più facile da estrarre. Anche l’argento è un metallo malleabile.
In alcune civiltà rurali e pastorali furono usate anche altri mezzi come strumento di pagamento ; conchiglie, sale, zanne di cinghiale ed oggetti a cui erano attribuiti potere magici.
I sumeri furono i primi ad usare come moneta una documentazione scritta. Questo popolo, inventore della scrittura, usava scrivere su tavolette di argilla essiccata al sole od al fuoco. Furono trovate durante gli scavi archeologici delle tavolette recanti la dicitura del loro valore, (esempio 10 capre) e significava come tale oggetto di argilla serviva per indicare un valore di credito o di debito.
Queste tavolette sono la prima testimonianza di un oggetto il cui valore è determinato da quello riportato come scrittura e non per il suo valore intrinseco; è’ la scrittura ad indicare il valore. La scrittura assume la prerogativa di fornire un valore commerciale .
Tuttavia era l’oro a servire come mezzo di scambio, furono rinvenuti scritti intorno all’anno 2000 a.C. in cui risultavano pagamenti in Assiria ed in Cappadocia effettuati con questo metallo.
Intorno al 1500 a.C. in Egitto si soleva indicare commercialmente il valore di un bene o di un oggetto in oro.
Dopo il 1100. a.C. fino al 500 a.C. incominciarono ad essere coniati dei dischi di oro e di argento con delle punzonature.
Grazie a questa abitudine le città greche e le loro colonie poterono sviluppare i commerci. I popoli stanziati nella Grecia furono i precursori delle monete.
L’imperatore Dario I, il vero fondatore dell’impero Persiano, dopo le vittoriosa spedizione in Egitto (518 a:C.) fece coniare delle monete in oro, il cui valore venne riconosciuto per oltre due secoli, del peso di circa 8,6 gr.
Alessandro Magno dopo la conquista dell’impero Persiano iniziò la coniazione dei tesori predati con una moneta macedone divenuta in seguito esempio per tutte quelle zecche operanti dopo il 300 a.C. per soddisfare la necessità di coprire il fabbisogno delle economie esistenti dalla Persia fino alle colonie greche.
Intorno al 218 a.C. Roma conia il denarius di argento dal peso di gr.4,55 di argento con il segno X su una faccia rappresentante il valore di 10 assi.
Gli assi erano una moneta romana in bronzo che indicava il valore non in funzione del contenuto ma in funzione del marchio. In principio aveva il peso di 272 gr. Dopo le guerre puniche il suo contenuto venne diminuito, nell’89 d.C . conteneva lo 13 gr. di bronzo.
In seguito il denarius venne coniato con il peso di 3,9 gr, sotto Nerone il metallo fu ridotto a 3,41 gr. Nei secoli seguenti il denarius diminuì il contenuto in argento.
Furono coniati i sesterzi corrispondenti a 4 assi ed il dupondio del valore di 2 assi in metallo oricalco ( una derivazione dell’ottone). L’asse, il sesterzio ed il dupondio costituirono la massa circolante fino alla crisi economica del terzo secolo d.C.
Dall’87 a.C. furono coniati da Silla e poi da Pompeo i denarius aureus .
Dopo il 15 d.C. l’imperatore Augusto avoca a se il diritto di coniare l’aureus imperiale da peso di 8,1 gr di oro e in seguito tutti gli imperatori avranno questo privilegio.
L’imperatore Diocleziano nel 301 abolisce l’aureus e fa coniare l’aureus solidus nummus dal peso di gr. 4,5 inoltre ripristina il denarius di argento con il medesimo contenuto con cui era coniato sotto Nerone. Il dimezzare il contenuto della moneta aurea è derivato da quella enorme crisi economica dell’impero romano determinante la necessità di Roma di cambiare la sua politica basata sulle legioni per il nuovo metodo di dominio attraverso il Cristianesimo.
Carlo Magno riformò la moneta e dichiarò come la “Ius Moneta” è solo prerogativa dell’imperatore e la base della moneta è la libra (lira) di argento e questa corrisponde a 20 soldi, ed ogni soldo è diviso in 12 denari,
Il sistema lira, soldi e denari creò un sistema durato oltre 1000 anni diffondendosi in tutto l’impero compreso le isole inglesi.
Tuttavia le monete di piccolo taglio subirono un continuo svilimento del contenuto.
I sovrani imponevano nella coniazione della moneta il diritto di zecca denominato “signoraggio” rappresentato dall’eccesso del valore legale della moneta rispetto al valore intrinseco reale del metallo prezioso in essa contenuto.
Questo diritto era un modo legale di rifornire le casse reali.
Dopo il 1100 lo sviluppo economico determinò un aumento della coniazione di monete e Firenze, Genova, Perugia, Lucca, Milano e Venezia si misero a coniare monete in oro. La prima coniazione autonoma è di Venezia con la coniazione di un ducato di argento detto matapan: nel 1230 Firenze conia il “grosso“ di argento.
Le monete in oro ed in argento servivano per le transazioni importanti e speculazioni finanziarie, mentre sui mercati locali circolava la moneta bassa. Tale monete divenivano sempre più piccole con una percentuale di materiale fino quasi annullato e diventano annerite per cui erano denominate “ brunetti “.
Dopo il 1315 in Europa l’economia subisce crisi finanziarie, demografiche (causa pestilenze). La recessione provoca il calo dei prezzi. Essendo aumentato il costo della mano d’opera causa la diminuzione della popolazione le zecche, dietro ordine dei governanti, diminuirono il contenuto di fino nelle monete coniate.
Questa crisi investì tutta l’Europa partendo dal Portogallo e dalla Spagna.

RICCHEZZA VIRTUALE: (2 parte)

Con la scoperta dell’America iniziarono ad arrivare i metalli nobili, in 150 anni in Europa giunsero 17mila tonnellate di argento e 170 tonnellate di oro.
Questo creò inflazione e venne chiamata in seguito “rivoluzione dei prezzi“ aumentati di oltre 4 volte in meno di un secolo.
Fiorirono zecche di monete d’oro e di argento negli Stati europei dediti al commercio creando una grande confusione, è stato rinvenuto un libro di cambiavalute pubblicato nel 1606 per ordine del parlamento olandese in cui vengono elencate 505 monete d’oro e 341 monete di argento.
Il governo olandese stabilisce come le monete di argento devono avere un basso contenuto sotto il valore indicato in modo da determinarne la circolazione solo all’interno, l’oro doveva servire principalmente per le operazioni internazionali.
Verso la fine del 1600 inizia una regolarizzazione di sistemi monetari e la stabilizzazione del valore delle monete specialmente per quelle di basso valore, incominciano a verificarsi delle crisi commerciali, la banca di Inghilterra rifiuta i prestiti allo Stato e restringe i crediti.
Il balzo in avanti dell’economia grazie alla scoperta dell’America e del conseguente aumento del circolante in moneta aveva terminato la sua spinta.
A questo punto si rende necessario l’aumento del circolante, la situazione è pronta per un balzo epocale.
Una tavoletta di argilla, presso i Sumeri, valeva per quanto scritto
Questo principio viene teorizzato da un baronetto scozzese John Law. Nel 1694 è condannato per omicidio e fugge nei Paesi Bassi, nel 1705 ritorna in patria dove avanza la proposta di costituire una banca scozzese nazionale ma non viene preso in considerazione. In seguito si pose in viaggio per l’Europa per proporre inutilmente questa operazione a diversi governi.
Il metodo di Law si basava sulla demonetizzazione dei metalli preziosi (oro ed argento) e la loro sostituzione con carta moneta cartacea. Tale moneta veniva garantita dal valore della terra.
Praticamente la banca centrale emetteva banconote accettabili in quanto chi li emetteva garantiva di avere il capitale per onorare il pagherò con la terra considerata un bene indistruttibile.
John Law era uno studioso e la sua cultura era stata confrontata nelle logge massoniche a cui era affiliato.
Nel 1716 John Law giunge alla corte reale di Francia. In quel momento regnava il re Luigi XV salito al trono nell’anno precedente all’età di 5 anni. Era reggente il Duca Filippo d’Orleans il quale accettò di applicare il metodo di Law spinto nel cercare di trovare una soluzione alla profonda crisi economica della Francia causa le enormi spese belliche di Luigi XIV.
Il duca Filippo d’Orleans era stato educato da un precettore frate trappista. Forse fu il suo insegnamento e la sua cultura derivante dal trappismo continuatore del pensiero templare a permettere di accettare l’idea di iniziare l’emissione di carta moneta da parte della Banca di Francia.
Nel 1716 Law fondò la Banca Generale e nel 1717 la Compagnia per lo sviluppo dei possedimenti francesi nel Missisipi. Nel 1718 la Banca generale si trasformò nella Banca Reale. L’operazione ebbe all’inizio un buon successo il metodo di Law fece aumentare il valore delle azioni della Compagnia pagabili solo con banconote emesse dalla banca.
Law aumentò la massa di biglietti. Per poter aumentare il capitale la Compagnia ottenne il monopolio del commercio estero della Francia ed assunse la denominazione di Compagnia Francese delle Indie, susseguentemente i titoli di debito pubblico vennero convertiti in azioni della Compagnia.
Il suo sistema appoggiava su basi fragili, ed inoltre l’inesperienza aveva fatto mischiare l’embrione della carta moneta con i traffici commerciali. Si sparse il panico, la Compagnia non aveva la forza di garantire psicologicamente il valore delle sue emissioni e tutto crollò.
John Law dovette fuggire ed approdò in seguito a Venezia dove morì il 1729.
Nel 1723 moriva il reggente Filippo d’Orleans.
Comunque il dado era tratto, il concetto della carta moneta era stato applicato.
Il momento era maturo, la stampa aveva raggiunto alti livelli e facilitava l’emissione della carta moneta.
Si può dire come dal 1722 nasce l’era della carta moneta.
L’uomo nella sua esistenza dalle origini ha compiuto moltissime scoperte, esse erano li pronte per essere individuate affinché nel grande progetto possa migliorare la sua vita.
Due sono l’invenzioni create dalla intelligenza umana per la scalata esistenziale: una e la religione e l’altra è la carta moneta. Se però si considera la carta moneta come la rappresentazione della ricchezza emblema del Dio denaro,in questo caso l’invenzione sarebbe una sola la religione e ci sarebbe solo un Dio in più.
Ma la carta moneta non è un Dio, grazie ai Templari il denaro non può essere Dio , ed allora le invenzioni restano due.
La carta moneta aveva il medesimo vantaggio delle lettere di credito usate nel medioevo dai mercanti per spostare somme senza dover manovrare le monete d’oro necessarie.
Il problema di base della carta moneta è l’esistenza di qualcuno garante del valore trascritto sul documento.
L’unico ente in grado di dare garanzia al valore della carta moneta ed anche imporla può essere solo lo Stato. Non importa da chi sia gestito lo Stato, può essere una monarchia assoluta, monarchia democratica, monarchia elettiva, dittatura, repubblica, democrazia ristretta, democrazia allargata, finta democrazia, governi eletti con sistemi democratici o con imbrogli elettorali. L’unica importanza è la guida dello stato ad avere l’obbligo di garantire la carta moneta.
Nella carta moneta il costo di signoraggio è pressoché pari al valore indicato.
Le banche centrali si appropriano della funzione di signoraggio ricavandone un guadagno enorme.
Con questo mezzo la carta moneta crea la ricchezza virtuale.
Chi riesce a gestire questo viene ad assumere un potere fuori dell’ordinario.
Tuttavia esisteva all’inizio il problema di dover dare una garanzia ai possessori della carta ed allora era lo Stato a garantire o fingere di garantire questa enorme massa di valore con un valore di signoraggio al 100%.
La potenza di questo mezzo si rivelò nella costituzione degli “Stati Uniti di America “.
Nella Guerra di Indipendenza americana iniziata nel 1776 occorrevano cifre enormi per armare l’esercito e per gestire l’esercito insurrezionale. Si ricorse allo stampaggio di 450 milioni di Dollari.
Lo stato nascente era privo di ogni base di ricchezza ed allora fece stampare una moneta esistente in uno Stato dell’America centrale e precisamente il Messico. In questo Stato era in circolazione una moneta detta dolears, la parola era stata mutuata dal nome “tallero” di una moneta di argento coniata nella Sassonia.
Per poter dare un valore alla moneta dei futuri padroni del mondo fu indicato sulla carta moneta il valore di una moneta di uno Stato lontano migliaia di miglia.
Il dollaro americano era veramente solo carta senza vincolo di quantità di oro od argento. Il primo dollaro stampato portava la scritta “ Spanish Dollars “.ed un motto in lingua neolatina “ perseverando”
L’emissione di tanta carta senza nessuna copertura portò al crollo con una forte svalutazione e nel 1786 il sistema crollò. Nel 1792 dopo aver imbrogliato tutti venne istituito il sistema bimetallico ossia furono coniate monete in argento (1794) e monete d’oro (1795), il sistema durò fino al 1900 in cui il prezzo dell’oro venne stabilito a 20,67 dollari.
La creazione del più potente stato del mondo deve la sua base fondamentale e determinante alla carta moneta: fu il primo importante atto storico in cui la ricchezza virtuale si è sostituita, nel formare uno Stato, al popolo, in effetti inesistente nell’America del Nord in quanto la zona era abitata da individui sradicati dal luogo di origine. L’esercito di un popolo inesistente pagato con una moneta che non esisteva.
Questo era solo un semplice segno, ma era un segno.
Dopo la applicazione in grande stile negli Stati Uniti di America della carta moneta, questa iniziò a svilupparsi. Tale sviluppo era legato all’immaginario collettivo condizionato a considerare la carta stampata a colori potesse avere un valore.
Comunque ormai era stato stabilito come la carta moneta poteva solo essere garantita da uno Stato, in quanto questi fornisce l’immagine di potenza finanziaria e perciò garante del valore scritto sulle banconote.
Gruppi di potere legati da interessi culturali ed economici specialmente organizzati nelle società segrete che avevano incominciato a moltiplicarsi come numero di addetti dopo il 1700 capirono la necessità di dare una regolata al sistema della ricchezza virtuale. Fu grazie a loro se tale sistema ebbe quel supporto determinante il nuovo sistema.
Gli Stati garantivano la carta moneta ma la sua emissione veniva affidata alle banche centrali. Non importava chi conduceva lo stato in quanto il suo compito era solo di immagine, il potere non dava garanzia di continuità, re, case regnanti ,dittatori o governati potevano cambiare ed era difficile manovrarli. Era pericoloso dare al governo il potere di creare una ricchezza enorme.
Invece le banche centrali erano governate da gruppi di persone in possesso di una cultura e di un intento comune potevano autocontrollarsi e determinare una classe dirigente necessaria a non perdere la linea comportamentale stabilita.
Le società segrete avevano certamente una visione chiara di quale strada avrebbe portato il sistema della carta moneta, ma era necessario fare svolgere il tutto con regolarità senza salti qualitativi determinanti una rovina nel processo.
Non bisogna dimenticare come il sistema delle banconote era la seconda invenzione dell’umanità dopo la religione, le scoperte hanno sempre una base nella natura, mentre una invenzione deve entrare nel subcosciente dell’uomo senza stravolgerlo.
Dalla Rivoluzione Americana incomincia il lento processo di togliere le monete metalliche e sostituirle con la carta.
Durante la Rivoluzione (1789-1797) lo Stato francese emise degli assegnati .
Nel periodo napoleonico la Banca di Inghilterra sospese la parità aurea delle banconote ripristinata in seguito nel 1816 dopo il Congresso di Vienna.
Il nuovo sistema venne accettato senza remore in quanto le banche centrali adottarono il Gold Standard ossia la moneta cartacea diventava convertibile in qualsiasi momento in monete di oro o di argento.
A questo punto la carta moneta risultava essere molto utile per i pagamenti, per il trasporto e per la sua maneggiabilità. Inoltre non poteva verificarsi l’esistenza di un momento in cui contemporaneamente vengano presentate agli sportelli bancari le banconote. Questo sta a dimostrare i primi vantaggi del nuovo sistema, grandi quantità di carta moneta con costo di signoraggio praticamente uguale a zero in circolazione. Con l’aumentare di questo volume risulta evidente quale enorme ricchezza possa determinare la carta moneta. E’ il segno di quali vantaggi enormi fornisce al potere il nuovo sistema.
La prima invenzione della religione aveva permesso il dominio e la conduzione dei popoli con un costo molto basso ma questo sistema era veramente rivoluzionario, si potrebbe considerarlo miracoloso perché produceva nell’immaginario umano il concetto di ricchezza partendo dal nulla.
Dal 1848 iniziava un aumento della produzione a livello mondiale dell’oro, susseguentemente anche l’argento subiva un aumento di produzione.
L’aumento della disponibilità dei metalli nobili, la diminuzione della tesorizzazione a livello privato dell’oro in quanto le banche erano ritenute più sicure per conservare il denaro sia cartaceo che metallico, determinò presso le banche centrali una maggior disponibilità fisica di monete metalliche.
Assorbito dalle banche il timore che il circolante cartaceo sparisse contemporaneamente dal mercato per essere cambiato in moneta metallica, gli stati adottarono con meno timore il gold standard come il Portogallo (1854), Germania (1873), Norvegia (1875 , Serbia (1878), Argentina (1881), Egitto (1885), Austria (1892), Russia (1897 ), Stati Uniti ( 1900 ).
Senza lo sviluppo della ricchezza virtuale grazie alla carta moneta, lo sviluppo commerciale e manifatturiero sarebbero rimasti parzialmente paralizzati.