sabato 17 novembre 2007

RUBARE MENO


Sovente si sente criticare il comportamento della classe politica e si consolida la convinzione come la medesima serve solo per infinocchiare i cittadini.
Quando le nostre bisnonne facevano bollire qualche intruglio per rimediare qualcosa di nutrimento, scoperchiavano la pentola e toglievano la schiuma. Era indispensabile la schiumatura.
Nella politica non esiste questa operazione, si verifica l’avvicendamento ed i nuovi arrivati assomigliano ai precedenti. Col trascorrere del tempo nei ranghi dirigenziali politici si forma una incrostazione impenetrabile.
Si determinano due forme di comportamento politico: coloro che imbrogliano e poi lo dichiarano, e quelli che mai l’ho ammetteranno. Alla prima categoria appartiene la classe degli onesti. E’ deludente classificare questo comportamento come esempio di onestà, però è il massimo di quanto il convento può passare.
Un appartenente a questa categoria è un greco, il ministro George Alogoskoufis. Egli ha dichiarato come l’aumento annuale del deficit del bilancio della Grecia non è mai sceso sotto il 3% del PIL come voleva il trattato per poter entrare nell’Europa.
Con dignità il ministro ammette la falsificazione. Si dovrebbe espellere la Grecia dall’Unione Europea, ma questo è impossibile, lo Stato ellenico rimarrà in quanto non si deve indebolire il progetto di distruggere la cultura del continente. Il pensiero greco è stato un pilastro per la costruzione di questa Europa e la Grecia, come erede dell’ellenismo, deve essere coercizzata.
A mitigare le eventuali rampogne verso i Greci occorre ricordare come anche la Francia, la Germania, il Portogallo e forse anche l’Italia sono fuori del tetto del 3% del deficit sul PIL della propria economia. L’Italia è un paese di gente capace, orgogliosa, furba e non ammetterà mai l’impossibilità di rimanere entro i limiti imposti dai trattati.
Ma se i principali Stati di Europa sono in questa condizione dove si va a parare?. La Spagna non si trova in tale situazione in quanto è stato deciso il suo futuro come base per l’invasione dell’Islam (il semita Annibale partì dalla penisola iberica e i Mori furono fermati 951 anni dopo a Poitiers) e conseguentemente deve fingere di avere l’immagine di una economia florida ed aperta al pensiero innovatore della globalizzazione.
Per gli altri Stati è necessario ricordare come l’impostazione politica nell’Europa ha un difetto strutturale. Il continente è sempre stato abitato da gruppi tribali diventati in seguito popoli. Per poterli dominare era necessario mettere a capo di questi dei re, principi vicini alla caratteristica etnica dei sottomessi.
Roma per porsi sopra ai governanti dovette ricorrere al trucco del monoteismo e condizionare gli Europei, anticipando con la dialettica le funzioni di competenza dei microcip sottocutanei. Per la conduzione giornaliera dei credenti erano necessari dei capetti, i quali erano maggiormente apprezzati da Roma se si disinteressavano dei sottoposti, in tal modo le popolazioni identificassero la casta sacerdotale come unico reale interlocutore.
La religione, per rendersi accettabile ai governanti, dovette creare una rappresentazione di sacralità del comando e conseguentemente far accettare ai fedeli forme di prevaricazione e di sfruttamento. Tale forme di dominio attraevano coloro che, grazie alla mancanza assoluta di coscienza, cercavano solo il potere sapendo come, comunque giunti al loro scopo, avevano in seguito una protezione culturale da parte della religione. Arrivati al dominio trasformavano se stessi e i discendenti in appartenenti a classi con dei diritti. Quando un uomo giunge ad una posizione di potere sia alla sua sommità come in zone intermedie cerca di difendere la sua posizione con il concetto di classe.
Se il sistema si allarga, aumenta il numero di chi cerca una propria sistemazione accollando allo Stato il problema di sfruttare gli altri. Se la piramide di privilegi si accresce in continuazione si arriva al momento del crollo. Questo finora si è sempre verificato attraverso situazioni cruente. Nella Storia non si è mai verificato questo in modo pacifico, dopo il momento sanguinoso, i privilegi passavano da alcuni ad altri e tutto rimaneva come prima.
L’aumento del tenore di vita avvenuto negli ultimi centocinquanta anni è stato permesso affinché i cittadini diventassero dei consumatori e come contropartita accettassero la distruzione della famiglia e dei popoli, affinché poter arrivare alla schiavitù totale. Questo sogno, non realizzabile in passato, adesso è diventato possibile.
In Europa non si può per tradizione abolire il concetto dei privilegi.
Se non vi è una etica morale responsabilizzante un grande numero di cittadini la catastrofe è inevitabile. L’Europa pertanto è destinata a crollare a meno che non si presenti un sistema abolente la corsa al privilegio. Vi è la percezione che qualcosa non funzioni ed un male serpeggi; non sapendo a chi attribuirlo interviene il più semplice dei sentimenti di difesa. Quando un popolo vede diminuire il suo tenore di vita cerca di impedire che qualcuno si avvicini in quando questi potrebbe rappresentare il pericolo di una divisione delle risorse in diminuzione. Questa forma di difesa scatena una lotta verso il diverso e si creano pogrom passibili di diventare giganteschi. Maggiormente queste forme di difesa tardano ad esprimersi maggiore è la loro esplosione.
La strada di questo tipo di proteste non è quella giusta; occorrerebbe un popolo con la capacità politica di tirarsi fuori con nessuna violenza od al massimo con qualche focolaio facilmente controllabile. Potranno i cittadini risolvere il problema?.
Se non riescono oppure sono convinti di non avere le capacità, è meglio chiudere i libri ed andare a pescare (acqua inquinata permettendo).
La società attuale richiede un immane dispendio di risorse per soddisfare le esigenze di chi si è potuto inserire in una casta di privilegiati. Inoltre consapevoli della non eternità dei benefici ognuno pensa di non dover occuparsi delle future generazioni. Questo sistema avvitandosi su se stesso ha determinato un costo dei servizi e dei prodotti in modo inverosimile. La dirigenza politica ha creato una macchina da guerra continuamente alla ricerca di accrescere i prelievi sul prodotto della società. Se questo, da un lato, stimola la necessità di aumentare la produzione ed i servizi, da una altra determina una maggiore richiesta di privilegi in funzione del prodotto creato
Se si vuole evitare l’esplosione occorre iniziare a diminuire lo sfruttamento. Se le tasse non calano si corre il pericolo del verificarsi dello scontro della nostra produzione con quella dei paesi emergenti che, grazie alla facilitazione dei trasporti, si può confrontare economicamente.
Tuttavia il commercio con il terzo mondo è necessario ai poteri forti per trasportare la ricchezza virtuale fuori dai confini europei. Questo determina un aumento del debito pubblico.
Un esempio sono gli Stati Uniti, essi hanno un debito pubblico enorme con un aumento vertiginoso. Dopo essere arrivati ad una alta tassazione, affinché preservare il sistema, sono stati obbligati a diminuire le tasse, ma non potendo ridimensionare i privilegi sono ricorsi ad addossare il debito al terzo mondo. Questo per creare ricchezza deve ricorrere all’ammasso di certificati di credito in dollari che hanno la funzione di fornire un minimo di fondi virtuali. Quando incomincerà il rientro di suddetti certificati, negli Usa vi saranno scenari apocalittici.
Attualmente il valore del dollaro è tenuto basso per due ragioni. La prima è per facilitarte l’esportazioni americane; la seconda è dovuta alla tendenza a far credere ad una sua risalita di valore ed allora questo incentiva l’accettazione della valuta americana in previsione di una possibile futura speculazione.
Rischia di terminare in farsa la sceneggiata italiana della promessa elettorale del calo delle tasse, questo diventa problematico causa i politici avvoltoi, i quali quando vedono un euro si buttano a dilaniare il tutto. Per tale diminuzione occorre abolire le spese inutili. In termini popolare si può tradurre nel “rubare meno” oppure come diceva un esperto politico “rubare si, ma con parsimonia”.
In Italia esiste un sistema di privilegi che si articola nei seguenti modi: il 12 % circa (Primo Stato) della popolazione vive e sguazza nei furti di Stato, più precisamente ne usufruisce in modo intelligente senza mai essere coinvolta, è il sistema a permetterlo. Il 20% circa (Secondo Stato) vive usufruendo di questi sperperi ma quanto riceve (inconsapevolmente) si bilancia con quello che gli viene rapinato attraverso il sistema in vigore. Essi si sentono in colpa e difendono il sistema in quanto non sanno valutare quanto il medesimo gli sottrae. Il rimanente 68% circa (Terzo Stato) della popolazione invece ha un danno dalla depredazione e dallo sperpero pubblico.
Se un partito si rivolgesse a questa parte della popolazione avrebbe un enorme successo. Certamente la classe primaria, per difendersi, cercherebbe di controllare la classe secondaria e tutte due si adopererebbero per convincere il terzo Stato che si vive meglio pagando maggiori tasse.
Tuttavia se la pubblicità di un partito antitasse rivolta al Terzo Stato fosse precisa e documentata con cifre e con numeri potrebbe creare degli sconvolgimenti agli equilibri politici.
In questi giorni vogliono rimandare il calo delle tasse oppure ridurle in maniera ridicola. Questo sistema è peggiore di quello che sarebbe successo se non avessero proposto alcunché.

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