venerdì 26 ottobre 2007

TEMPLARI (Parte prima)

I Templari sono stati determinanti nella creazione della società moderna in cui viviamo.
Se la religione è un modo di coinvolgere l’uomo per meglio istradarlo nelle vie preordinate dai gestori della religione, il condizionamento necessariamente deve avvenire da parte di una sola origine.
Nelle religioni desiderose di avere un futuro pressoché illimitato è presente il detto che non si possono servire due padroni.
Per risolvere questo problema le uniche religioni rimaste sono monoteiste e volendo avere un senso dell’unicità di direttiva si dovette intraprendere la strada della predicazione di un Dio unico e cancellare il politeismo. Solo la Chiesa di Roma ha cercato, per meglio venire incontro alle umane aspirazioni, di risolvere le tendenze politeiste con i santi.
Un solo Dio padrone delle regole impregnanti il modo comportamentale dell’uomo.
Il problema non è semplice, era facile per Mosè predicare il Dio unico fornendo la manna tutti i giorni (eccetto il sabato perché al venerdì se ne raccoglieva per due giorni), oggi il Cristianesimo fornisce come unica promessa reale i mezzi per avere la possibilità dopo morti di poter accedere al Paradiso Però per i momenti della vita l’uomo deve pensare a se stesso.
Grazie all’ invenzione del baratto, in seguito della moneta consolidato dal concetto di possesso e di proprietà, nasce il senso della ricchezza e dei beni materiali i quali, senza grandi promesse filosofiche, determinano il tenore della esistenza.
La religione è una visione della vita predicata come alternativa o complementarietà alla cultura dell’essere umano.
La cultura naturale se non coltivata e condizionata in continuazione prende il sopravento, conseguentemente essa insorge ed è semplicemente umano osservare come l’uomo persegui la ricchezza come metodo facilitato per la propria sopravvivenza e dei propri figli
Pertanto, in fondo, l’uomo per la sua esistenza deve seguire due padroni, il Dio che gli avvolge l’animo e la ricchezza identificabile con il Dio denaro.
Il desiderio di ricchezza è derivante da un processo umano di considerare la vita. Se non vi è alcuno a predicare la religione della ricchezza ciascun uomo (quando perseguita il proprio benessere materiale come la stragrande maggioranza) diventa sacerdote di se stesso.
Le religioni per poter proseguire hanno bisogno di una struttura formata da coloro nella cui funzione sentono la soddisfazione delle proprie aspirazioni morali ed anche materiali.
Quando l’uomo diventa sacerdote di se stesso nella sua religione inconsapevolmente toglie spazio alla religione predicata, conseguentemente diminuisce lo spazio creato da ogni religione e conferito al proprio clero.
Più religione naturale, meno religione imposta, minor sfruttamento, meno spazio al clero.
Nell’uomo non si possono uccidere tutte le inclinazioni naturali, pena la scomparsa del genere umano, risulta evidente come gli uomini servono due religioni il Dio unico e il Dio denaro; allora perché non fare una chiesa appartenente al secondo Dio?.
Si fa una nuova Chiesa, sorgono nuovi posti per un clero desideroso di sbarcare il lunario, si aprono nuovi orizzonti di sfruttamento. D’altronde l’uomo è sempre stato politeista e si può aggiungere un nuovo Dio.

TEMPLARI (Parte seconda)

Bisogna regolamentare questa nuova religione del denaro, affinché non pesti i piedi all’altra, considerando come il mondo è grande vi è il posto per tutte le filosofie.
Ecco lo sbocco portato dai Templari.
Imparano le loro teorie e le loro conoscenza nei territori dei semiti, dove erano sorte le tre religioni monoteiste.
Essi impiantano in Europa, grazie alla loro forza ed alla loro spregiudicatezza: le banche.
Sin dai tempi dei Sumeri il denaro veniva dato in prestito e quando veniva restituito veniva accompagnato da un interesse, questi veniva chiamato usura vocabolo con il significato in sumero di vitello.
Infatti il denaro veniva considerato una entità viva e come tale produceva qualcosa. L’interesse determinava il concetto filosofico che il denaro non è propriamente Dio. Infatti se il denaro fosse un Dio non sarebbe in grado di produrre se stesso, se Dio è l’infinto non può aumentare, perché in caso contrario l’aumento è indice di una limitazione precedente indicante la non sua pienezza. Forse questo banale concetto andrebbe ricordato per capire meglio la storia odierna.
I Templari per le loro banche ebbero il permesso di imprestare il denaro ad interesse, e questa prerogativa era in regime di monopolio, in tale modo poterono espandersi in tutta Europa creando una potenza economica globalizzante.
Essi erano dei monaci diventati sacerdoti del nuovo Dio denaro, aumentarono così lo spazio di sopravvivenza per coloro desiderosi di vivere predicando un credo, tolsero all’iniziativa degli uomini la potestà culturale sacerdotale della ricchezza. Fu abolita il fai da te nel considerare la ricchezza come bene supremo ossia divino. Tuttavia se nell’immaginario umano il denaro era sempre considerato una divinità da servire essi, non per calcolo ma per casualità, tolsero il vero senso del sacro al denaro. Se il denaro produce se stesso non è Dio. Questi sono solo piccole considerazioni teofilosofiche che non infirmano per nulla il nuovo processo religioso.
Con l’avvento delle banche nascono i templi del nuovo Dio, e certamente la conduzione di tale religione non era molto complicata, una delle basi semplici, alla portata di tutti, non opprimente culturalmente senza regole filosofiche era il conteggio del denaro.
Al di là delle capacità di condizionare il cliente alla restituzione del prestito od a invogliarlo a mettere il proprio denaro sotto l’ala protettrice della banca l’unico rito accettato era il calcolo.
Per combinazione grazie alle Crociate ed allo scambio culturale derivante fu portato in Europa il concetto dello zero. Fino ad allora i Romani grazie alla loro cultura di prendere tutto, non avevano una grande necessità di far di calcolo, ogni loro segno numerico aveva un valore senza essere considerata la sua posizione.
Con l’avvento del sistema numerico arabo il segno ha un suo valore a seconda in quale posizione si trova rispetto alle altre cifre numeriche Grazie ai Templari non furono creati i templi della nuova religione portata a livello di alto rango ma si munirono anche delle possibilità rituali del calcolo.
I Templari sparirono, furono perseguitati, tuttavia essi furono i creatori di un nuovo modo di essere clero senza tanti aggrovigliamenti culturali-filosofici e comportamentali. Diedero uno spazio agli uomini di servire due padroni uno in modo esteriore rappresentato dal Dio Unico e l’altro servito in modo non eclatante necessario per garantire il benessere.
L’uomo ritorna politeista senza sensi di colpa convinto di essere monoteista.
La Chiesa non ha un concorrente nel Dio denaro perché questo non compie miracoli, non è competitivo ma si muove in un altro spazio. Si segue il precetto del Cristo: dare a Dio quel che è di Dio e dare a Cesare quel che è di Cesare.
I Templari furono condannati perché si diceva non credessero in Cristo, era vero essi avevano regolamentato e propugnato una nuova religione esistente da sempre nell’animo di ogni uomo, si capisce con un po’ di tornaconto.
Erano però monoteisti consideravano il loro nuovo Dio come una entità universale. Questa nuova religione assunse l’aspetto della setta e non è mai riuscita a trasformarsi in una vera religione.
I benefici del Dio denaro furono sempre suddivisi dal proprio clero, tale setta non fu mai predicata, la sua forza stava nell’appoggiarsi al subcosciente dell’uomo. Questi consapevole dell’esistenza del futuro ne ha paura ed allora cerca di accumulare dei beni per aumentare le possibilità di meglio affrontarlo.

CROCIATE (Parte prima)

In guerra il combattente rischia di essere preso prigioniero e ridotto in schiavitù, privato della libertà, o peggio si espone a menomazioni e purtroppo sovente perde anche la vita. I lati negativi sono tali per cui non sempre volentieri l’uomo va a combattere a meno di una motivazione valida.
La rapina invece comporta dei rischi, però permette di abbandonare l’operazione truffaldina nel caso assuma aspetti negativi. La guerra è qualcosa di più. Il combattente è coinvolto in una operazione cruenta a diversi livelli insieme ad altri. Il numero dei partecipanti a queste operazioni è elevato ed il combattente non riesce a comunicare in modo diretto e di fiducia con tanti commilitoni e non può prendere le decisioni ritenute opportune per la propria salvaguardia.
Il soldato è praticamente isolato, non fa parte di un gruppo di uomini uniti da un comportamento guerriero per uno scopo, ma fa parte di un esercito con direttive di comando centralizzate, e di questa componente armata non riesce, se non in minima parte, ad influenzare la motivazione culturale e di azione. A questo modo il combattente risulta prigioniero della cultura del gruppo, troppo vasto ed eterogeneo per permettere di identificarsi e determinare il comportamento.
L’unico momento in cui il soldato può essere attore e partecipe nella guerra è quando è di fronte ad altri combattenti che perseguono nella sua sopraffazione un momento di salvezza .
Nel combattimento, a fronte del sacrificio della vita, sorge l’istinto della conservazione seguendo il programma della vita installato in ciascun essere vivente, lo spirito battagliero dipende principalmente dalla difesa. Inoltre la volontà di combattere è suffragata dalla consapevolezza che lo scontro cruento è utile a se stessi ma anche alla collettività a cui si fa parte. Tale collettività non è l’esercito ma è rappresentata dal gruppo etnico, sociale, religioso, culturale a cui si appartiene.
Se un potere si estende, sotto di esso logicamente aumenta il numero dei gruppi etnici culturalmente sfruttati, questi quando sono intruppati in un esercito devono avere un coagulante per essere motivati. Già i 900.000 legionari di Roma avevano dimostrato quale grande problema politico, economico e di scarsa redditività fosse un esercito composto da diverse etnie.
Dopo la caduta dell’impero Romano come entità guerriera era difficile creare grandi eserciti in quanto essi dovevano, per essere affidabili, avere sempre un collante etnico.
Il monoteismo predicato da Roma, pur avendo il vantaggio di poter sfruttare popoli diversi tuttavia non era ancora perfezionato per unificare i popoli in eserciti, questi dovevano avere il carattere etnico per essere affidabili da un punto di vista di resa militare.
Dopo il 787 il Cristianesimo in Europa non aveva più rivali in campo religioso. In tale anno con il secondo concilio di Nicea (i concili svolti in quella città determinano delle variazioni epocali) si afferma la legittimità del culto di venerazione delle immagini.
Per servire il potere il Cristianesimo aveva dovuto fondersi con il Mitraismo, ma dopo 400 anni, per vincere definitivamente il politeismo, il Cristianesimo dovette accettare le immagini come momento di religiosità. In tale modo qualsiasi resistenza dei politeisti veniva vanificata, ciascuno poteva venerare il suo santo, poteva anche cambiarlo, poteva venerare più santi senza dover incorrere in nessun problema religioso e principalmente non doveva cambiare religione. Era stata fornita, alle popolazioni, una maggiore disponibilità più vicina alla propria identità culturale.
Queste piccole cose sono la testimonianza della grandezza romana. Roma aveva applicato in modo manageriale il Cristianesimo per lo sfruttamento dei popoli e non arretrava di fronte al problema monoteista.
Roma non dimenticava il concetto sumerico -ogni popolo un Dio- ancora oggi dopo oltre 12 secoli dal concilio di Nicea, ogni comune ha il suo santo protettore. La filosofia sumerica è salva.
Tutto questo è sublime ma nell’ottavo secolo d.C. esisteva il problema degli eserciti formati da etnie diverse. Era necessario fornire un collante, una motivazione a persone di provenienza culturale diversa. Si dovette dare alle guerre una motivazione culturale unificante ed al momento l’unico elemento con tale caratteristica era il monoteismo, la religione necessaria per espandersi nei popoli.
Allora fu rafforzata l’idea come l’esercizio delle armi in difesa delle proprie terre era anche una difesa dei cristiani; questo non solo era giusto ma anche meritevole, si incominciò con la benedizione delle armi, si introdusse il culto dei santi guerrieri come il culto dell’Arcangelo Michele. Questo non assunse mai l’importanza del culto del Dio Mitra, però tutto aiuta.
Il papa Giovanni VIII aveva concesso l’assoluzione dei peccati ai combattenti contro i Saraceni.
Anche il papa Alessandro II aveva concesso queste speciali assoluzioni ai partecipanti alla conquista cristiana della Spagna.
Causa la ricerca del sistema di dare una motivazione come spinta culturale al combattente, Carlo Magno ed i suoi successori imperatori come Ottone I avevano voluto caratterizzare le loro spedizioni guerresche con una motivazione sacrale. Anche l’astuto Costantino davanti ai suoi eserciti aveva posto oltre le preesistenti insegne del Dio Mitra anche il segno della Croce.
Il primo contatto di unione tra il Cristianesimo ed il Mitraismo avvenne sulle insegne di guerra. Nessuno si spera sia in grado di trarre conclusioni.
Certamente Roma riusciva a conquistare i popoli con il monoteismo e poi li inglobava nel suo parco sfruttamento, ma il mondo è piccolo e prima o poi dovette incontrarsi con l’altra eresia sumerica ossia l’islamismo.
Le compenetrazioni religiose erano molto difficili, non esisteva tra le due religioni Cristiana e l’Islamismo quel salto di qualità che invece queste avevano con il politeismo rendendole vincenti.
Allora causa il loro sviluppo ad un certo momento si dovette arrivare allo scontro facilitato dagli evidenti comportamenti etnici contrastanti.
Dopo l’anno 1000 Roma continuava culturalmente a non fidarsi della lotta armata come momento di aumento del proprio dominio, da 700 anni aveva scelto un’altra strada. Di fronte però ai saraceni l’arma religiosa del Cristianesimo non funzionava, Islam e Cristianesimo adoperavano il medesimo sistema culturale. Roma pertanto, data la sua non mai tramontata capacità di analisi politica, lasciò via libera alle guerre contro l’Islamismo.

CROCIATE (Parte seconda)

Queste guerre furono chiamate Crociate.
Cosa diede una spinta pragmatica alle Crociate?. La aspirazione delinquenziale di quei cittadini che non trovarono nella Chiesa romana quel rifugio ecclesiale necessario per permettere di svolgere nel servizio religioso il soddisfacimento della propria esistenza. Il desiderio determinato dalla frustrazione della nobiltà tagliata fuori dall’ereditarietà causa le leggi feudali create per salvaguardare l’indivisibilità del patrimonio nobiliare.
Inoltre era sorto il movimento “della pace e della tregua di Dio” il quale si opponeva alle guerre tra i cristiani anche se erano in effetti solamente azioni di brigantaggio con dimensioni maggiori.
Sorgevano in quel periodo i primi albori di una borghesia produttiva e parallelamente un risveglio demografico, aumentava il numero degli sbandati abbraccianti il nomadismo e pertanto incontrollabili. Per istradare questo desiderio di lotta, di preda, di poter sbarcare il lunario si indicò la strada della lotta all’Islamismo.
Vi furono anche delle prime antisegnane crociate contro l’Islam, esempio la prima contro i Mori in Spagna, l’altra fu la conquista normanna della Sicilia terminata nel 1091. In seguito Roma si pronunciò favorevolmente in modo ufficiale; il papa Urbano II nel 1095 indicò l’Islam come nemico e la necessità dell’abolizione delle guerre tra i Cristiani.
Queste indicazione svegliarono gli appetiti e le aspirazioni di quei professionisti delle armi il cui comportamento impediva la quiete nel mondo del Cristianesimo romano. La Crociata forniva una motivazione determinante trasversale alle culture, alle etnie ed ai popoli. Si poteva mettere insieme migliaia di uomini governati da un idea e non costretti da una organizzazione militare inesistente.
Sorse una propaganda con caratteristiche profetiche; monaci o quasi religiosi si misero a predicare la conquista della Palestina, della terra santa e di Gerusalemme quale città celeste e tutto questo quasi come un comandamento divino ed il ricavato era da considerarsi un dono divino.
Per una combinazione, 2400 anni dopo Mosè la Palestina diventava nuovamente una terra promessa , sotto l’egida e la guida di un Dio unico.
Nel 1096 una schiera di profeti, tra cui emergeva Pietro d’Amiens l’Eremita, svolgevano consapevoli o no, il compito di arruolamento di soldati, si mossero delle masse inermi dedite ai saccheggi ed ai massacri; furono dispersi e i rimasti vennero sterminati dai Turchi.
Il loro sacrificio non fu vano perché dimostrò come il Cristianesimo non serviva solo al tornaconto romano ma aveva anche la forza di fornire motivazioni guerriere a gente eterogenea di diversa estrazione sia culturale che etnica .
Le legioni di Roma organizzate non erano più necessarie vi era un modo nuovo di radunare le masse, ancora una volta il monoteismo dimostrava la sua grande capacità di espressione politica. Visto questo successo di aggregazione si mosse il ceto feudale in grado di creare una struttura organizzata sicuro di avere con se molti volontari.
Questa prima crociata organizzata conquistò prima Nicea, consegnata all’imperatore di Costantinopoli in cambio dell’apporto fornito dall’esercito bizantino. Inoltre furono conquistate Tarso, Alessandretta , Edessa, Antiochia.
Durante l’assedio di Antiochia Pietro l’Eremita abbandonò la crociata, il suo aiuto culturale religioso non era più necessario in quanto, dopo le prime conquiste, il movente della rapina era sufficiente a tenere insieme le masse combattenti.
Nel 1099 fu conquistata Gerusalemme ma non si giunse alla nomina di un re, fu nominato “ advocatus” cioè difensore Goffredo di Buglione. L’anno successivo alla sua morte fu nominato re il fratello Baldovino.
La Terra Santa non più di spettanza geografica alla Chiesa, ma appartenente ad una casata che si contrapponeva alla supremazia della casta ecclesiale di Roma.

sabato 20 ottobre 2007

Obbiettivi LINEA FUTURO



Con la creazione dell’ente politico "LINEA FUTURO" si vorrebbe velocizzare i tempi, Rendere edotti i cittadini della spogliazione a cui sono sottoposti. Lo spoglio attraverso la tassazione non solo è dovuto per una necessità di rapina per realizzare un accumulo di ricchezze da sperperare, ma ha il suo primo compito di depauperare i cittadini in modo che non accumulino troppa ricchezza virtuale.
Il sistema economico applicato dopo il 1726 con l’invenzione della carta moneta ha prodotto un moltiplicatore di ricchezza, questo non può e non deve rimanere in mano a coloro che non sono parte del sistema della creazione del concetto secondo cui un pezzo di carta rettangolare di carta stampata a colori vale non per se stesso ma per quanto è scritto.
Il concetto di ricchezza virtuale sopravvive solo se è riconosciuta da tutti, e contemporaneamente viene richiesta in continuazione la creazione di prestiti produttori di interessi.
Lo spoglio continuo è pertanto indispensabile per creare una forma politica di potere che rende succubi i cittadini.
Pertanto le tasse sono necessarie per il potentato economico più ancora della necessità di rastrellare ricchezza.
Maggiore è lo spirito indipendentista del cittadini, maggiore deve essere la spinta verso la tassazione. Conseguentemente in modo non chiaro si crea l’aumento della tassazione e in parallelo si studia il sistema di allargare il volume di spese che, in valore assoluto, è sempre in aumento.
Il cittadino si difende da questo sistema in
tre modi:
-Il primo è quello di accumulare del denaro in contante che, nella prospettiva della continua esplosione di furti, facilita la necessità di custodirlo nelle banche.
-Il secondo è quello di invitare i cittadini a convogliare il denaro per degli investimenti e trasformare in attestati di valore la propria ricchezza in carta moneta, e se vuole riottenerla deve vendere i suoi attestati al prezzo di mercato.
Al sistema non importa se in quella vendita si registra un guadagno od una perdita, per vendere occorre trovare un elargitore di denaro e di conseguenza il primo acquisto, ha determinato una diminuzione del contante in mano ai cittadini per sempre.
-Il terzo è quello di trasformare il proprio denaro in beni di lunga durata e di assicurato valore nei mercati futuri. La politica dei governi è quella di colpire i cittadini in questi tre punti mentre contemporaneamente continua il suo compito di drenaggio.
Dato che i partiti sono tutti a libro paga del potere economico perseguono questo disegno qualunque sia le illusioni prospettate durante la campagna elettorale; è nell’abilità teatrale di ognuno far apparire il progetto di oppressione fiscale attinente a quanto promesso.
Tre sono i punti e tre sono gli attacchi portati ai cittadini.
Essendo aumentato l’interesse bancario in funzione di un programma di accrescimento dei tassi bancari per limitare la ricchezza dei cittadini necessitati, viene accresciuto il prelievo sul denaro ricevuto come interesse o come maturazione del proprio patrimonio mobiliare.
Per i beni immobili invece si inizia la rivoluzione degli estimi catastali in modo da permettere una maggior introito.
Questo viene enunciato come una lotta all’evasione. L’evasione è una divinità sacra ai poteri centrali perché in nome di essa si potrà per decenni colpire i cittadini.
Il grande slogan e’ FAR PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO.
E dato che non si riuscirà mai a far pagare tutti e non si potrà mai far pagare meno ed il cittadino rimarrà sempre turlupinato in futuro.
ECCO PERCHE’ OCCORRE MODIFICARE QUANTO HANNO PREPARATO I CENTRI DI POTERE.

CAMBIANDO IL MODO DI ESSERE TASSATI SI CAMBIA IL FUTURO.

DOLLARO LA SUA ORIGINE (parte prima)


Nel formare uno Stato è necessario fornirlo di un organo giudiziario per dirimere le controversie, occorrono inoltre un esercito ed una moneta.
Gli Stati Uniti quando diventarono indipendenti si munirono di questi componenti.
Volendo mantenere l’esercito e pagare le strutture politiche crearono una moneta rappresentata semplicemente da carta stampata con nessuna elemento di garanzia.
Il Nordamerica come potenza assomiglia a Roma. Anche nelle origini hanno molte affinità.
La leggenda racconta come Roma, dopo la sua fondazione, diede asilo a molti pregiudicati per potersi ingrandire, ecco perché il mondo latino ebbe sempre quella caratteristica di rapina necessaria per costruire un impero.
Anche gli Stati Uniti furono popolati liberando le carceri inglesi.
Fortunatamente il governo della corona inglese era basato sull’ingiustizia e pertanto nelle prigioni vi era un grande numero di gente non colpevole (la maggior colpa era di essere poveri).
Se nelle galere vi fossero stati solo criminali purtroppo la situazione culturale degli USA sarebbe oggi preoccupante.
Tuttavia la spregiudicatezza dei politici nel dichiarare l’indipendenza americana permise di stampare tanta carta moneta, ma non avendo nessun punto di riferimento, si appropriarono del nome di una moneta dello stato confinante: il Messico.
Certamente lascia perplessi il sapere come lo Stato attualmente più forte del mondo stampò la sua moneta indicando sulla carta il nome dei dolears, moneta aurea messicana
La parola dollaro derivava da una moneta chiamata tallero coniata per la prima volta dall’arciduca Sigismondo del Tirolo nel 1484.
I cittadini americani vennero ingannati in quanto la carta non era garantita.
Successivamente vennero coniate monete in oro ed in argento, ma solo nell’anno 1900 il dollaro di carta venne vincolato all’oro fissandone il prezzo.
Gli Usa applicarono finalmente il Golden Standard per fornire una garanzia alla carta, però si adeguarono a questo per ultimi dopo la Serbia, il Portogallo, l’Egitto e molti altri.
La linea della ricchezza negli USA fu determinata grazie ad una guerra civile.
Gli Stati del Nord America si erano uniti per combattere il dominio inglese.
Dopo la dichiarazione di indipendenza la loro economia aveva assunto aspetti differenti.
Nella parte a sud si era sviluppata l’agricoltura, e per la forza lavoro vennero importati gli africani in condizione di schiavi.
Questi sono di condizionamento animista e pertanto adatti alle lavorazioni dove i tempi sono determinati dai cicli stagionali.
L’agricoltura era fiorente perché oltre ad avere una mano d’opera a basso costo vi era una disponibilità enorme di territori da prendere agli autoctoni.
La loro eliminazione era molto semplice grazie alle pestilenze. Bastava prendere le coperte di un morto di vaiolo e consegnarle ai pellerossa, questi per mancanza di difese genetiche morivano come le mosche.
Gli Stati al nord avevano impostato la loro economia sul lavoro manifatturiero, conseguentemente si erano dovuti appoggiare su mano d’opera europea che per genetica e per condizionamento era maggiormente adatta a lavori ripetitivi, improntati su cicli brevi.
Gli Stati del nord e quelli del sud avendo due economie differenti, logicamente presero due strade diverse.
Il nord voleva un protezionismo per difendere la sua produzione manifatturiera, mentre il sud desiderava l’abolizione del protezionismo in Europa onde facilitare l’esportazione dei prodotti di origine agricola.
Questo problema poteva portare un grave danno d’immagine, gli USA erano il primo stato massonico costruito senza l’ausilio di un popolo. Infatti i nuovi abitanti venivano da tutti gli angoli della terra civile e certamente non potevano avere la medesima cultura unificante.
Era il fallimento degli Stati creati sulla base economica e non popolare.
Negli Stati Uniti vi erano quattro milioni di bianchi e settecentomila negri.
Questi ultimi, essendo animisti, erano più propensi a moltiplicarsi; se si continuava a creargli uno spazio lavorativo, in mezzo secolo sarebbero diventati maggioranza.
Abraham Lincoln, il propugnatore dell’antischiavismo, apparteneva alla loggia massonica Hermetic Brotherhood of Light da cui sorse successivamente la Golden Dawn matrice del nazismo (sono tutti una grande famiglia).
Di fronte alla spaccatura tra le due economie si dovette unificare gli Stati che avevano avuto un momento di unità quando avevano combattuto per l’indipendenza dal potere inglese.
Al cinema rappresentano spesso la lotta tra gli stati del nord e quelli del sud e l’hanno chiamata guerra di secessione.
Una situazione è sufficiente enunciarla in continuazione e diventa realtà.
La guerra di unificazione economica del nord e del sud venne chiamata di secessione, e tutti, compresi i cittadini americani, credono a questo.
Nella guerra vinsero quelli del nord ed ebbe il sopravvento l’economia manifatturiera e non quella agricola. Se avesse vinto l’economia agricola oggi gli Stati Uniti sarebbero il primo stato africano del mondo.
Dopo la guerra di unificazione (secessione per i libri di storia) si sviluppò l’industria manifatturiera. Conseguentemente invece di mano d’opera animista si dovette importare quella di condizionamento monoteista.

venerdì 19 ottobre 2007

DOLLARO,LA GUERRA (parte seconda)


La produzione degli Usa aumentava ed occorreva trovare i mercati.
Grazie allo sfruttamento dei nuovi immigrati, gli USA non avevano più necessità del protezionismo, anzi cercarono di fare togliere le barriere per i suoi prodotti industriali nel mondo.
Questo problema non era semplice, l’unico modo di esportare era quello di creare una domanda impellente di prodotti in Europa.
La guerra determina un’incentivazione maggiore all’assorbimento dei manufatti.
Gli Stati nel momento bellico, non solo producono di meno ma contemporaneamente consumano di più.
Dopo il 1900 i prodotti bellici avevano avuto un grande sviluppo.
Maggiore volume di fuoco, maggior numero di bocche ed aumento di mezzi.
Solo la guerra avrebbe determinato l’abolizione delle barriere doganali verso l’importazione di materiale bellico.
Gli USA, ex colonia europea, in poco più di un secolo hanno trasformato l’Europa in una loro colonia.
I cittadini europei vennero divisi in due categorie, quelli che dovevano combattere tra di loro per consumare i prodotti bellici e rimanevano in Europa, e quelli che dovevano produrre, e non trovando sostentamento in patria, dovevano emigrare in America.
La prima guerra mondiale fu un successo economico.
Furono accontentati i globalizzatori.
Si eliminò definitivamente il Sacro Romano Impero (Austria) ultimo residuo del potere temporale simbolo del potere della Chiesa di Roma.
Le logge sataniste, sempre messe da parte, ebbero esaudite le loro aspirazioni.
Tutti gli Stati europei si infilarono nel sistema bellico e vennero divisi in due parti: quelli che dovevano perdere e furono depauperati dopo la sconfitta con alte imposizioni economiche.
I secondi i vincenti furono ripuliti attraverso un acquisto enorme di materiale bellico dagli USA.
Questi per non apparire come approfittatori parteciparono anche loro alla guerra verso la fine.
Così gli Usa, dopo aver bidonato con il dollaro di carta nel 1776 i coloni americani, dopo 140 anni portarono via dal mondo una enorme quantità di oro.
Il governo americano riceveva, per le forniture belliche, il pagamento in oro dagli alleati e poi pagava le sue industrie con della carta stampata.
Questo creò una euforia, in seguito non furono capaci di controllarla, si arrivò ad una depressione economica che divenne mondiale.
Questa crisi servì a far pulizia di molti sprovveduti incapaci di comprendere come l’arrivo della ricchezza era stato programmato e non era un miracolo.
Il trucco della guerra era magnifico, si pensò, dopo la prima, di farne un'altra e si sovvenzionò Hitler.
Gli furono consegnati armamenti, denaro, aperture di credito, impiantazione di stabilimenti industriali. Hitler iniziò la guerra e gli americani dopo due anni incominciarono ad inviare nuovamente armi in Europa.
Gli USA per salvare la faccia dovettero partecipare.
Pulirono il mondo dell’oro, eccetto l’Argentina a cui in seguito fu preso tutto (si continua ancora oggi).
L’America cercò di prolungare il più possibile il periodo bellico ma non vi riuscì.
Nel ‘45 dovette vincere e finì l’affare.
Però vi era un problema, quando finì la guerra in Europa, cessarono le vendite di armamenti e gli Stati Uniti si trovarono da soli a combattere contro i giapponesi.
Dovevano fare la guerra senza alcun cliente.
Allora, seguendo il buon senso cercarono di mettere fine al conflitto non procurante più oro.
E qui gli americani fecero il più grave sbaglio economico della storia.
Misero le basi della distruzione della loro economia.
Per terminare in fretta la guerra, buttarono la bomba atomica.
Questa arma era stata studiata dai tedeschi desiderosi di avere una arma segreta che il mentecatto Hitler cercava di trovare nell’Arca della Santa Alleanza smarrita dagli ebrei.
Fino a pochi anni or sono erano ancora vivi alcuni italiani, prigionieri durante l’ultima guerra in Germania. Essi liberati dagli Americani aiutarono a caricare sulle navi statunitensi quelle apparecchiature tedesche necessarie a perfezionare e rendere maneggevole ed usufruibile la bomba atomica in preparazione nell’ America.
Con tale mezzo gli USA misero in ginocchio quei nipponici convinti di combattere fino all’ultimo uomo.
Gli USA in un primo momento ricevettero un beneficio economico, ma da quella prima bomba atomica terminò il business della guerra.
Con le bombe atomiche non si possono più intraprendere delle guerre perché queste non possono durare.
Gli americani sono un popolo giovane e come tutti i giovani fanno i bulli sulle piazza del paese per farsi vedere dalle ragazze.
Pertanto per sentirsi importanti, per darsi un tono ed anche per dare un po’ di lavoro alle proprie industrie degli armamenti sono obbligati a fare delle guerre.
Causa questo pericolo di autodistruzione, nessun Stato vuole impegnarsi ed alla fine degli anni ‘60 gli USA intrapresero un conflitto da soli contro un paese uscito dal medioevo: il Vietnam.
Ma non avendo alleati a cui vendergli le armi per portare a casa un po’ di oro, ebbero grosse perdite economiche. Così nel 1971, dopo circa ottanta anni, il bilancio degli Stati Uniti andò in passivo. A quel punto fu tolto il Golden Standard ed il prezzo dell’oro diventò libero sottostando alle regole del mercato.
Adesso hanno fatto una guerra farsa contro l’Iraq, anche qui hanno venduto niente ed allora, pur aiutando la loro industria degli armamenti, il dollaro ne ha risentito.
Ci sarà del petrolio da portare via, ma se ne prendono troppo questo cala di prezzo.
E’ un bel problema!
Non si deve avere paura per il futuro. I popoli sono così scemi che hanno già trovato il sistema di imbrogliarli, occorre solamente aspettare che tra un atto e l’altro gli attori abbiano il tempo di cambiarsi abito.

MONOTEISMO


Durante gli scavi archeologi eseguiti tra il 1890 ed il 1937 nella località egiziana di Tell-el-Amarna , a sud di Ermopoli, sulla riva destra del Nilo, si scoprì un copioso archivio formato da centinaia di tavolette con scritture cuneiformi per cui era stata usata la lingua accadica .
In quel luogo vi era la città Ahetaton (in egiziano antico l’orizzonte di Aton).
Tale città fu fatta costruire da Amenofi IV ( 1367- 1350 a.C. )
Questo Faraone ebbe come sposa Nefertiti, egli era in opposizione alla potente classe sacerdotale del dio Ammone.
Trasportò la capitale da Tebe ad Ahetaton.
Impose l’abbandono della adorazione di Ammone e delle divinità tradizionali, sostituendo quello esclusivo del disco solare Aton, venerato come unico creatore e conservatore del mondo.
Cambiò il suo nome in quello di Ekhnaton ( in egiziano “ colui che è utile a Aton “).
Dopo la sua morte le sue riforme furono abrogate dai successori, la capitale abbandonata, il nome stesso del Faraone venne tolto dai monumenti e fu ripristinato il culto di Ammone.
Il culto di Aton aveva assunto importanza nella XVIII dinastia ed in special modo sotto il regno di Amenofi III ( 1405- 1367 ) padre di Ekhnaton.
La città Ahetaton venne costruita in breve tempo grazie agli operai che fabbricavano i mattoni, essi dovevano tutto al Dio unico Aton nel nome del quale ebbero un lavoro. Tra quei lavoratori vi erano molti ebrei. Essi, grazie al loro patriarca Abramo, erano già preparati al monoteismo.
Certamente dopo Ekhnaton gli ebrei non assunsero mai all’importanza di cui godevano. Era morto il sostenitore del monoteismo ed il costruttore di una città dedicata ad un Dio unico.
Per decimare questo gruppo di operai il Faraone probabilmente Ramesse II (circa 1304-1237 a.C.) ordinò di uccidere tutti i figli maschi ebrei.
Durante quel periodo Mosè fu salvato dalle acque.
Freud, padre della psicanalisi moderna, dichiarò che dietro la rivoluzione monoteista di Mosè vi era un Faraone.
Il Dio Aton fu un esperimento odiato dagli Egiziani.
Mosè tagliò il cordone ombelicale con l’Egitto e da allora quella terra fu sempre considerata nella Bibbia come terra di idolatri. Era l’odio per aver rifiutato Aton.
Gli egiziani a loro volta bollarono gli ebrei come nemici religiosi, per dimenticare per sempre il loro Faraone controcorrente.
Il Faraone Ekhnaton fu il primo ad introdurre il monoteismo, ossia la contrapposizione tra religione giusta e religioni fallaci.
Egli credeva ad un solo Dio: questa è una caratteristica degli ebrei, dei cristiani e dei mussulmani.
Mosè non accettava che con la morte del Faraone fosse cessato il culto del Dio unico.
Gli Egiziani da parte loro odiavano la rivoluzione del Faraone monoteista perché fece delle persecuzioni feroci contro chi continuava ad essere politeista, perché negò l’immortalità dell’anima che è la base di ogni religione e rifiutò i rituali magici. Questo odio fu rimarcato nei documenti di periodi posteriori che identificavano il periodo monoteista come un periodo di morte, di malattia ed oscuro.
Furono le persecuzioni di Ekhnaton che diedero l’alibi ai suoi successori di uccidere i figli dei fabbricanti di mattoni restati fedeli al dio unico a cui era dedicata la città da loro costruita.
Fu tale l’odio degli Egiziani che riuscirono a cancellare i segni del monoteismo.
Solo da meno di cento anni, si è riuscito a ricostruire la storia dell’avvenimento.
Nella Bibbia il monoteismo ebraico di Mosè è una controreligione e, in quanto tale, ha bisogno di conservare il suo opposto (l’Egitto) per definire se stessa. Infatti il Dio dell’Esodo è una figura politica , la sua ira e le sue gelosie sono. quelle di un re che ha stipulato un trattato con dei sudditi.
La figura di Abramo e tutti i racconti sui suoi discendenti sono pervenuti ai posteri attraverso solo gli scritti della Bibbia.
Purtroppo non sono stati rinvenuti oggetti, manufatti, tombe, templi, regge testimonianti il periodo intercorso tra Abramo e Mosè; al contrario sulla predicazione del dio monoteista Aton sono state rinvenuti resti inconfutabili.
Si potrebbe supporre che il monoteismo abbia avuto una origine storica con risvolti politici su popoli stanziali, all’infuori di possibili credenze di singoli gruppi famigliari, solo intorno al 1400 a.C.

UN VOTO


Una democrazia è tale fin quando i cittadini capiscono che non lo è.
Non si può applicare la democrazia fin quando non si è sicuri di poter effettuare i brogli elettorali che non si possono evidenziare e controllare.
La differenza tra la democrazia è la dittatura consiste nella differenza dei tempi in cui si effettuano i brogli elettorali.
Se i brogli elettorali avvengono prima dello svolgimento dell’elezioni attraverso imposizioni di liste uniche causa mancanza di schiere di personaggi condizionati, violenze prima del voto, impedimenti di propaganda, esibizione della forza allora si ha una dittatura.
Se invece il condizionamento del risultato elettorale avviene dopo lo svolgimento del voto allora si ha una democrazia.
Ossia la differenza tra democrazia e dittatura si identifica nei metodi e nei tempi del broglio elettorale, prima del voto è dittatura dopo il voto è democrazia.
Quando una dittatura ricorre anche ai brogli elettorali dopo le votazioni rivela un forte desiderio di diventare una democrazia. Ossia il broglio elettorale dopo dello svolgimento del voto è prova di esercizio della democrazia.
La dittatura comunista era debole perché poneva una sola lista al voto ma permetteva ai cittadini nell’esprimere il voto di cancellare un nome non gradito.
La democrazia italiana é forte perché è in grado di presentare più liste contemporaneamente teleguidate e non permette ai cittadini di cambiare minimamente le decisioni di chi deve essere eletto.
L’accentramento della democrazia italiana è decisamente superiore della dittatura comunista.
Ecco perché questa ultima è caduta.
La forza della democrazia consiste nel dimostrare che tra la parte vincente e quella perdente vi è una differenza minima di voti.
Minore la differenza maggiore è la dimostrazione di potere della democrazia.
Pertanto quale è la maggiore democrazia del mondo? Gli Stati Uniti.
Quando Bush venne eletto vi era una contestazione di meno di 200 voti e non si capiva chi aveva vinto.
Allora per derimere la situazione si ricorse alla Corte Federale formata di 9 membri.
Questi sottoposti alla richiesta di chi avesse vinto dichiararono cinque voti contro quattro l’attribuzione della vittoria a Bush.
Pertanto con un voto di differenza si determinò l’uomo più potente del modo.
Questa differenza di uno è la dimostrazione che gli USA sono la maggiore democrazia del mondo.
Pertanto per dimostrare che vi è una democrazia superiore agli Stati Uniti occorre che una democrazia ( ossia votazione con broglio dopo lo svolgimento della medesima) faccia vincere un candidato senza un voto di differenza ma a questa sistema non si è ancora pronti.

L'INTERESSE MOLTIPLICATORE


Quando una banca riceve il denaro di un risparmiatore lo investe in prestiti.
Secondo gli accordi conosciuti con il nome di
“ Basilea 2” si è stabilito che le banche devono coprire il valore dei denari imprestati con capitale proprio per una percentuale dall’1,6% al 12 % a secondo il grado di solvibilità.
Nel 1988 si era stabilito che questa copertura ( Eigenkapital) doveva essere almeno dell’8%.
Quando una banca impresta del denaro, certamente questo non viene richiesto dal cliente per porlo sotto il materasso ma serve per una operazione determinata da un fine.
Pertanto i denari o la sua disponibilità vengono consegnati a qualcuno che li adopera per saldare a sua volta degli impegni fino a raggiungere il momento in cui il denaro rientra nel sistema bancario creando un nuovo deposito.
Occorre considerare l’esistenza di un limite fisiologico compreso tra un massimo ed un minimo di denaro rimanente sempre in circolazione.
Con il ritorno del denaro imprestato il sistema bancario ritorna a compiere un altro prestito trattenendo si intende il Eigenkapital.
Nuovamente il denaro inizia il suo giro fino a che ritorna in un altro deposito dove può dare l’inizio ad un altro prestito.
Pertanto da un primo deposito quale cifra può imprestare il sistema bancario?

Con l’avvento di
Basilea 2 le banche mediamente non scendono al minimo ma si fermano ad una media generale del 2%
Pertanto con l’ Eigenkapital del 2% si ottiene

A X 1 + A X 0,98 + A x 0,98 x 0,98 + A x 0,98 x 0,98 x 0,98 + ecc.

Praticamente il capitale A determina in questo caso una possibilità di prestiti pari a 56 volte il suo valore.
Pertanto le banche a questo valore di Eigenkapital possono imprestare denaro pressoché all’infinito pur conservando i parametri imposti a livelli internazionali.
Ecco perché oggi vi è una supplica continua verso i cittadini che si impegolino nei debiti.
A questo punto quali sono gli utili delle banche?.
Certamente questa ricchezza viene contenuta attraverso le sofferenze.
Ma una bolla di questo tipo può durare?.
Il debito pubblico ha ancora un senso?.
La barzelletta che non si possono calare le tasse è proprio valida?.
NON VOLER CALARE LE TASSE NON E’ FORSE UN MODO PER AUMENTARE LA NECESSITA’ DEI CITTADINI A RICORRERE AI PRESTITI?.

GINEVRA





L’unità di Italia,compiuta dal Piemonte è tutta colpa di un soldato svizzero che dormiva con la spada.
Certamente l’unificazione italiana l’avrebbero costruita ugualmente, ma i Piemontesi sarebbero stati fuori dal giro, oggi avrebbero come capitale Ginevra.
Nel 1602 Carlo Emanuele I duca di Savoia, come avevano tentato i suoi predecessori, volle allargare il suo regno verso il nord e cercò di occupare Ginevra.
Mandò una spedizione di trecento uomini ai primi di dicembre verso Ginevra.
Questi montanari avevano il compito di avvicinarsi alla città senza farsi riconoscere. Era una operazione di commando.
I Piemontesi portavano con sé una scala per scavalcare le mura.
Tale operazione doveva avvenire nella notte di Santa Lucia in quanto secondo la tradizione è la più lunga dell’anno.
I Piemontesi arrivarono sotto le mura di Ginevra e grazie alla scala un piccolo gruppo si infilò nella città.
Le mura avevano un ingresso ricavato in una torre presieduta di notte da un corpo di guardia.
I Piemontesi entrati in città si infilarono nella torre dalla porta prospiciente all’abitato sorpresero le guardie e le uccisero.
Una di queste dormiva, armato di spada, al piano superiore a cui si arrivava attraverso una botola.
La porta verso l’esterno era di legno e di notte veniva chiusa.
Inoltre vi era una grata di ferro tenuta sollevata attraverso delle catene avvolte attorno ad un argano.
Tale grata in genere veniva sempre tenuta alzata.
Anche nella notte dell’attacco era alzata.
I Piemontesi appena entrati misero una mina vicino alla porta e la fecero saltare.
In tale modo la porta si sarebbe aperta ed i soldati che attendevano fuori avrebbero potuto entrare ed impadronirsi della città.
L’uomo armato che si trovava al piano superiore con la spada riuscì a tagliare le corde che fermavano l’argano azionante la porta in ferro e questa cadde ostruendo l’ingresso.
Lo scoppio della mina svegliò gli abitanti di Ginevra.
I Piemontesi erano fuori e non potevano entrare, allora decisero di servirsi dell’unica scala di cui erano provvisti ed era servita per fare entrare quei pochi uomini destinati ad occupare la torre dell’ingresso.
Non era facile far salire oltre trecento persone attraverso una scala, intanto i Ginevrini svegliatisi corsero alle armi, avevano un cannone e con questo spararono sul mucchio dei soldati Piemontesi che salivano sulle mura.
Quando il diavolo ci mette la coda: invece di colpire i soldati colpirono la scala e questa si ruppe.
Così i Ginevrini ebbero ragione dei pochi Piemontesi entrati in città e riuscirono a sventare l’attacco.
Così se l’uomo armato nella sala superiore nella torre fosse stato sveglio da basso per compiere il suo dovere, se un colpo di cannone tirato a caso non avesse rotto la scala, Ginevra sarebbe stata occupata, il duca di Savoia avrebbe rivolto il suo disegno di espansione verso il nord.
In seguito a questa disfatta casa Savoia decise di espandersi vero sud ed ora siamo tutti Italiani.
Il sogno di occupare Ginevra fu in seguito impossibile da realizzare: i suoi abitanti, impauriti, munirono la città di mura imponenti.
Questo sta a dimostrare come molte volte nella storia basta poco per modificare gli eventi.
Pietro Micca salvò il Piemonte dai Francesi, un soldato addormentato salvò l’Unità di Italia.
Vi sono stati altri casi ancora più eclatanti riguardanti il Piemonte, sono stati grossi come effetto, e piccoli come aspetto.
A Ginevra tutti i 12 dicembre si festeggia per lo scampato pericolo.
Non si capisce se il pericolo scampato era quello di essere conquistati dai Piemontesi o quello di fare parte in seguito dell’Italia.
I Ginevrini non lo vogliono dire. Applicano il segreto bancario anche alla politica.

giovedì 18 ottobre 2007

DIFESA DELLA FAMIGLIA


Il sistema tiene impegnati i cittadini con lo spettacolo maggiore del mondo, ottenuto dalla lotta tra la destra e la sinistra, le quali, entrambe, parlano di un futuro più libero.
Queste due scuole dell’umorismo hanno ciascuna una spalla chiamata in termini politici centro, utile a porgere la battuta per le comiche.
Però comunque in comicità non potranno mai superare gli spettatori convinti della veridicità di questa grande recitazione.
Occorre leggere il libro di Friedrich Engels “ L’origine della famiglia , della proprietà privata dello Stato” per capire il disegno della distruzione della famiglia.
Ad Engels, industriale tessile, interessava che la donna non si dedicasse alla famiglia ma diventasse parte integrante della produzione.
Ad altri interessava che i bambini fossero allevati dallo Stato affinché non ricevessero l’educazione della famiglia ma il condizionamento statale.
L’incontro di Engels con Mardokhai (conosciuto col nome di Marx ) determinò un grande passo nella distruzione della famiglia.
Marx aveva trovato il metodo di avere il consenso e l’aiuto dei cittadini nel compiere la distruzione dell’avvenire dei loro figli.
La ricchezza virtuale, fatta di carta rettangolare stampata a colori con numerazione non controllabile, era riuscita a determinare la base per la creazione di un aumento enorme della produzione, ma per incrementarla occorreva aumentare i consumi: questo avrebbe portato a poter stampare altra carta colorata.
Allora Marx si prese il compito di condurre i lavoratori a chiedere maggiore entrate in funzione dell’aumento della produttività.
Maggiori stipendi avrebbero prodotto maggiori consumi, maggiore produzione, maggior ricchezza.
Marx era ebreo come Mosè, il quale formò un popolo con la manna del deserto.
Mardokhai adoperò il medesimo metodo, fondò una ideologia, con il compito di aumentare il benessere dei cittadini compiendo il disegno già programmato dalla globalizzazione per la ricchezza virtuale.
L’aumento del tenore di vita dei cittadini era una indispensabile esigenza economica del potere mondiale la quale si sarebbe verificata anche senza l’ideologia.
Molti cittadini scelsero come propri rappresentanti gli uomini indicati dai partiti comunisti, essi mentre fingevano di aiutare i cittadini in un processo economico in grado di andare avanti obbligatoriamente per conto suo, eseguivano il loro compito di portare a fondo la distruzione della famiglia.
Alla fine degli anni ottanta, essendo la distruzione della famiglia nei paesi democratici occidentali arrivata ad un punto di non ritorno, il comunismo è stato abbandonato. La finanziatrice di questa forma, l’Unione Sovietica, è stata sciolta, anche perché il mantenimento della economia russa era pesante per il potere economico mondiale.
Oggi il concetto di famiglia è distrutto ed è indispensabile correre ai ripari.
Necessita fare una politica della famiglia, incominciando dal lato economico.
Quando alleva i figli, il nucleo familiare deve essere aiutato. Occorre trovare il sistema, è stato individuato il metodo necessario attraverso la diminuzione delle tasse in funzione del numero dei figli.
L’allevare i figli deve determinare un riconoscimento verso la donna, con una pensione di anzianità creata con il contributo dello Stato
Dato che parte della ricchezza prodotta spettante ai consumatori non viene elargita, non potendo lasciarla in giro si è dovuto inventare una tassazione folle.
Lo Stato, non sapendo come impiegare queste enormi somme, ha dovuto creare un sistema in grado di sprecare dal 22 al 27% delle entrate fiscali.
Con parte di questa cifra si possono aiutare le famiglie, le donne devono essere libere di cercare un impiego, se lo desiderano, non per necessità.
Invece si continua in tutti i modi ad impedire alle donne di poter seguire il loro naturale desiderio di allevare i figli senza gli assilli economici.
Piuttosto si creano asili con dei costi di conduzione proibitivi, ma non si vuole aiutare le madri.
Esse hanno bisogno dei loro figli, ma più ancora sono i figli ad aver necessità, principalmente nei primi anni di vita, della madre.
Adesso i partiti, fingendo di bisticciare, continuano nelle promesse ma questo problema non viene toccato, il loro compito è cercare attraverso l’abilità recitatoria di tergiversare.
Ancora pochi decenni e la cultura popolare ed i popoli spariranno lasciando il posto ad una massa di condizionati da poter condurre a piacimento.
Non si deve più aspettare, bisogna ricordare i sacrifici dei nostri avi, che hanno sofferto pene enormi per sopravvivere alle difficoltà prodotte dalla natura e da altri uomini, non si vorrebbe che tutto andasse perduto.
Domani potrebbe essere tardi.

IL VOTO


I nuovi aspiranti dominatori dal 1726 (anno di fondazione della carta moneta ossia della tangibilità del potere del nuovo dio denaro), non osando prendere il potere da soli, inventarono il concetto che il popolo ha il diritto naturale di omologare il potere.
In tale modo conservano la tradizione secondo cui il potere deve arrivare da qualche parte, e senza imprimatur non è credibile.
Gli Stati formatesi negli ultimi 150 anni tendono, per essere credibili, di avere il potere attraverso il voto del popolo.
Prima votava una parte del popolo, poi con l’aumento del condizionamento venne allargato in modo cauto il numero dei votanti, infine si è arrivato a dare il voto anche alle donne.
La forza del condizionamento del popolo era così forte da non correre alcun rischio nel concedere il voto alle donne, pur essendo queste per indole (e fortuna) pragmatiste.
Il secolo ventesimo è divenuto il trionfo del voto al popolo.
La massima della democrazia del secolo passato fu : “ Vota chi voi tanto puoi votare solo chi è candidato da noi “.
Ai popoli che erano più facilmente abbindolabili fu conservato a lungo il sistema di voto con preferenza (detto in gergo proporzionale ).
Attualmente, per non incorrere in pericolo che al potere arrivino persone non aggiogate, si è rivolti universalmente verso la votazione fissa senza scelta (detta in gergo maggioritario).
Come ultima ratio si è stabilito che il voto deve essere su liste bloccate.
In tale modo il potere legislativo non viene inquinato sia da parte di chi deve far finta di essere la maggioranza e sia da chi deve far finta di essere alla opposizione.
La conduzione di uno Stato deve essere bilanciata e pertanto sono indispensabili sia la maggioranza e sia la minoranza per due ragioni.
La prima è che l’opposizione serve a raccogliere gli sfoghi (e perciò annullarli) di chi è contrario al potere del momento.
La seconda è che purtroppo si deve comandare con gli uomini (anche se condizionati) che si hanno a disposizione e spesso l’incapacità gestionale di un gruppo al potere porta lo Stato fuori degli schemi prestabiliti. Allora è necessario far vincere l’opposizione per riportare lo Stato nella via che era stata decisa di percorrere.
Ecco perché le dittature non vanno bene, perché vanno sempre diritte ed una piccola deviazione originale porta, con il passare del tempo, il tutto fuori dalla meta prefissa dal potere.
Le dittature sono dannose perché portano ad una possibile esasperazione il popolo, in quanto questo si trova alla disperazione perché non gli si fornisce l’illusione della esistenza della opposizione. La disperazione (mancanza di visione del futuro) da l’alibi al popolo di ribellarsi, e questo è male, il popolo deve dimenticare la sua possibilità di rivoltarsi e deve essere condizionato alla sopportazione.
Il popolo deve essere condizionato a considerare inevitabile il modo di governare. Il voto deve essere l’unico segno di reazione al sistema. Aspetta al potere metterlo in condizione di non accorgersi di essere nato per vivere schiavo.

mercoledì 17 ottobre 2007

UN PASSO VERSO IL FUTURO


Lo scopo di questo ente politico è di indicare la via onde liberare i cittadini dal colonialismo che li opprime.
Dopo la guerra del 1914-18, necessaria per l’affermazione della ricchezza virtuale e la scomparsa della monetizzazione nobile come punto di riferimento dei rapporti commerciali, sorse il sistema della gestione del potere attraverso il consenso popolare allargato.
Onde avere il consenso dei cittadini attraverso il voto si dovettero presentare dei progetti di sviluppo, di conduzione, di difesa.
Questi erano il compendio di una agglomerato di idee che prendeva il nome di ideologia.
Attraverso l’ideologie, come momento aggregante, si sono create dei movimenti che assorbendo le idee in parte, in totale o mischiandole hanno preso la denominazione di partiti in quanto, come enuncia la terminologia, servono a dividere in parti la popolazione dal punto di vista della visione di come si deve interpretare il futuro.
Queste organizzazioni, sfruttando la necessità di ricorrere al popolo per ottenere la consacrazione morale di gestire il potere, rafforzarono ed istituzionalizzarono lo sfruttamento.
L’unica avvertenza è che i cittadini inviati dall’associazioni partitiche, come propri rappresentanti in tutti i gangli del potere a tutti i livelli, siano consenzienti del sistema di sfruttamento progettato, attuato e conservato.
La cultura della partitocrazia è consona al sistema dell’esempio storico di utilizzo delle popolazioni applicato dall’impero romano.
Le società umane si modificano e si sfruttano ma non si distruggono perché altrimenti non possono essere utilizzate in seguito.
L’unico compito della partitocrazia è di attuare uno sfruttamento sulla popolazione portato ai massimi livelli. Attraverso l’uso della ricchezza virtuale come fondamento della economia, oltre al prelievo fiscale, si è giunti ad addossare ai cittadini dei debiti che, oltre a creare nei creditori un fasullo sintomo di ricchezza, determinano una situazione di emergenza nell’elettorato in modo da poterlo gestire in modo continuativo ed assillante.
Il sistema partitico si regge sui servizi resi alla popolazione, e attraverso la non chiara contabilità della gestione del potere, si ottiene uno sfruttamento sesquipedale delle risorse a livello statale.
La perfezione dello sfruttamento consiste nel soddisfare in modo carente le esigenze primarie del cittadino come la sanità, l’ordine pubblico e la giustizia in modo che la tensione della popolazione, nel ricercare il miglioramento in questi campi, determina un consenso alla richiesta di una sempre maggiore pressione fiscale.
Oggi la pressione fiscale continua ad occupare lo spazio che aveva nei secoli passati conosciuto con il termine antico della mezzadria ossia il prelievo del 50% del reddito.
Attualmente attraverso contabilità e controlli non facilmente verificabili si afferma, da parte delle forze governative, che il prelievo fiscale si aggira sul 45% del prodotto interno lordo.
Qualsiasi partito o gruppo parificato, giunto al governo, continua a gestire il surplus del denaro che si riesce ad accantonare dopo aver gestito i servizi.
L’organizzazione partitica è riuscita ad ottenere delle creste di spesa e posti di impiego a tutti i livelli.
Grazie ai numerosi enti pubblici e alle direzioni degli enti di servizi, si articola un sistema per cui qualsiasi partito a cui è stato dato la possibilità di emergere, in quanto ha accettato la formula, la intensità ed il volume dello sfruttamento raggiunto a livello nazionale, può trovare il suo spazio di rendiconto economico. L'affermazione di
LINEA FUTURO consiste nel dichiarare che occorre sfatare, ridurre, svelare questa forma di spreco ed impossessamento del prodotto nazionale.
Nel caso teorico che il potere e le sue clientele riducessero lo sfruttamento occulto a zero, per la gestione dello Stato, nell’aspetto attuale, sarebbe sufficiente una tassazione pari al 33% del prodotto interno lordo. Tuttavia considerando la natura umana dei cittadini a cui la partitocrazia si affida per avere dei propri rappresentanti in ogni punto del sistema direzionale a tutti i livelli, considerando il tipo di cultura lassista, edonistica e favorevole alla irresponsabilità propugnata in questi ultimi decenni si potrebbe considerare che attualmente la tassazione potrebbe essere accettata tra il 45% attuale ed il 33% citato.
Praticamente la pressione fiscale in questo periodo di transizione, senza alterare il sistema dei servizi, potrebbe giungere al 39%. Questo è quando si propone
LINEA FUTURO di presentare alla società italiana. Si ritiene non facile la diffusione di queste messaggio in quanto il progetto sarà osteggiato da quel 12/ 15 % della popolazione che vive lautamente grazie alla attuale gestione culturale partitocratrica dell’economia nazionale.
Inoltre vi sono tra il 15% ed il 20% dei cittadini che ricavano utile dalla partitocrazia e non conoscono , o preferiscono ignorare come con la forte eliminazione degli sprechi, dei prelievi e del cattivo uso della ricchezza nazionale, avrebbero comunque uguale tenore di vita senza dovere fare i conti con la propria coscienza dovendo sostenere le consorterie partitocratriche.
Occorre rivolgersi al 70% della popolazione che migliorerebbe la propria situazione sociale quando si applicherebbero le variazioni fiscali suggerite da
LINEA FUTURO.

OPPRESSIONE FISCALE




La proposta di ““LINEA FUTURO”” è rivoluzionaria.
Il tutto deve avvenire per gradi. In primo occorre difendere il cittadino togliendoli l’oppressione fiscale che lo sta distruggendo economicamente e culturalmente. Considerando inoltre che il sistema attuale tenta, secondo i piani del sistema della globalizzazione mondiale, di creare un sistema economico per cui le generazioni future non abbiamo alcuna possibilità di realizzarsi e nello stesso tempo siano obbligate a dilapidare, per sopravvivere, qualsiasi patrimonio in cui vengano in possesso.
Non si può cambiare una ruota ad un treno in corsa.
Prima si calano le tasse e lo Stato italiano deve conseguentemente incominciare a diminuire la percentuale degli sprechi.
Nel caso che non operi in tal senso, la popolazione, che edotta della possibilità di diminuire la sua corvé fiscale, opererà nel porre da parte le organizzazioni di sfruttamento riconosciute normalmente col nome di partiti.
I partiti sono i guardiani, da parte dei poteri economici mondiali, dell’ovile rappresentato dal popolo. Il loro compito è di condurre il gregge alla tosatura, con mille sistemi di convincimento.
Quando si vota si sceglie quale partito deve essere il garante della tosatura, ma il sistema finale non cambia.
Si deve iniziare la diminuzione dello sperpero del denaro pubblico, solo allora si potrà cambiare drasticamente il sistema fiscale verso il singolo cittadino. Il medesimo pagherà le tasse sull’imponibile solo dopo aver dedotto ” tutte “ le spese indispensabili e ritenute necessarie per il proprio sostentamento in un paese civile, moderno, organizzato, libero e democratico.
Il processo è lungo ma però in effetti è molto più corto di quanto si pensi.
La società è al dunque.

OROMONETA




Alla Banca d’Italia sono depositati 2450 tonnellate di oro corrispondenti a 2.450.000.000 grammi .
Con l’accordo del Gold Agreement gli Stati si sono impegnati di vendere a livello mondiale annualmente al massimo 500 tonnellate di oro. In caso contrario il prezzo dell’oro crollerebbe.
L’Italia pertanto è vincolata a vendere poche decine di tonnellate di oro annualmente.
Per usufruire di tale ricchezza esiste la possibilità di coniare monete di oro senza essere condizionati dai dettami del Convegno di Genova del 1922.
Nel mese di novembre 2007 l’oro è quotato ad euro 17,25 al grammo.
Si potrebbero coniare monete da 100 Euro contenenti 3 grammi di oro fino.
Al valore attuale dell’oro un moneta contenente 3 grammi di oro fino varrebbe 51,75 euro e conseguentemente nella coniazione vi sarebbe un valore di signoraggio del 48,25 %. Se si coniano monete auree di 100 euro con il deposito della Banca d’Italia si emetterebbero 81,66 miliardi di euro pari a 158.130 miliardi di vecchie lire.
Praticamente si emetterebbero 17 monete per ogni italiano maggiorenne.

L’emissione di moneta determinerà un aumento di circolante.
Indicando con M la massa monetaria e con V la velocità di circolazione e designa il numero medio di volte in cui l’unità monetaria (euro) è usata nell’unità di tempo (un anno). Con P indicando il prezzo medio del paniere e con T il volume delle transazioni ossia dei panieri scambiati in un anno si ha la formula
M x V = P X T
Aumentando la massa monetaria aumenta conseguentemente o il volume dei panieri (consumi) o l’aumento della rotazione dei panieri.
Ma le monete d’oro hanno la capacità di risvegliare la tesaurizzazione e conseguentemente all’atto pratico il valore della massa monetaria circolante non aumenta di un volume pari al valore dell’emissione della moneta aurea.

CONSIDERAZIONI
E’ vero che le monete aurifere emesse avrebbero un valore di signoraggio abbastanza elevato, ma occorre considerare come, con il continuo crollo della economia mondiale causa la impossibilità di sostenere all’infinito la ricchezza virtuale, ne deriverebbe che ad un certo momento l’oro (anche se a breve o medio termine potrebbe diminuire di valore) nell’arco di decenni è assolutamente obbligato ad aumentare di valore come aumenteranno tutte le materie prime.
Comunque le monete auree non avranno una immagine svalutata in quanto il valore intrinseco della moneta aurea è inferiore del valore nominale. Anche le attuali monete metalliche da 50 centesimi, da un euro, e da due euro hanno un valore del materiale componente decisamente inferiore del valore dichiarato.
Il costo della coniazione è, pur con delle variazioni, addebitabile a qualsiasi tipo di moneta compresa quella in oro. D’altronde la carta moneta rappresentata da rettangoli di carta stampata a colori ha solo un valore rappresentativo.
Se si obbietta che coniando l’oro si depaupera lo Stato di una ricchezza vi sono due considerazioni.
In primo l’oro appartiene alla Banca d’Italia che potrebbe consegnarla ai cittadini in cambio di avere avuto l’autorizzazione di stampare ed usufruire della carta moneta.
In secondo se si ammette che l’oro rappresenta una ricchezza accantonata e pertanto dovrebbe essere conservata, allora implicitamente si ammette, senza alcun dubbio, che l’oro ad un certo momento potrebbe essere utile. Questo significa che nell’animo di chi obbietta sul pericolo di disperdere una ricchezza rappresentata dall’oro vi è insito un dubbio ancestrale sulla certezza che l’economia sulla carta non ha un futuro. Ed allora, a maggior ragione, occorre iniziare a procedere sia economicamente sia politicamente a usare dei sistemi per togliersi da questa situazione precaria.

INIZIATIVA POPOLARE


I partiti hanno la caratteristica di proporre situazioni sociologiche partendo da visioni settoriali del sistema umano. La loro operatività, utilissima come aggregazione, non è in grado di agire sui sistemi di macroeconomia, in quanto i partiti servono solo ad affrontare problemi non superanti certi limiti.
Quando i problemi diventano grandi la incapacità di gestione, dovuta ad una miniaturizzazione della mediazione, rende i partiti impossibilitati di esaminare e di contrastare le leggi del potere economico, conseguentemente la loro volontà e capacità di agire diminuiscono con l’aumento della problematica del sistema.
La visione del metodo sulla decisionalità di affrontare le macrosituazioni determina una impotenza che induce la sopravvivenza dei partiti a dipendere da forme autoritarie. Non potendo agire in tale modo la economia globale si sostituisce a loro nel gestire il sistema operativo.
I partiti non possono rappresentare gli interessi della popolazione se non in visioni piccole e ininfluenti.
La proposizione del sistema viene pertanto lasciata a gruppi di potere che si ergono contro la società umana.
Conseguentemente i partiti si sono ridotti involontariamente al compito di tenere a freno le aspirazioni popolari contrarie alla gestione voluta dal potere economico.

Diventa necessario per i cittadini, nei casi importanti, assumere in proprio la decisionalità dei problemi in cui sono immersi.
La determinazione popolare, nella sua totalità di espressione, rappresenta l’unico sistema per risolvere le situazioni quando i partiti hanno dovuto abdicare essendo impossibilitati effettuare un esame nel proprio interno riguardante la realtà.
Pertanto i movimenti di opinione di iniziativa popolare non possono affiancarsi alla partitocrazia per non essere coinvolti dalla sua involuzione decisionale.
I partiti hanno la necessità di affiancarsi, per esistere, ai movimenti, certamente solo nelle esposizioni programmatiche di aspetto dialettico e non reale.
Il sistema di sopravvivenza dei cittadini non permette ai movimenti di allearsi alla partitocrazia perché ambedue seguono strade diverse.
Il movimento opera nell’interesse della popolazione mentre il partito in primis deve agire nella difesa della propria struttura. Strutture di partito e popolazione hanno impostazioni differenti e maggiore è il problema maggiore è la discordanza.

Quando gli interessi dei cittadini e quelli dei partiti si confrontano nel piano teorico dell’enunciazione sociologica, la dialettica può supplire alle divergenze, ma quando si scende nell’operatività sorgono le incongruenze che sono maggiormente prese in considerazione dalla popolazione in proporzione alla loro influenza sul comportamento e sull’esistenza dei cittadini.
Di fronte alle decisioni importanti con gravi problematiche, germogliano i semi dell’iniziativa movimentitistica insita, in continua gestazione nella cultura popolare, i partiti devono cercare, se non sono totalmente sopraffatti dalla gestione macroeconomica della società, di accettare le soluzione proposte dalla cittadinanza In caso contrario il concetto di iniziativa di determinazione popolare è destinato a svilupparsi in modo geometrico con un ridimensionamento drastico dello spazio occupato dal partitismo attualmente cristallizzato.

mercoledì 10 ottobre 2007

LE TASSE NELLA STORIA


Quando i romani conquistavano un territorio, cercavano di mantenere nella regione occupata un governo formato da gente autoctona del territorio ma succube a Roma.
In tal modo si annacquava la spinta del desiderio di libertà della popolazione assoggettata dando il senso di avere sempre dei propri governanti, a Roma non interessava molto il comando di routine, quello che interessava erano le tasse ossia il rivolo di oro che arrivava alla capitale dell’impero.
Nel medioevo al potere centrale era stato sostituito il dominio della classe dei signori della guerra che, quando si stabilizzava le situazioni economiche e politiche, assumeva l’aspetto della nobiltà. Solo la Chiesa aveva ereditato il concetto centralista dell’impero.
Oggi ai signori della guerra si sono sostituiti, attraverso il trucco del consenso popolare, dell’associazioni di potere denominati partiti.
Lo scopo principale dei partiti è quello di rastrellare le tasse dalla popolazione.
Affinché la popolazione non si ribelli si è centralizzata la gestione della sanità, della scuola, delle pensioni e quando qualcuno si permette di protestare per l’esosità del gravame fiscale i partiti minacciano di ridurre questi servizi che sono importanti nell’immaginario dei cittadini.
Mantenendo in piedi la minaccia di riduzione di questi servizi si stronca qualsiasi velleità di voler diminuire l’oppressione fiscale.
Finché si riesce a mantenere questo tipo di visione del sistema economico dello Stato l’imposizione fiscale può essere mantenuta.
Nessun partito rende esplicito e comprensibile che la sanità e le scuola rappresentano al massimo il 13 % del gettito fiscale. E per le pensioni vi è una copertura grandissima determinata dai contributi lavorativi dei cittadini.
Pertanto vi è un 55% dell’introito fiscale usato per le miriadi di attività che lo Stato si assume di gestire, ed è in queste che si annida lo sperpero, le ruberie, le facilonerie, la negatività della incompetenza e della improvvisazione.
Come ai tempi dei romani, la libertà si misura principalmente dal valore della tassazione che viene prelevata ai cittadini.
Dato che la libertà è un bene primario, per affermarla, occorre diminuire l’oppressione fiscale.
Meno tasse maggiore libertà.

GENESI

Nella Bibbia tra i primi capitoli è scritta la prima constatazione di natura produttiva economica.
Il genere umano voleva costruire un centro per non disperdersi.
Si è vero per tenere un popolo unito occorre un centro.
Dall’inizio della storia dell’umanità ogni centro di potere comunicava con gli uomini attraverso altri uomini che si spostavano.
Il potere camminava con lo spostamento degli uomini che lo portavano con la parola o con lo scritto.
Da oltre cento anni il telegrafo, la radio, il telefono portano la parola ma questa agevolazione era in fondo solo un suono che si sposta avendo l’aspetto della parola.
Con l’avvento della televisione e di internet il contatto umano diventa visibile e il documento si sposta alla velocità massima (della luce) che Dio ha progettato per il nostro universo. Contemporaneamente il computer ha moltiplicato il potere di analisi, controllo e verifica di ogni centro pensante.
A questo punto si ha che ogni potere centrale si è avvicinato in modo impressionante ad ogni uomo.
Nei tempi passati il potere centrale era lontano e sembrava piccolo e meno opprimente, ora la torre del potere appare più vicina ed assume con i nuovi mezzi della tecnica una sembianza opprimente, non tollerabile e contraria alla dimensione dell’uomo.
In tutto il mondo le centrali del potere sono contestate, inizia la dispersione in funzione del linguaggio, degli usi e dei costumi.
Il racconto della torre di Babele vuol significare la sua importanza se appare nelle primissime pagine della Bibbia.
Oggi prima di parlare male dell’autodeterminazione dei popoli è indispensabile iniziare a meditare le parole del libro sacro a tre religioni.
Parole non dette per diporto ma per esperienza

ABOLIZIONE DELLE PROVINCE


La terminologia “PROVINCIA “ è di origine romana. Con quel nominativo si delimitavano porzioni di territori amministrati da uomini di fiducia. In principio erano divise in senatorie ed imperiali e la distinzione derivava da quale autorità erano eletti i prefetti.
Con la caduta dell’impero Romano il concetto di Province decadde in quanto non esisteva più un potere centralizzato.
Con l’avvento di Napoleone, ossia il dominio della borghesia, il potere assunse nuovamente un maggior carattere centralista.
Napoleone ripristinò le Province ed alla sua caduta il sistema venne confermato perché con la democrazia nascente, per bilanciare, il potere centrale si arroccava attraverso nuove forme di potere.
Nel 1889 il nuovo Stato Italiano codificò i compiti delle Province.
In effetti erano necessarie in quanto le comunicazioni continuavano in prevalenza a camminare sulle gambe degli uomini.
Durante le discussioni della “Costituente“dopo l’ultimo conflitto si pensò di abolirle ma non si andò oltre in quanto le Regioni preventivate dalla Costituzione non erano ancora state formalizzate.
Ora da oltre 30 anni si hanno due poteri sovrapponibili: le Regioni e le Province.
Le Province non sono state soppresse perché sempre è grande quel desiderio di occupazione, da parte dei partiti, del potere e gestirlo in modo clientelare per se e per gli altri, usufruendo come al solito il denaro prelevato dai cittadini con le tasse.
Così attualmente tra i Comuni, che rappresentano la politica in mano ai cittadini, e lo Stato vi sono ora due organismi di controllo, di spesa e conseguentemente anche di relativo sperpero.
Sarebbe necessario abolire questo doppione.
L’operazione si potrebbe effettuare passando le competenze delle Province in parte alle Regioni ed in parte ai Comuni.
Oggi i Comuni per svolgere molti compiti hanno necessità di coalizzarsi per affrontare molti problemi e servizi che spesso travalicano i confini comunali.
Pertanto si potrebbero agire copiando le Comunità montane, e per il loro funzionamento possono usare dei locali di un Comune che ne abbia disponibilità. Tale agglomerati potrebbero essere chiamati Consorzi Comunali e formati da comuni viciniori con caratteristiche e problematiche similari.
Se si aumenta il lavoro impiegatizio per i Consorzi, questo si potrebbe risolvere spostando tra il 5% e l’ 8 % dei dipendenti provinciali ai Consorzi o Comunità..
Le spese di gestione politica riversata sui consiglieri comunali potrebbe essere ricavata travasando un valore che si aggira dal 12% al 18% della spesa di gestione politica delle Province.
Si intende che le spese dei servizi rimarranno invariate e spostate alle Regioni. Per sostenere queste nuove incombenze le Regioni potrebbero assorbire al massimo il 25% del personale di gestione delle Province.
Con l’abolizione delle Province si risparmierebbero il 65% delle spese effettuate per la loro gestione.
Certamente i partiti sono contrari a questa operazione perché le Province svolgono un grosso ruolo di piazzamento per i propri politici e ulteriori possibilità per clientelismi vari.
L’unico problema sarebbe l’esubero del 60% del personale di gestione.