domenica 18 novembre 2007

MAOMETTO: (seconda parte)

Le crociate furono la risposta a coloro, desiderosi di avventure, che cercavano di soddisfare il proprio amore verso la rapina come risposta alle proprie frustrazioni, la necessità di vedere se quella era una via per raccogliere qualcosa, l’ambizione di essere qualcuno compartecipe ad una grossa impresa.
Di fronte alla necessità delle conquiste ad un certo momento si pensò di andare ad occupare nuove terre, e certamente quelle dove nacque e visse il Figlio di Dio erano da sole l’incentivo per andarle a conquistare.
Il potere di Roma avrebbe preferito inglobarle con il sistema portato alla ribalta da Costantino. Convertire le popolazione al Cristianesimo e poi sfruttare la terra da esse occupata.
Ma Maometto aveva già applicato per quelle terre il suo sistema ispirato al Cristianesimo, e conseguentemente non vi era più alcunché da fare.
Per la Terrasanta il metodo di occupazione culturale religiosa non era fattibile, la Chiesa di Roma, perso per perso, accettò di aiutare o più precisamente di non ostacolare il disegno di occupazione di quelle terre.
La scelta era determinata in quanto il fermento religioso avrebbe permesso di avere un più facile arruolamento dei soldati necessari all’impresa.
Vedendo con quanto entusiasmo accorrevano gente sia per fede o perché con facilità potevano credibilmente sbandierare una convinzione a copertura delle proprie aspirazioni, molti si misero a capo delle spedizioni create per liberare la terra dove era nato il figlio di Dio.
Si intrecciarono gli interessi e le motivazioni più disparate, e le più immaginabili, l’uomo è anche grande perché la sua fantasia è immensa.
800 anni prima delle crociate vi era un semita di nome Ario nato ad Alessandria di Egitto, egli incominciò a predicare come Gesù non era figlio di Dio ma un normale uomo. La sua predicazione era anche determinata della difficoltà a spiegare l’unicità di Dio con l’esistenza di un Figlio.
D’altronde Gesù non poteva dichiararsi lui stesso Dio, ne presentarsi come sua emanazione.
Per il principio insito nelle divinità credibili presenti e future, un Dio non può aumentare se stesso altrimenti non è più infinito. Il Dio, con il concetto di aumentare il suo potere non può durare nell’immaginario dell’uomo e deve crollare, non si può sostenere per molto.
Pertanto era giusto considerare Gesù figlio di Dio.
Ario ebbe moltissimi seguaci proprio nel periodo in cui Roma aveva deciso di applicare il monoteismo come surrogato alle sue legioni.
Costantino combatté la predicazione di Ario. Forse perché aveva paura di inficiare il Cristianesimo e la sua credibilità con la predicazione della non divinità del Cristo.
Ad ostacolare Ario nel periodo vi era un altro nordafricano: Sant’Agostino battutosi contro l’arianesimo con la sua grandezza culturale.
Ma era proprio dannoso il dichiarare la non divinità del Cristo? Si ed i fatti dei secoli seguenti diedero ragione.
Se Gesù non era Dio, ossia era un uomo, era logico avesse comportamenti come tale.
In primo poteva avere dei fratelli e dei discendenti. La discendenza di un uomo è la sua vittoria sulla natura, è la sua coronazione della vita. Però la discendenza comporta sempre delle problematiche.
Esempio Maometto, con grande onestà dichiarò di essere un uomo normale ed infatti alla sua morte i suoi discendenti e collaterali si misero in lite e dopo 14 secoli il sistema religioso islamico conserva ancora le tracce di quelle dispute di eredità.
Sant’Agostino aveva capito, oltre il danno religioso la umanità di Gesù avrebbe creato dei problemi, specialmente nel momento in cui la religione cristiana stava per assumere una visibilità, una potenza politica e pertanto economica.
Anche nei periodi precedenti a Sant’Agostino vi erano dei furbi sostenenti di discendere carnalmente da Gesù. Era un modo di sfruttare la situazione, di tirare su qualcosa, di mettersi in proprio nel filone della ricchezza compagna di ogni religione.
La ricchezza di ogni religione è sempre proporzionale a quanto essa riesce, in modo credibile a far sentire i suoi adepti in senso di colpa. Per il Cristianesimo con il suo sublime modo avvolgente non era difficile rendere tutti i suoi seguaci pieni di colpe.
A questa stregua bisogna dire grazie a Sant’Agostino ed a Costantino entrambi sulla medesima lunghezza di onda, affinché la predicazione di Ario venisse colpita di eresia e fosse distrutta.
I popoli del nord entrati nei territori romani non avevano la sottigliezza filosofica latina o sumerica ed allora nella loro indole non esisteva la grandezza del pensiero del distinguo. Se vi era un Dio solo, giustamente Gesù non era Dio. Ecco perché essi avevano una maggior tendenza a dare credito alla predicazione di Ario.
Non era facile, ma Roma riuscì ad imporre la divinità del Cristo.
E se Gesù era Dio allora certamente non aveva ne discendenti ne fratelli.
Sembra faceto, ma sarebbe stato un dramma se qualcuno, con qualsiasi inghippo, fosse sorto a reclamare per discendenza il dominio sulla religione cristiana specialmente dopo il 312 periodo in cui veniva a sostituire per convenienza economica e strategica il sistema imperiale di Roma.
Questo pericolo della umanità di Gesù venne scongiurato, aiutati dalle non esatte conoscenza di tutti i componenti della sua famiglia.
Nella vita quotidiana se vi è la possibilità di ottenere dei vantaggi attraverso la truffa porta vantaggi, vi è sempre qualche approfittatore. Conseguentemente l’uso di dichiararsi discendenti si Cristo non è mai morta, vi è sempre qualcuno che lo afferma.
Certamente questa idea trovò spazio tra i popoli del nord, essi per ultimi avevano abbandonato l’eresia di Ario per abbracciare il Cristianesimo del più preparato: ossia di Roma.
Qualche barbaro incominciò a sussurrare di essere, per via di matrimoni, discendente di un figlio di Cristo avuto dalla Maddalena. Certamente la notizia fa sorridere, ma l’uomo è creato non con un bagaglio culturale occupante la sua capacità ricettiva, ed allora è aperto a qualsiasi notizia.
Questa affermazione, anche se non suffragata , dava un senso di fastidio enorme alla Chiesa, allora si iniziò a zittirla pur non allarmandosi oltre il dovuto.
I sostenitori di essere discendenti da Cristo erano i re della dinastia Merovingia, perché pare si fossero imparentati con delle famiglie ebree stanziatesi nella Francia meridionale nel primo secolo d.C..
La Chiesa di Roma ebbe come prima difensore armato la casa regnante dei Merovingi e dovette incominciare a prendere da loro le distanze e le dovute precauzioni.
I Merovingi continuarono ad avere un metodo comportamentale magico, esoterico e incominciarono a parlare di Sangue Reale (in francese San Gral) sublimato nella espressione del “ Santo Gral”. Si racconta come questi reali guerrieri erano soliti tagliarsi per fare vedere il loro sangue avendo essi geneticamente la facilità di rinnovarlo. Ma aldilà delle leggende tuttavia la Chiesa di Roma era infastidita.
Ma Roma è sempre Roma, ed allora l’unica soluzione era l’eliminazione della casa regnante merovingia.
Da questo si capisce perché la Chiesa di Roma diede tanto appoggio a Pipino ed ai suoi discendenti nel sostituirsi ai Merovingi.
La Chiesa di Roma, il potere di latino non lascia niente in sospeso anche se in fondo potrebbe essere solo una stupidaggine.
Le documentazioni inerenti a questi discorsi furono sistematicamente distrutte, si cercò di mettere tutto a tacere.
La Chiesa di Roma, vista con la visione moderna, appariva come una multinazionale con azionisti (cardinali) cooptati che scelgono al loro interno il presidente. I Merovingi, non erano degli organizzatori, ma avrebbero trasformato la Chiesa romana da multinazionale basata sull’azionariato in multinazionale di proprietà privata.
Però il sogno di essere padroni per diritto di discendenza, per diritto di sangue della Chiesa di Roma non è morto.
Qualcuno di nascosto o per snob, o per interesse, o per megalomania continua ad asserirlo. Anche alle crociate vi era qualcuno che credeva a questa discendenza.
Quando si occupò Gesuralemme vi era un nobile francese, per tacito accordo, venne proclamato Re di Gerusalemme. Facilmente fu usato l’affermazione di essere discendenti da Cristo per puro tornaconto, vero o non vero intanto qualcuno ci marciava.
Però la Chiesa di Roma rimase muta su questo argomento, ormai nel periodo delle crociate il suo dominio non poteva avere timore di questi trucchi ereditari e tanto per scaricarsi la coscienza, o per tranquillizzare i presunti eredi accettò, anche se a torto collo, la nomina pilotata del re di Gerusalemme.
La cultura cristiana-latina sapeva esattamente come la occupazione della Palestina non sarebbe durata.
O si eliminavano tutti i seguaci di Maometto e si convertivano in massa al Cristianesimo o tutto sarebbe tornato come prima.
O ai popoli si toglie la loro cultura, si da un altra religione e si rendono schiavi con il precetto religioso giusto e si assorbono attraverso una invasione genetica capillare o questi non si possono sottomettere.

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