giovedì 15 novembre 2007

PARASSITISMO (terza parte)

La struttura economica dello Stato italiano è ormai fagocitata da questa impostazione di trasformare i cittadini in dipendenti dello Stato. Se si considerano i comuni, le regioni, le province, i ministeri, gli incalcolabili enti utili ed inutili, le industrie statali che hanno assorbito il concetto della burocratizzazione quale elemento moltiplicatore di dipendenti e la disorganizzazione, voluta appositamente, determina che in Italia i posti inutili superano il milione di persone. Occorre tenere in evidenza come l’inutilità riesce a creare se stessa.
Considerando il costo dello stipendio, delle attrezzature, dei locali necessari ad ospitarli, dei servizi come luce e riscaldamento, delle spese di gestione si potrebbe risparmiare una cifra superiore ai 40 miliardi di euro all’anno. Inoltre si potrebbe calcolare quale reddito potrebbero determinare se entrassero nel cicli dei servizi e produttrici.
Il problema consiste come comportarsi all’inizio con questo milione di persone tolte dal ciclo della burocrazia statale e come mantenerli non potendo inserirli facilmente sia per mentalità che per attitudine nel ciclo sociale normale.
Essendo questo un compito impossibile a verificarsi ne deriva che il crollo economico del sistema è irreversibile e si potrebbe salvare l’unità della società solo attraverso un lento crollo economico che porterebbe il tenore di vita a dimezzarsi.
Questo crollo determinerebbe un equilibrio dei conti pubblici e avrebbe, secondo il progetto dei poteri forti mondiali, il vantaggio di calare il tenore di vita dei cittadini italiani in modo che gli stranieri giunti nella penisola trovino una società maggiormente vicina economicamente a quella del paese di provenienza e non si creerebbe un balzo enorme nell’aspetto economico comportamentale rispetto ai connazionali rimasti in patria.
Sicuri del crollo economico si aprono due situazioni: o grazie alla pressione degli exrtracomunitari il sistema culturale italiano viene soffocato per sempre oppure le popolazioni autoctone potrebbero arrivare a forme di protesta continua. E’ pressoché impossibile verificarsi il secondo caso considerando anche la grande pressione, smercio, aiuto della società mondiale affinché si sviluppi un alto numero di drogati che per la loro condizione non sanno o non possano ribellarsi al sistema. Per questi l’unica aspirazione è quella di potersi drogare e pertanto già a livello mondiale si rafforzano i paesi, anche con protezioni militari, che producono la materia prima della droga. Il futuro prospettato per i giovani è quello di ottenere la droga come parte componente dello stipendio e dei pseudo aiuti di sopravvivenza statali.
Occorre individuare se le popolazioni accetteranno queste situazioni di tracollo. Fino a che il medesimo è morale non è impossibile sostenerlo ma nel momento che il tracollo diventa anche economico, in quanto i poteri economici mondiali accettano questa situazione debitoria consapevoli che la cultura si è disgregata secondo i disegni, allora potrebbero sorgere delle svolte.
Per ora la partitocrazia ha ricevuto il gravoso compito di mantenere calmi le popolazioni e creare nel loro animo uno scoramento e la rassegnazione, attraverso studiate operazioni fallimentari, che la libertà dall’oppressione fiscale è irraggiungibile.
Certamente l’allontanamento di oltre un milione di dipendenti statali, parastatali e pseudostatali che cercano di sbarcare il lunario non è percorribile ed allora sorge la necessità di diminuire gli sprechi dello Stato. Occorre stabilire quale quantità di spese sono determinate dalla incuria, dalle ruberie gonfiate per permettere tangenti, enti inutili, consulenze, gonfiamenti delle spese, costo delle strutture politiche, pensioni fasulle.
In base a questi risparmi stabilire in quale quantità si possono diminuire le spese inutili e in corrispondenza quale diminuzione si può effettuare sulla percentuale della pressione fiscale.

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