domenica 18 novembre 2007

CESARE: (terza parte)

Il destino permise agli ebrei di sopravvivere alla ventata del Cristianesimo. Il popolo di Israele aveva concepito il Cristianesimo come una necessità per fornire un Dio unico ai Gentili ossia agli altri popoli. Questi non per colpa loro ma per la scelta del Dio unico non erano considerati popolo eletto. Dio aveva scelto gli ebrei come popolo eletto, nessuno è colpevole se gli altri popoli erano inferiori.
I disegni di Dio non si discutono.
Attraverso il popolo ebreo si poté conservare un minimo di sistema bancario: Agli ebrei era proibito dal loro credo imprestare denaro con interesse ai propri fratelli di fede, ma non esisteva divieto verso i Gentili. Perciò dopo il 600 d.C. gli ebrei vennero tollerati come banchieri.
Si era distrutta la possibilità di accumulo di denaro, però si lasciava uno spiraglio in quanto senza la possibilità di prestiti il progresso economico od il suo mantenimento diventava problematico. La banca con i suoi capitali è il luogo di incontro tra il capitale posseduto da chi ha le caratteristiche di predatore e la capacità di produrre ricchezza impiegando le capacità intellettive e manuali. Le due caratteristiche, rapina ed operatività, difficilmente agiscono nel medesimo individuo o gruppo in quanto sono originate da componenti culturali non collimanti.
Gli ebrei dopo la diaspora avvenuta dopo la caduta di Gerusalemme si divisero, in parte si recarono in Babilonia ed una parte in Europa. Quelli recatisi in Mesopotamia, non essendo di alcuna utilità, vennero assorbiti, infatti il primo Sinedrio fuori della Palestina aveva la sua sede in Babilonia, ma in seguito dovette spostarsi.
Gli ebrei recatosi in Europa trovarono spazio in quanto indispensabili per il loro srvizio bancario. Purtroppo non accettarono l’ anno sabatico per i loro crediti, questi venivamo ridimensionati con cicliche persecuzioni che azzeravano i debiti contratti verso di loro.
Tuttavia gli ebrei furono sempre protetti e poterono prosperare in quelle zone dove la corruzione determinava in continuazione necessità di prestiti come ad esempio nella città di Roma.
Lo sviluppo economico nel medioevo si verificò quando i Templari, dietro autorizzazione papale, iniziarono ad imprestare i denari. Da quel momento l’argento servì nuovamente ad armare gli eserciti. I regnanti in Europa iniziarono ad indebitarsi e creare il ciclo chiuso della loro dipendenza dalle banche. Se nel periodo templare vi fosse stata la possibilità e l’autorità di proclamare un anno giubilare per la remissione dei debiti allora i monaci templari avrebbero continuato ad esistere. Ma la loro opera continuava senza intralci in quanto oltre ad essere banchieri erano anche guerrieri e pertanto in grado di difendersi; conseguentemente si dovettero sterminare.
La Chiesa pensò, nel conferire il permesso di esercitare l’attività bancaria ai Templari, di liberarsi dagli ebrei praticanti tale professione. Data la necessità insostituibile di poter soddisfare la richiesta di prestiti, fornendo questa delicata funzione ad un ordine religioso si sperava fosse il tutto facilmente controllabile: Poteva in tal modo liberarsi dagli ebrei che in un continuo rapporto di amore ( per i prestiti) e di odio ( per abolire i debiti) erano mantenuti in vita come associazione religiosa.
I Templari furono i primi, con il loro comportamento, a stabilire come il denaro non fosse Dio, in quanto il medesimo se produce se stesso attraverso l’interesse determina il concetto di non essere infinito e pertanto di essere limitato perdendo la sua qualifica divina. L’infinito se crea se stesso ammette di non essere il tuttora parte limitata.
La mentalità umana ha necessità di avere una divinità tangibile ed intoccabile; la sua esistenza è confermata dai miracoli, unico punto di contatto tra divino e l’uomo.
Invece il Dio denaro è una divinità tangibile.
La divinità per la loro esistenza devono appoggiarsi su delle regole, queste necessariamente sono scritte dagli uomini e conseguentemente determinano nel tempo delle sperequazioni risolvibili solo attraverso la violazione delle leggi e delle imposizioni divine. Pertanto il Dio, per non essere estraniato dalla società umana, deve per restare in gioco risolvere le pendenze attraverso il perdono.
Il denaro essendo Dio, per poter esistere, deve anche egli perdonare altrimenti esce dal concetto del divino dell’uomo. I templari furono sterminati perché non permettevano al denaro di comportarsi come un Dio ossia perdonare i debiti.
Un sistema bancario in cui non è fissato un bassissimo valore all’interesse porta sempre alla rovina il sistema politico in cui opera. All’inizio del 1300 il re di Francia, indebitato fino all’inverosimile, dovette applicare un anno giubilare di remissione dei suoi debiti, lo fece a modo suo sterminando i Templari. Il re si coprì le spalle attraverso una bolla pontificia autorizzante lo scioglimento dell’Ordine. Pertanto si dovette impossessare del papato facendo eleggere un suo fedele al soglio pontificio con lo scopo di emettere una bolla conosciuta con il nome “Vox in excelso” dichiarante fuorilegge i primi banchieri organizzati su scala europea.
Quando il sistema bancario era solamente in mano agli ebrei , invece di proclamare un anno giubilare per abbattere i debiti si ricorreva alla persecuzione ebraica: L’opera del re di Francia mise in evidenza la possibilità di occupare il trono di Pietro onde fermare l’ascesa inarrestabile del sistema bancario templare. Un tipo di occupazione similare fu attuato nel secolo appena trascorso per un problema inverso, le banche misero un loro uomo sul trono papale per difendersi dalla possibilità di una necessità impellente e assolutamente non rinviabile dell’azzeramento dei debiti a livello mondiale e conseguentemente evitare il crollo del progetto di dominio della ricchezza virtuale.
Ossia il crollo delle banche come unico mezzo per ristabilire l’equilibrio mondiale.
Dopo il 1300 i regni, gli Stati ricorsero sempre al sistema bancario. Il regnante diventava un vassallo del potere delle banche. Queste erano in possesso della sudditanza da parte dei loro clienti. La sudditanza prosperava solo in corrispondenza di una clientela molto ristretta determinata dalla nobiltà che per unzione divina e carismatica di Roam aveva il diritto di possedere il potere.
La corruzione del Clero sfruttata da Costantino nel maneggio del monoteismo ad un certo momento determinò un problema non preventivato . Il Cristianesimo, avendo il monopolio della divinità e pertanto padrone delle anime dei mortali con la necessità ( talvolta alimentata ad arte ) di avere una religione come supporto, si comportava attraverso il suo clero in modo scandaloso convinto di possedere l’impunità.. Il monopolio conduce sempre ad un disfacimento di chi lo detiene: Esisteva un altro monoteismo determinato dall’Islamismo, ma questo non creava problemi perché in effetti era la medesima musica solo con l’adattamento alla cultura di altri popoli e pertanto non sufficientemente preparato per infastidire il Cristianesimo sul piano religioso. Al massimo poteva creare seccature sul piano militare in quanto la religione poteva venire usata come coagulante di eserciti non come arma culturale.
L’involontaria causa dello sviluppo della società fu il decadimento morale del Clero. Il rilassamento dei costumi determinava due fattori: l’accrescimento del numero dei rifugiati nel clero per poter disporre di un tenore migliore di vita; ed in secondo aumentavano le spese per sopperire all’ampliamento dei vizi creatori di un necessario accrescimento del denaro da pompare dai fedeli.
Onde evitare questo drenaggio senza limiti della ricchezza dei fedeli, i rappresentanti della nobiltà., predisposti a loro volta a succhiare la linfa vitale economica dei loro sudditi, si ribellavano a questa prelazione di rapina usata dalla Chiesa di Roma. A far traboccare il vaso fu la goccia rappresentata dall’invenzione del purgatorio (concilio di Lione 1274) con il conseguente rastrellamento di denaro attraverso la vendita delle indulgenze.
Dopo l’anno mille era ricorrente l’uscita di gruppi o singoli fanatici religiosi fustigatori del Clero, adducendo come sostegno alle proprie rimostranze la corruzione romana.
Quando i principi tedeschi decisero di limitare Roma come sanguisuga della ricchezza prodotta dai propri sudditi trovarono sulla piazza Martin Lutero, ennesimo accusatore di Roma. Fino a quel momento qualsiasi tentativo di combattere il Clero romano veniva bollato di eresia e le classi regnanti si mettevano a disposizione di Roma per eliminare gli eretici. I principi tedeschi presero a proteggere Lutero in quanto al momento era l’unico disponibile e credibile con la preparazione di ergersi contro Roma: proteggendo la sua predicazione la Chiesa si spaccò. Quando Roma comprese l’operazione era troppo tardi, il dramma non era le perdita di fedeli ma aver perso molti regnanti impegnati fino ad allora ad offrire il braccio armato per mantenere un minimo di pulizia dalle teste calde.

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