lunedì 19 novembre 2007

Popoli: seconda parte

Nei popoli vi sono elementi formidabili, formanti le cellule della società: sono le famiglie.
La famiglia è la cellula garante per la creazione e la educazione dell’uomo, la sua esistenza e la sua codificazione sono il segno basilare della società e dello sviluppo dell’umanità specialmente dal punto di vista sumerico e di reciproco sussistenza.
Tutti i popoli sopravissuti hanno dovuto codificare, sostenere e sacralizzare la famiglia. In essa tra gli innumerevoli compiti vi sono alcuni aspetti da evidenziare: nella famiglia si sviluppa l’elemento di fiducia per cui i beni e le agevolazioni sono suddivise tra i componenti conservando il rispetto della natura di tutti. La famiglia è un nucleo dove, in genere, vi è un senso unico della proprietà e viene di norma difeso globalmente dagli attacchi esterni, pur nelle problematiche delle divisioni interne.
Quando questo spirito di comunanza può avvolgere anche più famiglie unite o per vincoli di sangue o di vicinanza prolungata, e se si indebolisce per l’aumento di numero, allora si passa dal concetto di clan a quello di popolo.
L’uomo è un combattente nato, però ha bisogno di avere dei punti di riferimento per poter contare su uno (esempio più usuale il coniuge famigliare) o su molti su cui potersi fidare e poter dividere il bene ed il male della propria esistenza. Quando si vuole manipolare il comportamento umano occorre tenere sempre presente questa necessità molte volte trascurata culturalmente.
Se si vogliono distruggere i popoli si deve distruggere le famiglia, ecco il compito principale e sporco da compiere.
Ma se si compie questo si deve pensare a come salvaguardare la necessità dell’uomo di porre in comune le sue sostanze ed aspirazioni come mezzo di testimonianza di fiducia reciproca.
Nel distruggere la famiglia non si può arrivare in modo diretto ma lungo il cammino bisogna salvare qualcosa per non fare irrigidire l’uomo nel diniego alla operazione.
Ed allora la cultura creata per il progetto finale doveva tenere conto di questo principio.
Le società segrete, come già accennato, non abbandonarono affatto la cultura sumera, e conseguentemente erano consapevoli come i popoli, le culture e le religioni si potevano sostenere se si appoggiavano su vantaggi materiali.
Mosè insegnava; con la manna aveva formato un popolo e stabilizzato per sempre il monoteismo.
Quaranta anni di manna hanno cambiato le religioni del mondo.
Il pensiero filosofico creato per essere la struttura per uccidere i popoli doveva assumere anche un aspetto religioso nell’aiutare a migliorare le possibilità di avere beni e servizi di sostentamento.
Chi era che doveva portare avanti questa filosofia di distruzione dei popoli diventati ostacolo alla ricchezza virtuale?.
Le persone più umili per sopravvivere devono compiere i lavori più sordidi e conseguentemente sono già adatti a compiere questo lavoro di distruzione della famiglia, sporco nel piano culturale ma sempre sporco. Esse inoltre hanno un tenore di vita molto basso e per addomesticarle necessitano di una quantità di “manna promessa” minore, inoltre sono incapaci di emergere, sono più facilmente condizionabili e possono accettare una linea guida nuova.
La linea guida fu trovata , anche perché era gia sempre esistita nell’immaginario umano.
Il sistema di rapporto nella famiglia od in gruppi di famiglie consanguinee, in qualche sparuto caso, era stato già stato condizionato con forme religiose-mitiche in cui non era conosciuta la proprietà privata ed era accettata la unione pacifica dei beni.
Questo progetto di una società in cui i beni sono in comunione è apparso sempre in molte comunità in tutto il mondo è creò il principio di comunismo che a volte poteva essere totale come invece assumere forma per particolari beni omogenei e solo quelli
Queste forme vennero chiamati comunismo è fu la base culturale del nuovo progetto.
Nelle civiltà mediterranee il concetto di comunismo appare in alcune società come Sparta, Creta, Cartagine, tuttavia è nella cultura ellenica od in culture influenzate dall’ellenismo che si notano i segni anche con sfumature utopistiche. Si può riscontrare tracce di comunismo in Platone o nelle dottrine dei pitagorici.
La comunione dei beni si trovano anche in comunità nella Palestina, la più importante di tutte quella degli Esseni a cui partecipò e forse collaborò anche Gesù il figlio di Dio.
Infatti nel sistema protocristiani vi è questo tipo di comunismo dei beni, ne parla persino Sant’Ambrogio.
A molti però non interessa la comunione della proprietà ma interessa principalmente il comunismo dei consumi, come era predicato all’inizio del Cristianesimo.
A questa filosofia si ispirarono in seguito gruppi fautori del comunismo dei consumi mettendo in pericolo il comportamento consolidato dello sfruttamento romano. Questi gruppi urtando il concetto della ricchezza, furono scomunicati, come i catari ed i patarini.
San Francesco predicava di dare tutto ai poveri, egli aveva subito l’influenza della madre nata in una famiglia catara.
In Tommaso Moro, con il suo scritto Utopia (1516), vi sono i segni del comunismo. Dopo Tommaso Campanella nella sua “Città del Sole“ vi è delineata un tipo di società ideale in cui per semplificazione esistono di nuovo momenti di comunismo di beni.
Il comunismo aveva già un vantaggio sulla religione come momento unificante perché non si basava su un Dio unico, ma sul consumismo unito.
In questa filosofia si prospettava il desiderio dell’uomo di avere qualcosa in comune con altri come mezzo tangibile di fiducia. Questo desiderio, era necessario, si esternasse verso la società e non verso la famiglia destinata ad essere distrutta.
Attraverso l’affermarsi della civiltà manifatturiera nasceva il contratto dello sfruttamento rivolto sempre ad un gran numero ma con rapporti diversi verso ogni uomo preso come singolo.
Questo sistema di sfruttamento era migliore perché prima si rivolgeva alle masse in modo non razionale, mentre il rapporto con il singolo significava la possibilità di ottimizzare ogni sfruttamento ad personam considerando tutte le possibilità, capacità, debolezze culturali del dominato.
Conseguentemente questo sistema permetteva di studiare ed applicare in modo capillare e pianificato il metodo di concedere al condizionato il giusto necessario alla sua sopravvivenza in modo da tenere tutti, senza eccezione, con la tensione economica.
L’agricoltura, prima dell’avvento dell’illuminismo, quando forniva un raccolto buono, permetteva, anche se temporaneamente, un momento di distensione.
Con l’avvento dell’era industriale il lavoratore non doveva mai avere un attimo di sosta e la sua tensione continua era il migliore terreno per la penetrazione nel suo ego della nuova filosofia. Questa riuscì ad attuare cambiamenti fondamentali e venne chiamata ideologia.
L’idea comunista seguì il metodo del monoteismo cristiano ed islamico, dalla religione sumera ebraica un solo dio per un solo popolo si è passato alle eresie numeriche un solo Dio buono per tutti i popoli. Si era mantenuto il concetto “ buono per tutti i popoli “ ma al Dio fu sostituita una idea creando una nuova eresia sumera.
Come le precedenti religioni od eresie numeriche il comunismo ha dovuto essere avvolto da un volume enorme di cultura, in quanto qualsiasi pensiero, se ha celato in un qualche angolo qualcosa contro l’uomo, deve avere una cultura di difesa.
Ne è esempio la Chiesa, ha avuto in San Paolo un grande imprenditore, ma ha dovuto essere aiutata, per rispondere ai dubbi, da formidabili padri della Chiesa che con i loro scritti hanno creato una invidiabile protezione culturale al monoteismo. La religione Cristiana si era inoltre preparata un'altra difesa culturale; dove il ragionamento religioso andava contro l’immaginario popolare si ergeva l’emissione dei dogmi adoperati con giudizio e con parsimonia, perché tutti i troppi storpiano.
Il comunismo, quale eresia sumera, ebbe necessità di un numero incalcolabile di scritti, pensieri, libri, conferenze, studi perché non aveva la seconda difesa del dogma. Non poteva adoperare questo artificio perché altrimenti sarebbe sceso nel sacro ed in tal modo non più credibile.
Ma non erano necessarie una infinità di sovrastrutture in quanto era appoggiato da un ansia di rivendicazione di milioni di esseri aventi il compito di essere sfruttati non come massa ma singolarmente.
Nell’uomo, essendo socievole, è insito il desiderio di unirsi nella difesa da certi comportamenti di sfruttamento, la nuova ideologia si prese il compito di dare un senso di unione e di difesa del nuovo singolo sfruttato.
Il comunismo era stato lanciato per aiutare il disegno della ricchezza virtuale necessaria per il raggiungimento di un potere totale.
Bisogna analizzare se i vari compiti sono stati eseguiti tutti e bene e quali risultati sono stati raggiunti.
Il primo compito era la distruzione della famiglia. Il filosofo Engel (1821-1895), fu uno dei padri del comunismo, importante la sua teoria sulla famiglia singola fondata sulla schiavitù domestica, aperta o mascherata della donna, quindi per combattere la schiavitù era indispensabile l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica.
Engels propugnava la introduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria. Tale inserimento della donna nel mondo produttivo permetteva l’allontanamento dal suo compito di procreatrice e della sua insostituibile figura nell’allevamento dei figli. Inoltre l’inserimento della donna nel mondo dello sfruttamento singolo, ha la prerogativa di fornire anche alla donna quel stato di ansietà continua da trasmettere ai figli per creare una società ansiosa più facilmente condizionabile.
Se si ostacola il compito femminile sottraendogli tempo per la produzione lavorativa si allevano meno figli e si raggiunge facilmente ad uno dei tanti mezzi messi in campo per la distruzione della famiglia.
Engel con la sua teoria sulla schiavitù della donna generò il concetto della sua emancipazione, espressa con il lavoro, un semplice trucco per aver più gente da sfruttare ma nello stesso tempo veniva messo in campo la figura dell’uomo schiavista.
L’emancipazione della donna non passava attraverso l’affiancamento della donna all’uomo sul piano del rapporto, ma si metteva le basi della lotta tra la donna e l’uomo.
Questo tipo di lotta era la base per toglier quella fiducia necessaria all’uomo desideroso di esprimersi con la fiducia e la comunione dei beni.
In tale modo si sostituiva ai coniugi, come oggetto di fiducia, esprimendosi con il concedere ad essa tutto il possesso.
Questo era un altro scopo del comunismo, quando un giorno la ricchezza virtuale avesse raggiunto il potere ed il possesso totale, diventava facile se la totalità dei beni fosse in mano ad un ente solo, ossia lo Stato, mentre se i beni erano nelle mani di molti verrebbe ostacolata l’assunzione attraverso innumerevoli rivoli.
Se il totale dei beni erano in mano ad un ente solo era più facile prenderlo in un colpo solo.
La distruzione della famiglia era un mezzo di minare i popoli dall’interno, però occorreva anche un sistema per colpire i popoli nel suo insieme.

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