sabato 17 novembre 2007

ABOLIRE IL TRATTATO


Nel 1943 gli Alleati, nel loro primo sbarco in Europa, vollero avere la sicurezza di essere bene accettati dalle popolazioni dei territori occupati; era necessaria una accoglienza entusiasta affinché fornire l’immagine di non essere delle forze occupanti bensì dei liberatori. Tale territorio fu individuato nella Sicilia.
Attraverso contatti intercorsi tra lo Stato Maggiore dell’esercito americano e i capi di Cosa Nostra imprigionati negli Stati Uniti si ottenne, tramite la Mafia, l’appoggio della popolazione siciliana per fornire lo spettacolo dell’entusiasmo popolare all’arrivo delle truppe alleate. Per questo aiuto gli USA fecero delle promesse che in seguito non furono mantenute, allora la Mafia, per ritorsione, organizzò un esercito indipendentista per far valere i propri diritti stabiliti attraverso le trattative.
Il governo americano obbligò quello italiano di ottemperare in altro modo alle promesse fatte, il risultato delle nuove trattative fu che la Mafia abbandonava la minaccia del secessionismo siciliano dall’Italia ed in cambio riceveva la gestione della Regione ed inoltre si creava la formazione di uno Stato cuscinetto al sud di Roma gestito economicamente dalla Camorra e dalla ‘Ndrangheta. Pertanto il capo della Mafia viene considerato come un capo dello Stato e non può essere arrestato fino a quando non vi è un sostituto.
Il governo della Mafia e le associazioni similari dominanti lo Stato cuscinetto gestiscono la fiscalità che si espleta nelle varie forme tra cui la più appariscente, ma la meno proficua, è il pizzo. Il governo centrale romano non è mai intervenuto a contenere questa forma di tassazione essendo la Sicilia e lo Stato cuscinetto a sud di Roma non di sua competenza come gestione della fiscalità. Inoltre tutto il denaro proveniente dal governo romano rivolto verso il Sud deve essere gestito dal potere rappresentato dalla Mafia e collegati.
Conseguentemente Roma rimane con una sola colonia rappresentata dalle terre a nord del Rubicone.
Il partito comunista, durante l’invasione dell’Italia da parte degli Alleati, aveva fornito un contributo con uomini ed organizzazione nel contrastare l’occupazione dei tedeschi, terminata la guerra, manteneva in vita un esercito formato dalle colonne dei partigiani comunisti. Come si sciolse in seguito l’esercito indipendentista siciliano, le colonne partigiane vennero sciolte ed in cambio il governo di Roma dovette consegnare un pezzo di territorio da sfruttare di quanto gli era rimasto, e consegnò l’Emilia al partito comunista.
Inoltre il partito comunista era meritevole in quanto, con il suo oculato operare, aveva preparato la popolazione al nord ad essere entusiasta per l’arrivo dell’esercito degli Alleati.
In questo territorio lo Stato italiano rinunciava alla amministrazione delle tasse e fu inventata l’esenzione fiscale alle cooperative. La tassazione delle medesime veniva sostituita da un spontaneo sostegno e mantenimento del partito comunista. Questi con una corretta, onesta ed oculata amministrazione del denaro ricevuto è riuscito a creare un forte sostegno economico agli operatori che rappresentano l’intelligenzia dello Stato italiano dando loro una sicurezza economica nell’operare. Conseguentemente le mentalità pensanti, sostenenti culturalmente il paese, hanno trovato nella sinistra uno spazio economico per il sostegno alla propria famiglia e sono diventati pertanto una base capillare di occupazione dei gangli dello Stato da parte di questa parte politica.
Occorre ricordare come nel trattato di Yalta l’Italia e la Jugoslavia non erano state suddivise dai due imperi ma considerate zone fitfy – fitfy. Pertanto come la Russia non ebbe mai il predominio totale su Tito, così gli USA dovettero accettare in Italia che una regione al confine fra l’Italia romana e la colonia padana fosse nell’orbita comunista come amministrazione fiscale e quindi di potere reale.
Rimanevano tre regioni Piemonte, Lombardia e Veneto come colonie vere e proprie e diventarono necessariamente terra di produzione in quanto, in questi ultimi 50 secoli, non si è mai visto una colonia, priva di materie prime da depredare, non essere sfruttata attraverso il lavoro. Tutto l’aiuto fornito agli alleati dalle tre succitate regioni del nord, durante la guerra di azione partigiana, venne concretizzato con il permesso dell’occupazione economica dell’Emilia.
Il Piemonte, la Lombardia ed il Veneto, avendo regalato i diritti di vincitori al partito comunista, rimasero come semplice territorio di sfruttamento.
Al Nord sia nella colonia di pertinenza di sfruttamento da parte del governo centrale romano sia nell’Emilia terra di sfruttamento della sinistra non esiste il pizzo in quanto non si permette, secondo gli accordi, alla Mafia di usare questo sistema di tassazione su un territorio non di sua pertinenza di sfruttamento. Alla Mafia venne permesso di operare solo nel Nord con attività commerciali e di servizio come ad esempio la vendita della droga e la prostituzione.
Roma deve ricavare tutto il suo sostentamento dalla Padania ed inoltre dalla medesima deve ottenere le risorse per il mantenimento del Sud in cambio dei voti necessari per la legittimazione democratica.
Si deve denunciare il trattato tra il governo italiano del dopo guerra e la Mafia e consigliare l’attuale governo di reciderlo e ripristinare la legalità anche nei territori ceduti alla amministrazione di organizzazioni autoctone del sud.
Se il governo ottempera a questo consiglio si determinerebbe uno sviluppo economico del Sud con una creazione di ricchezza e corrispondente aumento del gettito fiscale accompagnato da un drastico calo delle necessità di aiuti finanziari da parte del governo, ottenuti attualmente attingendo alla disponibilità creata dall’aumento del debito pubblico.
Occorre propugnare il calo della pressione fiscale ottenibile con altri sistemi, corretti ed onesti, di gestione territoriale della ricchezza prodotta.
Il calo fiscale e la diminuzione del debito pubblico è attuabile senza diminuire la qualità dei servizi.
Dipende dallo Stato vedere se è in grado o ha la volontà di procedere.

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