venerdì 26 ottobre 2007

TEMPLARI (Parte seconda)

Bisogna regolamentare questa nuova religione del denaro, affinché non pesti i piedi all’altra, considerando come il mondo è grande vi è il posto per tutte le filosofie.
Ecco lo sbocco portato dai Templari.
Imparano le loro teorie e le loro conoscenza nei territori dei semiti, dove erano sorte le tre religioni monoteiste.
Essi impiantano in Europa, grazie alla loro forza ed alla loro spregiudicatezza: le banche.
Sin dai tempi dei Sumeri il denaro veniva dato in prestito e quando veniva restituito veniva accompagnato da un interesse, questi veniva chiamato usura vocabolo con il significato in sumero di vitello.
Infatti il denaro veniva considerato una entità viva e come tale produceva qualcosa. L’interesse determinava il concetto filosofico che il denaro non è propriamente Dio. Infatti se il denaro fosse un Dio non sarebbe in grado di produrre se stesso, se Dio è l’infinto non può aumentare, perché in caso contrario l’aumento è indice di una limitazione precedente indicante la non sua pienezza. Forse questo banale concetto andrebbe ricordato per capire meglio la storia odierna.
I Templari per le loro banche ebbero il permesso di imprestare il denaro ad interesse, e questa prerogativa era in regime di monopolio, in tale modo poterono espandersi in tutta Europa creando una potenza economica globalizzante.
Essi erano dei monaci diventati sacerdoti del nuovo Dio denaro, aumentarono così lo spazio di sopravvivenza per coloro desiderosi di vivere predicando un credo, tolsero all’iniziativa degli uomini la potestà culturale sacerdotale della ricchezza. Fu abolita il fai da te nel considerare la ricchezza come bene supremo ossia divino. Tuttavia se nell’immaginario umano il denaro era sempre considerato una divinità da servire essi, non per calcolo ma per casualità, tolsero il vero senso del sacro al denaro. Se il denaro produce se stesso non è Dio. Questi sono solo piccole considerazioni teofilosofiche che non infirmano per nulla il nuovo processo religioso.
Con l’avvento delle banche nascono i templi del nuovo Dio, e certamente la conduzione di tale religione non era molto complicata, una delle basi semplici, alla portata di tutti, non opprimente culturalmente senza regole filosofiche era il conteggio del denaro.
Al di là delle capacità di condizionare il cliente alla restituzione del prestito od a invogliarlo a mettere il proprio denaro sotto l’ala protettrice della banca l’unico rito accettato era il calcolo.
Per combinazione grazie alle Crociate ed allo scambio culturale derivante fu portato in Europa il concetto dello zero. Fino ad allora i Romani grazie alla loro cultura di prendere tutto, non avevano una grande necessità di far di calcolo, ogni loro segno numerico aveva un valore senza essere considerata la sua posizione.
Con l’avvento del sistema numerico arabo il segno ha un suo valore a seconda in quale posizione si trova rispetto alle altre cifre numeriche Grazie ai Templari non furono creati i templi della nuova religione portata a livello di alto rango ma si munirono anche delle possibilità rituali del calcolo.
I Templari sparirono, furono perseguitati, tuttavia essi furono i creatori di un nuovo modo di essere clero senza tanti aggrovigliamenti culturali-filosofici e comportamentali. Diedero uno spazio agli uomini di servire due padroni uno in modo esteriore rappresentato dal Dio Unico e l’altro servito in modo non eclatante necessario per garantire il benessere.
L’uomo ritorna politeista senza sensi di colpa convinto di essere monoteista.
La Chiesa non ha un concorrente nel Dio denaro perché questo non compie miracoli, non è competitivo ma si muove in un altro spazio. Si segue il precetto del Cristo: dare a Dio quel che è di Dio e dare a Cesare quel che è di Cesare.
I Templari furono condannati perché si diceva non credessero in Cristo, era vero essi avevano regolamentato e propugnato una nuova religione esistente da sempre nell’animo di ogni uomo, si capisce con un po’ di tornaconto.
Erano però monoteisti consideravano il loro nuovo Dio come una entità universale. Questa nuova religione assunse l’aspetto della setta e non è mai riuscita a trasformarsi in una vera religione.
I benefici del Dio denaro furono sempre suddivisi dal proprio clero, tale setta non fu mai predicata, la sua forza stava nell’appoggiarsi al subcosciente dell’uomo. Questi consapevole dell’esistenza del futuro ne ha paura ed allora cerca di accumulare dei beni per aumentare le possibilità di meglio affrontarlo.

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