mercoledì 17 ottobre 2007

INIZIATIVA POPOLARE


I partiti hanno la caratteristica di proporre situazioni sociologiche partendo da visioni settoriali del sistema umano. La loro operatività, utilissima come aggregazione, non è in grado di agire sui sistemi di macroeconomia, in quanto i partiti servono solo ad affrontare problemi non superanti certi limiti.
Quando i problemi diventano grandi la incapacità di gestione, dovuta ad una miniaturizzazione della mediazione, rende i partiti impossibilitati di esaminare e di contrastare le leggi del potere economico, conseguentemente la loro volontà e capacità di agire diminuiscono con l’aumento della problematica del sistema.
La visione del metodo sulla decisionalità di affrontare le macrosituazioni determina una impotenza che induce la sopravvivenza dei partiti a dipendere da forme autoritarie. Non potendo agire in tale modo la economia globale si sostituisce a loro nel gestire il sistema operativo.
I partiti non possono rappresentare gli interessi della popolazione se non in visioni piccole e ininfluenti.
La proposizione del sistema viene pertanto lasciata a gruppi di potere che si ergono contro la società umana.
Conseguentemente i partiti si sono ridotti involontariamente al compito di tenere a freno le aspirazioni popolari contrarie alla gestione voluta dal potere economico.

Diventa necessario per i cittadini, nei casi importanti, assumere in proprio la decisionalità dei problemi in cui sono immersi.
La determinazione popolare, nella sua totalità di espressione, rappresenta l’unico sistema per risolvere le situazioni quando i partiti hanno dovuto abdicare essendo impossibilitati effettuare un esame nel proprio interno riguardante la realtà.
Pertanto i movimenti di opinione di iniziativa popolare non possono affiancarsi alla partitocrazia per non essere coinvolti dalla sua involuzione decisionale.
I partiti hanno la necessità di affiancarsi, per esistere, ai movimenti, certamente solo nelle esposizioni programmatiche di aspetto dialettico e non reale.
Il sistema di sopravvivenza dei cittadini non permette ai movimenti di allearsi alla partitocrazia perché ambedue seguono strade diverse.
Il movimento opera nell’interesse della popolazione mentre il partito in primis deve agire nella difesa della propria struttura. Strutture di partito e popolazione hanno impostazioni differenti e maggiore è il problema maggiore è la discordanza.

Quando gli interessi dei cittadini e quelli dei partiti si confrontano nel piano teorico dell’enunciazione sociologica, la dialettica può supplire alle divergenze, ma quando si scende nell’operatività sorgono le incongruenze che sono maggiormente prese in considerazione dalla popolazione in proporzione alla loro influenza sul comportamento e sull’esistenza dei cittadini.
Di fronte alle decisioni importanti con gravi problematiche, germogliano i semi dell’iniziativa movimentitistica insita, in continua gestazione nella cultura popolare, i partiti devono cercare, se non sono totalmente sopraffatti dalla gestione macroeconomica della società, di accettare le soluzione proposte dalla cittadinanza In caso contrario il concetto di iniziativa di determinazione popolare è destinato a svilupparsi in modo geometrico con un ridimensionamento drastico dello spazio occupato dal partitismo attualmente cristallizzato.

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