venerdì 26 ottobre 2007

CROCIATE (Parte seconda)

Queste guerre furono chiamate Crociate.
Cosa diede una spinta pragmatica alle Crociate?. La aspirazione delinquenziale di quei cittadini che non trovarono nella Chiesa romana quel rifugio ecclesiale necessario per permettere di svolgere nel servizio religioso il soddisfacimento della propria esistenza. Il desiderio determinato dalla frustrazione della nobiltà tagliata fuori dall’ereditarietà causa le leggi feudali create per salvaguardare l’indivisibilità del patrimonio nobiliare.
Inoltre era sorto il movimento “della pace e della tregua di Dio” il quale si opponeva alle guerre tra i cristiani anche se erano in effetti solamente azioni di brigantaggio con dimensioni maggiori.
Sorgevano in quel periodo i primi albori di una borghesia produttiva e parallelamente un risveglio demografico, aumentava il numero degli sbandati abbraccianti il nomadismo e pertanto incontrollabili. Per istradare questo desiderio di lotta, di preda, di poter sbarcare il lunario si indicò la strada della lotta all’Islamismo.
Vi furono anche delle prime antisegnane crociate contro l’Islam, esempio la prima contro i Mori in Spagna, l’altra fu la conquista normanna della Sicilia terminata nel 1091. In seguito Roma si pronunciò favorevolmente in modo ufficiale; il papa Urbano II nel 1095 indicò l’Islam come nemico e la necessità dell’abolizione delle guerre tra i Cristiani.
Queste indicazione svegliarono gli appetiti e le aspirazioni di quei professionisti delle armi il cui comportamento impediva la quiete nel mondo del Cristianesimo romano. La Crociata forniva una motivazione determinante trasversale alle culture, alle etnie ed ai popoli. Si poteva mettere insieme migliaia di uomini governati da un idea e non costretti da una organizzazione militare inesistente.
Sorse una propaganda con caratteristiche profetiche; monaci o quasi religiosi si misero a predicare la conquista della Palestina, della terra santa e di Gerusalemme quale città celeste e tutto questo quasi come un comandamento divino ed il ricavato era da considerarsi un dono divino.
Per una combinazione, 2400 anni dopo Mosè la Palestina diventava nuovamente una terra promessa , sotto l’egida e la guida di un Dio unico.
Nel 1096 una schiera di profeti, tra cui emergeva Pietro d’Amiens l’Eremita, svolgevano consapevoli o no, il compito di arruolamento di soldati, si mossero delle masse inermi dedite ai saccheggi ed ai massacri; furono dispersi e i rimasti vennero sterminati dai Turchi.
Il loro sacrificio non fu vano perché dimostrò come il Cristianesimo non serviva solo al tornaconto romano ma aveva anche la forza di fornire motivazioni guerriere a gente eterogenea di diversa estrazione sia culturale che etnica .
Le legioni di Roma organizzate non erano più necessarie vi era un modo nuovo di radunare le masse, ancora una volta il monoteismo dimostrava la sua grande capacità di espressione politica. Visto questo successo di aggregazione si mosse il ceto feudale in grado di creare una struttura organizzata sicuro di avere con se molti volontari.
Questa prima crociata organizzata conquistò prima Nicea, consegnata all’imperatore di Costantinopoli in cambio dell’apporto fornito dall’esercito bizantino. Inoltre furono conquistate Tarso, Alessandretta , Edessa, Antiochia.
Durante l’assedio di Antiochia Pietro l’Eremita abbandonò la crociata, il suo aiuto culturale religioso non era più necessario in quanto, dopo le prime conquiste, il movente della rapina era sufficiente a tenere insieme le masse combattenti.
Nel 1099 fu conquistata Gerusalemme ma non si giunse alla nomina di un re, fu nominato “ advocatus” cioè difensore Goffredo di Buglione. L’anno successivo alla sua morte fu nominato re il fratello Baldovino.
La Terra Santa non più di spettanza geografica alla Chiesa, ma appartenente ad una casata che si contrapponeva alla supremazia della casta ecclesiale di Roma.

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