venerdì 7 novembre 2008

Parte settima UNA NUOVA INVENZIONE


Ecco la grande innovazione nata dal pensiero di Mardekhai conosciuto con lo pseudonimo di Carlo Marx.
La speculazione del pensiero non ha limiti, 1500 anni prima Sant’Agostino col Cristianesimo riuscì, con una opera poderosa, a mettere le basi filosofiche per supportare la religione scelta dal potere come mezzo di condizionamento dei proprio sudditi.
Carlo Marx, sovvenzionato dal filosofo Engels, riuscì ad avere una intuizione eccezionale.
Dopo il 1880 la ricchezza virtuale stava ampliando il suo raggio e permise la creazione di un sistema produttivo attraverso l’industria manifatturiera, la ricchezza si trasformava in benessere e questo in consumi. La fabbrica e non l’agricoltura diventava fonte di ricchezza, la quale non viene più prodotta con i tempi impostati dalle stagioni e perciò più facilmente assimilabili dall’uomo. I tempi della produzione venivano dati dalle macchine a cui l’uomo, legato come conduttore, doveva concedere l’attenzione in modo continuativo.
Come in antico, per attuare la cultura agricola, occorrevano milioni di schiavi spostati dai loro paesi alla terra da coltivare così nuovamente milioni di uomini furono portati sui luoghi della nuova forma di produzione.
Certamente non si faceva uso di schiavi, questi nuovi lavoratori non scappavano, anzi se si allontanavano se ne potevano assumere degli altri. Chi scappava dal lavoro andava incontro alla miseria perché la società non offriva più spazi per la vita.
Carlo Marx su questo sistema di vita basato sull’industria manifatturiera, novello Sant’Agostino, creò una serie di ragionamenti più o meno attuabili ma nel momento in cui furono esposti erano accettabili. Le sue teorie ebbero un grande risvolto: Marx scoprì come gli uomini erano, a secondo la loro condizione, reddito, proprietà lavoro e sfruttamento divisi in sezioni dette classi. Secondo l’ideologia di Marx gli uomini non erano legati al loro popolo ma affini agli uomini della medesima classe di altri popoli.
Il pensiero di Marx non era di facile attualità, non si può distruggere i popoli, essi sono formati da famiglie, cellule indistruttibili, queste dovevano essere eliminate se si voleva raggiungere lo scopo del Marxismo.
Enghel, il protettore di Marx, fornì una base importante alla teoria marxista, le forme famigliari, secondo il suo pensiero erano relative ai rapporto di produzione dominanti. In questo sistema la famiglia moderna singola appariva fondata sulla schiavitù domestica, aperta o mascherata della donna, quindi era indispensabile l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica.
L’amministrazione domestica doveva acquisire carattere pubblico e cessare di essere servizio privato.
In questi pochi e chiari concetti è racchiuso il disegno del potere in questi ultimi 150 anni.
Il marxismo fu chiamato Socialismo e poi Comunismo, si preferì non usare il nome derivante da una persona considerando le origini semitiche di Marx. Il comunismo si identifica nella classe dei prestatori d’opera, la classe dei più poveri e perciò più facilmente disposta ad assimilare la nuova ideologia pur di avere qualcosa in cambio.
Gli schiavi di Roma accettarono il Cristianesimo pur di essere considerati uguali ai padroni romani, cioè liberi.
I lavoratori furono i portatori e i sostenitori della ideologia nata per distruggere l’unica vera forza di cui nessuno poteva privarli: la famiglia. Gli operai lottarono per aiutare coloro che volevano distruggere la loro identità, la loro famiglia ed i loro figli intervenendo massicciamente nella loro educazione.
Allo Stato con le maggiori ricchezze al mondo e possibilità territoriali immense, venne conferito il compito di supportare l’impegno finanziario ed armato per la diffusione dell’ideologia marxista. La Russia era la cavia migliore, era uno Stato grande comprendente otto fusi orari, talmente immenso da venderne un pezzo al fondo dei suoi territori agli Stati uniti.
Durante la guerra del 1914-18 la Russia era in cattive condizioni organizzative e si approfittò del conflitto per appiopparle la nuova ideologia attraverso una rivoluzione guidata. La Russia aveva una forte caratteristica di arretratezza e fu terreno fertile per una rivoluzione; si riuscì a far abdicare lo Zar.
In esilio in Svizzera vi era un russo: Ulianov soprannominato Lenin, sostenitore della nuova ideologia. Il giorno dopo la abdicazione dello Zar i tedeschi, in guerra contro la Russia, a mezzo vagone piombato portarono, attraverso la Germania, Lenin a Pietroburgo affinché assumesse le redini della rivoluzione. In tal modo la Russia, presa dai problemi interni, sarebbe rimasta impossibilitata a portare avanti la guerra contro la Germania.
Da quel momento si misero le basi per il supporto ed il finanziamento della diffusione della nuova ideologia sia per linea pacifica che per linea armata.
La ricchezza virtuale intanto faceva il suo corso, il Comunismo portava a termine il compito di distruggere la cultura della famiglia e conseguentemente incrinava per sempre i popoli divenuti inutili.