lunedì 9 febbraio 2009

L'INTERESSE BANCARIO



Un problema del monoteismo è la mancanza di spazio per una entità di carattere divino che dovrebbe rappresentare il male.
Nel politeismo vi sono delle divinità che, in qualche modo, si assumono il compito di essere il riferimento del male.
Nel monoteismo il dio è il depositario della speranza nel bene, e non può essere collegato alla negatività.
Il problema del dio unico determina per necessità l’esistenza del suo opposto.
Il primo esempio di questa automatica presenza speculare al monoteismo si ha nel deserto del Sinai.
Mosè cercò di radicalizzare nel suo popolo il credo in un Dio unico, ispirandosi in qualche modo al pensiero monoteistico del faraone Amenofi IV che aveva assunto il nome di Ekhnaton.
Di fronte al Dio unico il popolo ebreo, sentendosi privo di una guida nel deserto perché Mose si era assentato, cercò di appoggiarsi ad un altro reale simbolo di divinità, identificata e forgiata in oro.
Ossia in alternativa al Dio unico, il simbolo dell’ oro.
L’oro come simbolo dualistico con il Dio creatore.
Nel momento della costruzione del vitello, avveniva la ennesima conferma dell’oro come simbolo visibile del benessere terreno, mentre il Dio unico è il simbolo del benessere ultraterreno.
Anche il Cristianesimo, conservando l’unicità del monoteismo, risente della necessità di un dualismo per la rappresentazione del male.
La ricchezza derivante dal possesso dell’oro, viene usata come simbolo di distacco e di alternativa al Dio unico, e l’oro, ossia il denaro, assume una visione religiosa, che in realtà non gli compete.
Nella Bibbia vi è un riferimento preciso all’uso del denaro.

Esodo 22,25
Se tu presti del denaro a qualcuno del mio popolo, al povero che è teco, non lo tratterai da usuraio; non gli imporrai interesse. Se ti prendi in pegno il vestito del tuo prossimo, glielo renderai prima che tramonti il sole.

Levitico 25,10
Conterai pure sette settimane d’anni; sette volte sette anni, e queste sette settimane d’anni ti faranno un periodo di quarantanove anni. Poi il decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba, il giorno delle espiazioni farete squillare la tromba per tutto il paese.
E santificherete il cinquantesimo anno, e proclamerete l’affrancamento nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo .

Il concetto di interesse, secondo il pensiero mesopotamico da cui la Bibbia trae ampia ispirazione come insegnamento, veniva ad essere condannato trasformandolo in precetto religioso in quanto considerato deleterio verso la società
La struttura comportamentale sviluppatesi in Medio oriente aveva compreso come l’interesse sul denaro imprestato, alla lunga crea uno squilibrio economico, che può essere causa di attriti all’interno della comunità portandola alla distruzione, perché in un campo limitato del denaro, l'interesse lo coinvolge verso pochi punti, mentre invece per mantenere il denaro distribuito nella società occorre creare in continuazione della ricchezza virtuale.
Anche i romani avevano compreso questo problema.
I condottieri romani si facevano imprestare del denaro, organizzavano un esercito e con le prede rapinate, ritornavano a Roma dove pagavano debiti ed interessi.
Questo determinava un squilibrio economico, ma si riusciva a sopravvivere fino a quando le legioni romane trovavano spazio alle conquiste ed ai saccheggi.
Giulio Cesare comprese il problema e quando vide che con le rapine non riusciva a creare ricchezza sufficiente per pagare i debiti e gli interessi, dichiarò un anno giubilare a Roma. Ossia la diminuzione drastica del valore dei debiti.
Roma non aveva come gli ebrei un calendario sistematico indicante precedentemente l’anno giubilare in cui potevano venire rimessi i debiti.
L’indicazione dell’anno giubilare era alla merce del potere.
Giulio Cesare proclamò un grande taglio ai debiti. In tal modo diminuì drasticamente lo scoperto nei confronti dei suoi finanziatori.
Forse per questo venne pugnalato.
Dopo Giulio Cesare non furono più proclamati anni giubilari, si preferì svalutare la moneta.
In seguito con l’avvento del Cristianesimo, grazie alla lungimiranza di Costantino, si determinò come argomento di fede la proibizione di imprestare denaro con interesse.
Fu permesso in seguito agli ebrei di trasformarsi in prestatori di denaro in quanto, la Bibbia proibiva loro di imprestare denaro con interesse, ma solo verso i fratelli di fede e non verso coloro che non professavano la religione ebraica.
Il permettere agli ebrei questa prerogativa concedeva un grande vantaggio. Quando la situazione economica peggiorava causa il problema derivante dal denaro che, attraverso l’interesse, si concentrava in pochi punti, si ricorreva ai pogrom, si accendevano gli animi e i debiti venivano rimessi grazie alla violenza.
Però il sistema non poteva andare avanti con queste prospettive.
Finché apparvero nella Storia i Templari. Monaci guerrieri, che assimilarono dall’oriente molti comportamenti, e grazie a un consenso papale iniziarono ad imprestare denaro con interesse, tale prerogativa era in regime di monopolio.
L’organizzazione si sviluppò in tutta l’Europa diventando una specie di multinazionale bancaria. In breve tempo, come era già successo nei secoli passati le ricchezze confluirono grazie al moltiplicatore dell’interesse, in una sola sfera, nel caso specifico verso i Templari.
La politica determinata dai signori e dai re, avevano trovato nei Templari dei finanziatori per condurre le guerre. Però ad un certo momento il sistema debitorio non poteva più reggere, ed allora il re di Francia, attraverso una bolla papale, riuscì a far sciogliere l’ordine, grazie anche alla possibilità di poter accedere ad un parziale sterminio dei cavalieri Templari.
Veniva così a cessare il sistema bancario appoggiato alla religione. .
I Templari con la ripresa di concedere prestiti, portarono filosoficamente un danno di immagine al denaro identificato nell'oro.
Il monoteismo attraverso la Bibbia e il Vangelo aveva cercato di abolire l’interesse, in tal modo il denaro non poteva più riprodurre se stesso. Senza interesse il denaro si avvicina al concetto di Dio in quanto non muta, mentre invece l’interesse squalifica il denaro perché un Dio non può creare con l’interesse parte di se stesso.
Infatti Dio può creare qualsiasi cosa ma non può creare se stesso o parte di se stesso.
L’interesse bancario determina nel tempo una sperequazione economica.
Nel 1717 con l’avvento della banca di Francia iniziava il concetto della carta moneta.
In questi trecento anni, l’interesse poté essere sviluppato, perché il sistema bancario creava, con oculatezza, il volume della ricchezza virtuale necessario a rendere possibile il pagamento degli interessi.
Nel 1971 le banconote vennero definitivamente sganciate dall’oro.
A quel punto il sistema mondiale mise le basi per il suo irreparabile crollo. Infatti le banconote vennero moltiplicate, e più precisamente il volume di ricchezza espressa in carta accresceva in continuazione.
Ma in un mondo finito, non vi può esistere uno sviluppo infinito.
Ora il sistema è crollato.
L’abilità della classe politica mantiene ancora in piedi la credibilità di questo sistema, ma ormai miliardi di persone, troppi enti, credono di possedere della ricchezza che invece è solamente carta straccia.
Non esiste altra soluzione che abolire il sistema ad interesse, se questo continua, considerando il mucchio intergalattico di ricchezza virtuale, crea cifre iperboliche non quantificabili.
Dopo 3500 anni gli esperti in economia devono studiarsi il Levitico.
Dispiace ma abbiamo saltato il fosso. I Sumeri avevano compreso questo. Nessuno ha mai dato eccessiva importanza all’avvertenza, considerando il sistema attuale decisamente lontano da quello antico.
Con le Bad Bank vogliono creare un anno giubilare per le banche. Perdonare i loro debiti e poi tra 50 anni si vedrà.
L’unica avvertenza: quando si passa a un sistema senza interesse la struttura economica crolla.
Ma forse è meglio una deflazione che una guerra civile tra popoli senza alternativa.
Se si vuole salvare la razza umana da un cataclisma violento si deve abolire l’interesse.
Più si attende, più il tutto diventa cruento.