giovedì 21 febbraio 2008

Yalta e il Kossovo

Con il Trattato di Yalta nel febbraio del 1944 si stabiliva la divisione dell’Europa.
Roosevelt e Stalin davanti ad una carta geografica, in quei giorni, tracciarono i confini delle zone di influenza tra gli americanii e l’impero sovietico russo.
Il confine tra le due potenze passava da Trieste.
Era la linea di confine del 395 d. C. tra l’impero Romano d’Oriente e quello di Occidente. Tale linea si spostava leggermente verso occidente e conglobava la antica Pannonia contraddistinta dopo oltre quindici secoli con il nome di Jugoslavia.
Quel giorno, con una matita, venne segnata sulla carta d’Europa una zona comprendente al penisola italica e la Jugoslavia, e sopra fu riportata la cifra fifty- fifty.
Ossia l’influenza tra i due blocchi su questi due stati era al 50%,.
Tuttavia per semplificazione la Jugoslavia entrò nella sfera di influenza russo-sovietica, e la penisola italiana rimase nella zona di influenza americana.
Comunque vi furono delle ingerenze. Nella penisola italica la Russia si autorizzò a formare un grosso partito comunista attraverso sovvenzioni gigantesche. In contrapposizione il presidente Tito in Jugoslavia poteva avere un comportamento non sempre allineato con il Cominform, ente preposto alla conduzione mondiale di tutti i partiti comunisti.
Inoltre all’impero sovietico fu data la possibilità di gestione, attraverso il partito comunista, di una zona italiana, ossia la Emilia.
Zona che, finché non passò totalmente sotto l’influenza del partito comunista, mantenne le forze partigiane in attività.
Con il riconoscimento attuale da parte dell’occidente della indipendenza del Kossovo, in un certo modo, si viola il trattato di Yalta.
L’influenza degli americani si consolida in un territorio appartenente alla influenza russa.
Questa violazione è grave perché mette in discussione il vecchio trattato.
La Russia si è inalberata per questa intrusione.
Attualmente le ideologie sono cadute, e non danno più un punto di riferimento. Inoltre anche la religione non desidera più essere un punto di riferimento politico alla società in merito alla suddivisione dei popoli e dei territori.
La Chiesa, dopo essere stata privata nel 1870 della città eterna, si trovò impaurita. La Chiesa si considerava da sempre la continuazione dell’impero romano, che aveva sostituito nel dominio dei popoli i gladi con la parola.
Si identificava nel potere latino conservandone anche la lingua.
Dopo la perdita della città, la Chiesa si trasformò nel campo politico come ente moderatore tra la ideologie trionfanti.
Questa opera intermediaria doveva fornire l’impressione di un equilibrio atto a servire come dimostrazione di una saggezza, comparabile ad una forma depositaria di serietà e di continuità. Ma questo non è il compito di una religione.
La Chiesa con questa posizione ha perso molto del suo potere carismatico, in quanto si è messa a livello ed in competizione con le ideologie. Inoltre attualmente è da venti anni che queste sono morte ufficialmente.
La Chiesa ha compreso come la sua strada, per non consumarsi fino ad esaurirsi, deve prendere nuovamente la via rivoluzionaria.
Il concetto “ama il prossimo come te stesso” è un pensiero rivoluzionario.
Gia la curia, in modo sotterraneo, del precedente Papato e il Papato attuale hanno imbroccato questa strada. Anche se questa impostazione prettamente religiosa non viene applicata dalla classe sacerdotale, tuttavia conserva una identità rivoluzionaria.
Pertanto morte le ideologie, le religioni hanno intrapreso altre strade.
La chiesa russa ha anticipato di molti anni il processo della chiesa romana per evidenti momenti di persecuzione nel periodo bolscevico.
Il clero russo, pur combattendo la chiesa romana, è sempre sensibile a copiare i comportamenti romani, pertanto sulla loro scia, la chiesa russa ha radicalizzato maggiormente il suo distacco dalla politica.
La nomenclatura russa, morte le ideologie e non potendo appoggiarsi alla religione, si deve appoggiare agli unici principi rimasti rappresentati dalla cultura dell’etnia territoriale.
Conseguentemente Putin, per avere un punto di riferimento, deve mettersi a difendere l’etnia slava.
Con la nascita dello stato del Kossova viene imposta una ferita al mondo serbo. Pertanto la Russia deve combattere questa incrinatura, per non fornire una dimostrazione di debolezza.
La Russia è lo stato più ricco del mondo.
Tanto è vero che, affinché non prendesse il volo, le fu affibbiato il comunismo che ha tarpato in modo eccelso lo sviluppo culturale ed economico.
Non solo: alla Russia, oltre il tarlo, gli fu affidato il compito di aiutare politicamente ed economicamente tutti i movimenti di sinistra per il mondo.
Con questa operazione alimentava l’ideologia creata per distruggere i popoli dall’interno.
Ma ora la distruzione dei popoli si gestisce autonomamente e l’ideologia ha cessato di servire al sistema economico mondiale.
Le proteste di Putin per il Kossova servono a nulla. O trangugia, o risponde alla provocazione, altrimenti dimostra come l’impero russo non conta alcunché.
E i territori conquistati con l’armata rossa subito dopo la rivoluzione di ottobre e con l’ultima guerra, gli vengono soffiati come le foglie di un carciofo.
Per fermare il potere economico occidentale, non ha altra soluzione di condurre la lotta in Europa, cercando di creare a sua volta uno stato nell’area dell’Euro affinché dimostrare come ha una qualche influenza ed importanza nella Europa.
Il mondo dell’Euro continua ad aumentare la sua immagine di potenza attraverso la capacità della sua moneta.
La potenza dell’euro si evidenzia con l’intenzione di fondere la moneta statunitense con la moneta canadese per creare un maggiore impero economico.
La Russia potrebbe far intendere di riuscire ad incidere nell’Europa, altrimenti entro pochissimi decenni verrà assorbita in modo irreparabile.
I giornali scrivono della possibilità della formazione di altri stati, e citano nomi: Corsica, Catalogna, Paesi Baschi, Scozia, Fiandre.
Ma queste zone non sono possibili teatri di operazione della Russia in quanto il trattato di Yalta non fornisce alcuna possibilità di influenza.
L’unico stato, in cui la Russia conserva il diritto di operare, senza venir meno al Trattato principe, è la penisola italiana,.
Ecco perché la Padania non viene citata come ente territoriale, predisposto ad avere l’autodeterminazione
Attualmente la politica italiana è tesa affinché in tutti modi vengano assopite e contenute le tendenze separatiste del nord della penisola.
Idee separatiste alimentate solamente dall’aggravio fiscale.
Ma la Russia non potrà dare il via a questa operazione nella penisola, è la cultura slava che non lo permette.
Certamente se la Russia volesse fare della pianura padana uno stato indipendente sarebbe facilissimo. Sarebbero sufficienti i mezzi finanziari di pari volume forniti al partito comunista, allevato e ben nutrito nei decenni, tanto che dopo 20 anni dalla caduta del muro di Berlino,ha ancora molti seguaci.
Vi è il problema dell’assoluta mancanza di fiducia verso gli slavi. Se questi mandano denaro ed appoggi poi immancabilmente si sentono padroni. Hanno imparato dai mongoli, e diventerebbero peggiori di quelli che attualmente comandano sulla pianura padana.
E’ la loro indole ad impedire la loro influenza nel mondo dell’euro.
Guai se, per pura ipotesi, la Russia desse aiuto a questi sogni di indipendenza senza chiedere alcunché, ma solamente come regalo di libertà .
Il sistema dell’Euro ne risentirebbe e avrebbe degli sconvolgimenti.
In effetti, uno dei pilastri, mai enunciati, favorenti la creazione della zona dell’Euro è dovuta ad una mai confessata paura dell’orso russo impersonate la potenza.
La difesa dell’Europa è la figlia del timore del carattere oppressivo culturale della politica della Russia.
Se per un momento la Russia arrivasse con i suoi aiuti a formare la Padania, e non chiedesse una contropartita al futuro stato, sarebbe una rivoluzione di tale portata da sconvolgere il sistema occidentale.
Ma il carattere degli slavi russi preserva dal pericolo che gli indipendentisti padani chiedano aiuto.
E la ingordigia russa è il miglior concime per l’unità di Europa.
E pensare sarebbe sufficiente un atto, senza richiedere controparte, per sconvolgere il potere attuale economico che avvolge e conduce lo sfruttamento del mondo europeo.
Aiutare la formazione di uno stato senza chiedere controparte, determinerebbe uno spariglio delle carte, ed il gioco salterebbe.